DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
«Ci auguriamo che la tempesta passi, ma sentiamo che c'è qualcosa di più, un'escalation in agguato. Finora gli attacchi hacker filorussi sono stati solo propagandistici e dimostrativi. Non vorrei sembrare pessimista, ma temo che ne arriveranno di peggiori. Niente panico, però: abbiamo i mezzi per difenderci».
È Nunzia Ciardi, già al vertice della polizia postale e ora vicedirettrice generale dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, guidata dal professor Roberto Baldoni, a scattare la fotografia di quello che potrebbe accadere entro qualche mese.
FRANCO GABRIELLI NUNZIA CIARDI
Cosa intende per attacchi peggiori?
«Gli hacker hanno colpito siti istituzionali, e non solo, usando il sistema ddos che non compromette le reti ma le sollecita e le rende inaccessibili inondandole con un'enorme mole di contatti oltre le loro possibilità tecniche. Ma è come il tuono prima della tempesta. Ci sono intrusioni, come quelle con i ransomware o l'acquisizione delle credenziali degli amministratori, che danneggiano invece in maniera pesante i sistemi informatici, interrompono servizi essenziali, creano grossi problemi alla collettività».
NUNZIA CIARDI DELLA CYBER SICUREZZA 2
E possono essere fonte di rischi più gravi? Pensiamo ai trasporti...
«Teoricamente è possibile, è un servizio essenziale, ma le nostre infrastrutture critiche sono ben protette. Il fatto è che già solo il ddos ha disorientato. Quando un cittadino scopre che un sito della pubblica amministrazione è bloccato per ore, per giorni, resta sconcertato, prova un senso di insicurezza».
NUNZIA CIARDI DELLA CYBER SICUREZZA 1
Quanto durerà?
«Temo che tutto questo non si esaurirà con la fine della guerra in Ucraina. Già ora è un conflitto ibrido, con la tensione internazionale che proseguirà anche dopo un'eventuale cessazione delle ostilità. Anzi, preoccupa il fatto che forme di aggressività latenti possano aumentare proprio in periodi di pace relativa. Quando peraltro è anche più difficile capire chi ti attacca».
italia nel mirino degli hacker di killnet 3
Situazione che l'Italia conosce bene.
«Certo, e gli indicatori non sono promettenti. Perché veniamo da due anni di pandemia, con un aumento notevole dei reati informatici e dei cyber attacchi da parte della criminalità comune e organizzata, favorito dall'abbassamento dei perimetri di difesa aziendale e in parte anche dallo smart working. E poi è l'epoca della massima digitalizzazione della società: non è più solo una questione tecnica, ma culturale. La cybersicurezza non ammette più distrazioni e facilonerie. Bisogna fare sistema, serve una sinergia fra tutte le professionalità disponibili».
L'Agenzia come si sta muovendo?
«Fra le nostre attività c'è anche quella di inviare alert e bollettini affinché la pubblica amministrazione, ma anche enti e società privati, corrano ai ripari per mitigare gli effetti delle intrusioni informatiche. Del resto, in Italia non siamo all'anno zero, anche se ci siamo mossi in ritardo rispetto ad altri Paesi che hanno avuto una sensibilità maggiore in materia di cybersicurezza. E comunque hanno avuto i loro problemi con gli hacker».
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