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VIDEO - L'INCONTRO CON LO SQUALO DAVANTI ALLA SPIAGGIA DI ANSEDONIA
VIDEO - IL SALVATAGGIO DELLO SQUALO
Francesca Ferri per ''Il Tirreno'' - http://iltirreno.gelocal.it/
La pinna è affiorata al largo, a pelo d’acqua, sul mare argenteo e liscio come una tavola del primo mattino. Girava in lontananza, poi sempre più vicina, sempre più vicina. Finché non ha oltrepassato la secca davanti alla spiaggia ed è rimasta intrappolato tra la riva e la secca, senza via d’uscita. Uno squalo, lì a pochi metri dal bagnasciuga, solitario naufrago davanti alla spiaggia di Ansedonia, nel comune di Capalbio, la mattina di martedì 5 luglio.
Dimenticate il film “Lo squalo”, dimenticate i denti aguzzi, il sangue, la furia animalesca del temibile pesce di Spielberg. E dimenticate le notizie che arrivano dalle coste Australiane e Sudafricane, con gli squali che pasteggiano a base di surfisti.
IL RACCONTO DEL BAGNINO
Stavolta l’animale era innocuo e ha avuto bisogno dell’aiuto dell’uomo. E l’uomo non si è tirato indietro. "Stavamo pulendo la spiaggia per prepararla per la giornata”, spiega Gabriele Ciani, bagnino del bagno Al Cartello di Ansedonia. “Saranno state le 7. Abbiamo visto questa pinna in lontananza che girava e si avvicinava sempre di più”. Nessuno dubbio che fosse uno squalo: la forma della pinna non mente.
“Me lo sono visto arrivare da lontano, stamani prestissimo: prima ho visto una pinna, poi un’altra. All’inizio saranno stati una cinquantina di metri – racconta il gestore Raffaele Andretta – dalla scogliera del Cartello, davanti al parcheggio. Noi abbiamo continuato a controllare spostamenti e movimenti, rotatori: sembrava disorientato. Si vedevano bene la dorsale e la pinna della coda, come nei film…”
“Nel giro di un’ora era entrato nella secca - continua Gabriele - dove l’acqua è al massimo alta 20 centimetri, e non riusciva ad uscire”. Gabriele e con lui Raffaele Andretta, gestore del bagno, non c’hanno pensato un attimo. Hanno acciuffato una cima, hanno buttato il patino in acqua e hanno raggiunto lo squalo. Da riva li seguiva con lo sguardo Romoletto Di Maggio, l’aiutante. “Forse uno squalo volpe, a giudicare dalla forma della coda, o una verdesca - spiega Gabriele - Era grigio sopra, bianco sotto, lungo 1,80-2 metri, testa bianca e denti piccoli. Bellissimo”.
COME LO HANNO LIBERATO
Squali di questa specie non attaccano l’uomo. Gli squali volpe, tuttavia, se attaccati possono difendersi sferzando delle scudisciate con la coda. Uno squalo così Gabriele non lo aveva mai visto. “Faccio surf anche d’inverno - racconta - e capita spesso di vedere i delfini. Ma squali mai”. Questo qua aveva un occhio malmesso e una ferita sulla coda, “ma nel complesso sembrava sano”, dice ancora Gabriele.
I due hanno cercato un approccio sicuro per loro e per l’animale. “Gli abbiamo legato la coda, e non è stato semplice - racconta il bagnino - Poi, mentre io lo tenevo, Raffaele remava verso il largo”. Un pesce di quasi due metri al rimorchio non sembra un’impresa semplice. Se poi è uno squalo…
“Diciamo che non era tanto contento…”, sorride Gabriele.
Il patino ha puntato oltre le boe di delimitazione della spiaggia, verso punta Tagliata. “Lì l’acqua è più fredda - spiega il bagnino - Questi animali si orientano con un sistema di ultrasuoni e hanno bisogno di alto fondale e acqua fredda. Forse, avvicinandosi alla spiaggia, con l’acqua calda della laguna, ha perso l’orientamento”. Una volta arrivati al sicuro, lo squalo è stato slegato. “E’ rimasto un attimino lì - dice Gabriele - poi è andato via”.
raffaele andretta, gestore del bagno al cartello, e il bagnino gabriele sani
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