DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Elena Dusi per “la Repubblica”
GLI allucinogeni devono essere sperimentati di più in medicina: potrebbero aiutarci a combattere molte malattie». La riabilitazione di Lsd e funghi magici contro depressione, ansia e dipendenze arriva da uno dei massimi pulpiti della medicina: il British Medical Journal.
L’appello è stato affidato alla penna dello psichiatra James Rucker del King’s College di Londra (con la prudente annotazione del giornale: “Questa è un’opinione personale”). «Le droghe psichedeliche sono state ampiamente studiate in psichiatria prima della loro proibizione nel 1967. Centinaia di ricerche ne hanno dimostrato l’utilità per molti disturbi psichiatrici come problemi di sviluppo della personalità, comportamenti recidivi e ansia esistenziale », scrive Rucker, che si riferisce in particolare a Lsd e psilocibina, il principio attivo dei funghi magici «che crescono ovunque nel Regno Unito».
Gli allucinogeni, lamenta Rucker, «hanno più restrizioni di eroina e cocaina, ma non è dimostrato che creino dipendenza e ci sono poche prove che siano dannosi in contesti controllati».
Appelli simili non sono nuovi, soprattutto negli Stati Uniti dove l’associazione ClusterBusters promuove l’uso di allucinogeni contro la “cefalea a grappolo” mentre la Multidisciplinary Association for Psychedelics Studies sta promuovendo vari studi scientifici con sostanze psichedeliche.
Perfino in Norvegia — Paese in cui la legislazione anti-droga è rigidissima — l’ex neuroscienziato della Norwegian University of Science and Technology Pal-Orjan Johansen ha fondato EmmaSofia, movimento per la riabilitazione e la produzione di ecstasy e psilocibina il cui nome tiene insieme l’iniziale di Mdma e la traduzione greca di sapienza.
L’Lsd fu sintetizzato per la prima volta nel 1938, mentre l’Mdma ha un brevetto che risale al 1914. Paradossalmente, nella loro prima vita queste sostanze vennero usate per combattere le dipendenze, soprattutto da alcol. Ma l’ondata di consumi per fini ricreativi portò tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta a divieti in molti Paesi del mondo. E alla fine delle sperimentazioni mediche.
Oggi, dribblando leggi e burocrazia per le autorizzazioni, alcuni neuroscienziati portano faticosamente avanti lo studio sulle droghe psichedeliche. L’università di San Paolo ha appena pubblicato una ricerca sull’ ayahuasca, bevanda usata nei rituali indigeni che sembra efficace sia contro la depressione sia contro abusi e dipendenze. Psilocibina e Mdma vengono usati in vari Paesi per alleviare l’ansia nei pazienti che hanno subito traumi psicologici gravi, nei veterani di guerra o nei malati incurabili.
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