COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Estratto dell’articolo di Camilla Mozzetti,Marina Mingarelli per il Messaggero
Di fronte a quella casa cantoniera al Quadraro, domenica sera, erano in due. La vittima dell'ottavo omicidio consumatosi a Roma da inizio del 2023, Andrea Fiore 54 anni, ha aperto la porta a due uomini. Uno è stato fermato, la notte scorsa dalla polizia. Si chiama Daniele Viti, ha 44 anni, è nato ad Alatri e fino allo scorso dicembre viveva a Veroli (provincia di Frosinone).
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A Viti, rintracciato poi a Corviale con la compagna, è stata contestata l'accusa di concorso in omicidio dal momento che non è ancora possibile stabilire se sia stato lui materialmente a sparare contro Fiore oppure il complice, tuttora da identificare. Impossibile procedere per ragioni di tempo con l'esame dello stub, ad esempio. L'uomo, che ha alle spalle precedenti per stalking e maltrattamenti in danno alla famiglia, non ha parlato.
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C'è un aspetto che merita di essere ricordato e che potrebbe alla fine portare a delineare i contorni di un altro omicidio, ad oggi irrisolto. Ovvero quello di Luigi Finizio, 51 anni, freddato la sera del 13 marzo di fronte ad un distributore di benzina di via degli Angeli. Fiore e Finizio erano amici, entrambi cresciuti in quella borgata non distante dal Tuscolano. Con la droga entrambi si erano sporcati le mani e non si può escludere che proprio per una partita di cocaina presa e non pagata oppure sottratta indebitamente entrambi abbiano perso la vita.
IL MOVENTE Chi dei due abbia compiuto lo "sgarro" e chi dei due abbia aiutato l'altro resta da chiarire. Ciononostante che i due omicidi siano collegabili è un'ipotesi più che attendibile. Non solo. Sempre secondo le prime verifiche sembrerebbe che Fiore, separato con due figli e per diversi mesi residente a Tenerife, conoscesse anche l'uomo fermato la scorsa notte e che negli istanti in cui la Scientifica stava svolgendo i rilievi nel distributore di via degli Angeli, la sera del 13 marzo, si sia presentato dicendo: «fatemi passare quello è amico mio». Motivo per cui più di un residente del Quadraro, di chi vive nelle palazzine di fronte alla casa cantoniera dove è stato ammazzato Fiore, va ripetendo: «Negli ultimi giorni, prima che lo ammazzassero, la polizia era quasi sempre qui. Perché?».
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