manifesti filorussi

CHI C’È DIETRO I MANIFESTI FILORUSSI COMPARSI IN MEZZA ITALIA? AL MOMENTO SOLO A ROMA SI CONTANO ALMENO UNA VENTINA DI POSTER CON DUE MANI, UNA AVVOLTA CON UN TRICOLORE ITALIANO, L’ALTRA DIPINTA CON I TONI DELLA BANDIERA RUSSA E LE DIDASCALIE: “LA RUSSIA NON È NOSTRA NEMICA. BASTA SOLDI PER LE ARMI A UCRAINA E ISRAELE. VOGLIAMO LA PACE E RIPUDIAMO LA GUERRA” – SI TRATTA DI MESSAGGI PACIFISTI O SONO FINANZIATI DA QUALCHE STATO STRANIERO CHE VUOLE INFLUENZARE IL DIBATTITO INTERNO? L’INTELLIGENCE INDAGA E…

https://www.repubblica.it/politica/2024/09/28/news/manifesti_filo_russi_copasir-423523068/?ref=RHLF-BG-P4-S1-T1

 

Estratto dell'articolo di Giuliano Foschini e Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

manifesti filorussi 4

Roma. A Milano. A Sondrio e a Lamezia Terme. A Modena e a Verona. In tutta Italia nelle ultime settimane sono apparsi dei manifesti tre metri per cinque, apparentemente innocui, ma che invece sembrano raccontare una storia più grande e complessa, che non a caso ha messo in allerta i nostri servizi di sicurezza: «La Russia non è un nemico», si legge sui poster, con due mani, una avvolta con un tricolore italiano, l’altra dipinta con i toni della bandiera russa. E due didascalie: «La Russia non è nostra nemica ». E «Basta soldi per le armi a Ucraina e Israele. Vogliamo la Pace e ripudiamo la guerra».

 

Ma si tratta davvero di messaggi pacifisti o invece dietro c’è altro? È un’iniziativa politica o invece un tentativo di influenzare il nostro dibattito interno da parte di uno Stato straniero? Insomma: è una normale schermaglia o un atto di guerra ibrida? È la domanda che si sono posti in queste ore i nostri servizi di intelligence. E anche la politica, tanto che Enrico Borghi, il senatore di Italia Viva e influente membro del Copasir, insieme con il collega Ivan Scalfarotto hanno presentato un’interrogazione parlamentare per capirci di più sulla storia dei manifesti.

putin va dagli sciamani 3

 

 «Attualmente nella città di Roma sono stati segnalati almeno una ventina di manifesti affissi da oltre due settimane e almeno cinque vele motorizzate che girano la città: secondo esperti del settori l’ammontare di una campagna pubblicitaria di simili dimensioni è pari a un costo tra i 30.000 euro e i 50.000 euro, di fatto una cifra significativa che merita approfondite indagini volte a verificare se non vi sia un sostegno economico da parte di soggetti o enti esteri».

 

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Ma chi c’è dietro? Il sito Linkiesta , come è raccontato nell’interrogazione, ha fatto il nome dell’ex consigliere municipale 5 Stelle Domenico Agliotti, da sempre molto vicino a Virginia Raggi che risulta tra i responsabili a Roma. Repubblica è oggi in grado di sostenere come dietro l’operazione ci sia una rete – composta da figure vicine ai movimenti No vax e sovranisti – che sta diffondendo il suo materiale propagandistico in tutta Italia. «Si tratta – spiega proprio Agliotti – di centinaia di cittadini che hanno aderito all’iniziativa versando una piccola quota volontaria a titolo personale».

 

VLADIMIR PUTIN - DRONI MILITARI

C’è chi ha messo 10 euro, chi cinque, numeri molto diversi rispetto alla campagna che si sta organizzando. «Ma non è vero che si parla di 50mila euro, sono molto meno».

 

Sarà: certo è che la campagna sembra troppo radicata per essere opera di un gruppetto di cittadini organizzati. È il sospetto che hanno anche Borghi e Scalfarotto, i quali chiedono ora l’intervento direttamente del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, per «verificare che dietro l’affissione dei manifesti non vi sia il finanziamento da parte di soggetti esteri […]

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