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Valeria Arnaldi per "Il Messaggero"
Ringhiare. Mostrare i denti. Mordere. Sono vari, più o meno pericolosi, i comportamenti con i quali i cani manifestano aggressività. Il primo passo per affrontare il problema è comprenderne le cause.
«L' aggressività contestuale riferita a un fattore contingente è normale - dice Cristina Bonini, membro Commissione Tecnica Aieci-Associazione Istruttori Educatori Cinofili Italiani - alcune persone in situazioni di stress possono avere reazioni violente, lo stesso accade per i cani. In talune razze, in particolare quelle dette da lavoro, certe caratteristiche si manifestano in modo più evidente ma ciò non esclude episodi in quelle docili.
A determinare tali comportamenti possono essere stress, situazioni di disagio, cattiva gestione dell' animale in casa, a partire dallo scarso rispetto delle sue esigenze, diverse da razza a razza e da animale ad animale».
A incidere è la scarsa comprensione dei modi con i quali viene comunicato il disagio. «Si vedono spesso immagini di cani abbracciati da bambini o usati nella pet therapy - prosegue - ma in realtà questi animali non amano, ad esempio, i bimbi che li toccano o tolgono loro il cibo dalla bocca, detestano essere abbracciati, ma raramente si insegna che queste cose non si fanno. Quando i cani vivevano all' aperto, potevano allontanarsi dal motivo di fastidio, oggi in casa non hanno possibilità di farlo».
IN APPARTAMENTO Modi per intervenire sulla modalità di reazione comunque esistono. «Per ammorbidire il carattere, quando l' aggressività è eccessiva, si può portare il cane da un veterinario comportamentista o da educatori professionisti.
No ai metodi fai-da-te». Fondamentale è la prevenzione, che si può effettuare valutando le necessità dell' animale, rispettando esigenze e carattere. «I cani possono vivere bene in appartamento, ma devono fare qualcosa che riempia loro la giornata: piccoli giochi magari o, meglio, ogni tanto, una passeggiata in campagna, non in un centro commerciale che, tra affollamento e rumori, è fonte di stress».
La prevenzione inizia da piccoli. «Molti pensano che i cuccioli debbano socializzare in breve tempo, quindi li portano sempre con sé e li fanno avvicinare a tanti cani. È un errore. La sovraesposizione agli stimoli, specie quando non si sa ancora elaborarli, può essere estremamente stressante e può portare successivamente a manifestare atteggiamenti aggressivi.
Il modo corretto di far crescere i cani è far vivere loro le esperienze senza ansia e fretta».
Fin qui, cosa si può fare per evitare che taluni comportamenti si manifestino. «Il problema spiega Bonini - è che le persone colgono le risposte aggressive solo quando superano una certa soglia, senza badare ai segnali che l' animale manda prima.
Quando il cane inizia a fare cose diverse dal solito è bene rivolgersi al veterinario comportamentista. Così ad esempio se fa pipì in casa o se, all' improvviso, non si fa più asciugare le zampe al rientro».
IL DOLORE Ma come si deve rispondere all' aggressività sul momento? «La cosa più importante è non farlo in modo violento, creando dinamiche di scontro. Bisogna rimanere calmi. Se il cane ringhia non vuol dire che morderà, nel 99% dei casi chiede solo distanza.
Allontanarsi quindi potrebbe risolvere il problema. Se invece si è entrati nella proprietà in cui vive è meglio non fare troppi movimenti. In ogni caso, il cane non va sgridato e, sin dai primi mutamenti del carattere, è bene rivolgersi a un professionista». L' aggressività può avere anche cause biologiche.
«Può dipendere da ipertiroidismo, patologie neurologiche o da un dolore cronico non riconosciuto» conclude Bonini .
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