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Man. Cos. Per “Libero quotidiano”
La droga dello stupro: espressione generica che in realtà indica un'intera categoria di sostanze. Sono le benzodiazepine, in teoria psicofarmaci comunemente prescritti per curare l'ansia, gli attacchi di panico, l'insonnia. Medicine.
Che però possono trasformarsi in vere e proprie "armi" se criminalmente utilizzate da aspiranti violentatori ai danni delle loro vittime. Senza entrare in complicate spiegazioni mediche, le benzodiazepine - si trovano poi in diversi tipi di farmaci, quello utilizzato dal presunto stupratore di Milano è il Bromazepam - inducono in chi le assume uno stato di torpore, avendo potenti proprietà sedative.
Vengono anche assunte dai tossicodipendenti per "stonarsi", poiché l'effetto non è così dissimile da quello degli oppiacei. Se poi vengono somministrate a persone inconsapevoli, azzerano di fatto la loro volontà, senza però scaraventarle in una condizione totalmente catatonica: in pratica, si può disporre di loro come si vuole, quasi ci si trovasse di fronte a un manichino, a qualcuno in stato di semincoscienza, ma al quale si possono far compiere movimenti o indurre atteggiamenti senza che se ne renda conto.
Infine, le benzodiazepine hanno potenti effetti amnesiaci: dopo che è passato l'effetto, non ci si ricorda nulla di quel che è accaduto. Un incubo. Negli ultimi anni, sostanze di questo genere si sono diffuse in maniera impressionante. Per quanto riguarda il loro utilizzo medico, un allarme è stato lanciato negli Stati Uniti dalle pagine dello Jama Internal Medicine, mensile pubblicato dall'American Medical Association: è stato accertato che un anziano su quattro ne abusa.
Dell'utilizzo da parte di tossicodipendenti è stato già accennato. Ma, per l'appunto, impressionante è l'impennata per quanto riguarda l'uso di benzodiazepine in casi di violenza sessuale. Anche a causa della reperibilità estremamente semplice: basta una ricetta medica, poi li si acquista in farmacia In America sono episodi ormai all'ordine del giorno. Ma anche in Italia.
Prima di quest' ultimo caso milanese, anche nella vicenda che vede protagonista l'imprenditore Alberto Genovese - una ragazza l'ha denunciato per violenza sessuale sostenendo di essere stata stordita con sostanze di cui non conosceva la provenienza - si è parlato di "droga dello stupro".
Recentemente, in un processo per stupro ai danni di una 23enne sempre a Milano, è stato accertato l'uso di benzodiazepine da parte degli aguzzini per stordire la vittima. A Genova, sempre l'anno scorso, un uomo ne somministrava alla figliastra per poi abusarne. Ancora a Milano, in tre sono stati condannati a 12 anni di reclusione per aver violentato una ragazza dopo averle versato nel drink della benzodiazepina. E via così, per decine di casi.
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