
DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E…
CADONO TUTTI SULLA FICA – DIETRO L’INCHIESTA SU CRISTIANO CANNARSA, AD DI SOGEI, C’È LA SUA PRESUNTA RELAZIONE CON STEFANIA RONZATO, BELLA E RAMPANTE IMPRENDITRICE A CAPO DELLA SOCIETÀ DI SERVIZI INFORMATICI “DEAS”. A RIVELARLO È STATO PAOLINO IORIO, EX DG DELLA SOCIETÀ DEL TESORO ARRESTATO A OTTOBRE – SECONDO L’ACCUSA, CANNARSA AVREBBE DIROTTATO ALMENO UNA COMMESSA VERSO LA “DEAS”, CON IL FINE DI LIEVITARNE IL FATTURATO E RENDERLA APPETIBILE PER GLI ACQUIRENTI (L’OBIETTIVO ERA LA MATICMIND DI CARMINE SALADINO, AMICO DI CROSETTO, CHE HA RIFIUTATA)
DAGOSPIA DEL 18 NOVEMBRE 2024 - “DEAS” GRATIAS – “DOMANI” INDAGA SULLA SOCIETÀ “DEAS” DI STEFANIA RANZATO: UN “GIOIELLINO” CHE FATTURA 20 MILIONI DI EURO, GRAZIE A RICCHI APPALTI CON IL MINISTERO DELLA DIFESA, MARINA E AERONAUTICA MILITARE, E HA SCATENATO UNA GUERRA TRA LE AZIENDE RIVALI – “DEAS” ORA VALE 100 MILIONI DI EURO, ED E' STATA MESSA IN VENDITA AL MIGLIOR OFFERENTE. DOPO IL NO DI “MATICMIND” DI CARMINE SALADINO (AMICO DI CROSETTO), ANCHE FINCANTIERI E LEONARDO AVREBBERO DECLINATO L'OPERAZIONE....
APPALTI SOGEI, INDAGATI L’AD CANNARSA E LA SOCIETÀ DELLA CYBERSICUREZZA DEAS LEGATA A DIFESA E SERVIZI SEGRETI
Estratto dell'articolo di Enrica Riera per www.editorialedomani.it
Non solo Sogei, la società del ministero delle Finanze. C’è anche la stella della cybersicurezza, Stefania Ranzato, nell’indagine sugli appalti sospetti: l’imprenditrice di origini venete a guida della società Deas, è indagata nell’ambito dello sviluppo dell’inchiesta Sogei della procura di Roma.
Da quanto risulta a Domani, infatti, gli uomini della Guardia di Finanza hanno perquisito la sede dell’impresa attiva nel settore della cybersicurezza e di cui questo giornale aveva raccontato la storia, insieme ai suoi appalti “sospetti” poi finiti sotto la lente degli investigatori.
[…] Deas e Ranzato godono di ottimi rapporti all’interno del ministero della Difesa, come rivelato da Domani alcune settimane fa. Fondamentali per i nuovi sviluppi dell’indagine gli interrogatori resi ai magistrati dall’ex numero due di Sogei, Paolino Iorio, arrestato lo scorso ottobre.
cristiano cannarsa foto di bacco (2)
[…] Uno degli interrogatori, più in particolare, sembra decisivo. L’ex manager infatti riferisce ai pm di rapporti particolari tra Cannarsa e Deas. «Cannarsa tendeva ad avvantaggiare Deas per lo sviluppo della cybersecurity - si legge nel verbale reso da Paolino Iorio - Seppi a settembre (…) che su richiesta di Cannarsa avrebbe dovuto fare un contratto con Deas per l’importo di un milione e 600 mila euro per realizzare un prodotto che, per la mia esperienza e per quanto riferitomi da miei collaboratori, poteva essere realizzato con non più di 200 mila euro».
Ma c’è dell’altro. «Altra cosa che mi ha insospettito - continua Iorio davanti ai magistrati - è che Cannarsa chiese (…) di istituire un gruppo per avere sicurezza in rete attraverso personale di Deas: io avrei voluto che questo personale fosse presso Sogei ma, al contrario, il personale Deas lavorava per Sogei dalla loro sede senza che Sogei potesse avere il controllo sul lavoro che questo personale svolgeva».
A un certo, tuttavia, i rapporti tra Iorio e Cannarsa si interrompono proprio a causa di questa diversità di vedute. È sempre l’ex numero due della controllata del Mef a spiegarlo. «Io con Cannarsa aveva un ottimo e confidenziale rapporto che a un certo punto venne da lui interrotto io credo che tale allentamento sia dovuto al fatto che io avevo capito che tra lui e la Ranzato (titolare di Deas) vi fosse un rapporto sentimentale.
In un paio di occasioni l’ho visto con la signora Ranzato in macchina insieme. E nei messaggi che ho sul mio telefono in sequestro Cannarsa mi ha mandato vari messaggi per favorire la Deas, in particolare ricordo un messaggio avente ad oggetto un subappalto da dare alla Deas a luglio 2024», prosegue Iorio.
[…] Durante l’interrogatorio di dicembre scorso passa anche a un altro punto: la possibile acquisizione di Deas da parte di Maticmind, società di Carmine Saladino, fedelissimo del ministro Guido Crosetto.
«Credo che Cannarsa - dichiara Iorio - stessa dando una mano alla Deas (facendogli aumentare il fatturato grazie ai contratti con Sogei) per farla acquisire da Maticmind di Saladino o da altri, a condizioni favorevoli ai titolari: posso dire questo perchè in un primo momento Cannarsa mi diceva di non fare lavorare Maticmind per poi chiedermi, dopo poche settimane, se avessimo personale Maticmind in Sogei, chiedendomi di essere meno aggressivo e rigido nei loro confronti».
La possibile acquisizione di Deas da parte di Maticmind, tra l’altro, era già stata svelata da Domani, quando rivelò che i bilanci e le ricche commesse pubbliche avevano convinto Ranzato a provare a capitalizzare vendendo appunto la società: la Deas finì sul tavolo dei vertici delle partecipate di Stato. Sempre Domani ha scritto che fosse stata proposta in primis a Fincantieri, con cui Deas collabora, ma dai piani alti dell’azienda di stato fosse pure arrivato un deciso rifiuto.
Anche perché informalmente gli sherpa dell’imprenditrice ipotizzano un prezzo altissimo, superiore ai 100 milioni di euro. Ecco dunque che l’idea di comprare la Deas da pare di Maticmind, società fondata da Carmine Saladino (che ha ancora il 15 per cento) e partecipata oggi da Cdp Equity (altro 15 per cento) e dal fondo Cvc (che ne detiene il 70). Come detto si tratta di un’azienda specializzata in cybersicurezza che Crosetto conosce bene: il ministro è amico di Saladino e ha vissuto nella casa romana dell’imprenditore per qualche tempo.
STEFANIA RANZATO - CRISTIANO CANNARSA
Non solo: attorno a Maticmind si muovono figure vicine al meloniano. Come Giancarlo Innocenzi Botti, che di Maticmind è stato consigliere d’amministrazione e che ha voluto proprio Crosetto testimone di nozze. A ogni modo l’operazione di compravendita, per ragioni ancora poco chiare, non andò in porto. Ma pazienza perché gli affari di Deas, grazie alle commesse pubbliche, vanno tuttora benissimo.
[…]
È il 15 ottobre quando Iorio viene arrestato in flagranza per corruzione. Il funzionario pubblico, che oggi chiede di patteggiare, finisce in carcere insieme all’imprenditore Massimo Rossi. Quello che i pm scoprono è un «articolato sistema corruttivo» con ramificazioni non solo nella spa guidata da Cannarsa, ma anche all’interno del ministero della Difesa e al Viminale.
Tangenti in cambio di aggiudicazioni di maxi gare, a volte anche a cadenza regolare e nell’ordine delle decine di migliaia di euro. E poi incroci pericolosi che portano a iscrivere nel registro degli indagati diciotto persone: tra di loro anche un manager di Tim e di Ntt Data e, ancora, l’ex hacker Andrea Stroppa, meglio noto come l’uomo di Elon Musk in Italia. Un vero e proprio terremoto giudiziario.
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Tra gli indagati dell’inchiesta romana, è noto, c’è anche l’ufficiale della Marina Antonio Angelo Masala. Distaccato presso il sesto reparto dello stato maggiore della Difesa, Masala è in particolare accusato di aver ricevuto, per il tramite della moglie Valentina Patrignani, somme di denaro ancora da quantificare in cambio dell’aggiudicazione di una gara, cosiddetta Spada, da 180 milioni di euro all’impresa di Massimo Rossi. […]
paolino iorio
STEFANIA RANZATO - ENRICO CREDENDINO
stefania ranzato enrico credendino
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