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Flavia Amabile per "la Stampa"
Ci sono due fratelli, entrambi su una sedia a rotelle, che da quasi cinque mesi dormono in strada o sotto una tenda. Sono disposti a tutto perché non hanno niente da perdere. Siamo già morti, dicono, che cosa potrebbe accaderci di peggio?
E ci sono una ventina di persone armate di tricolore, cartoni e scritte. Si dicono «italiani», da dieci giorni dormono nelle tendine da campo davanti alla stazione Ostiense. à il popolo dei bivacchi che ha preso d'assalto Roma e che tende a aumentare ogni giorno di numero anche se il sindaco Ignazio Marino si è detto contrario: «Ho espresso il mio totale dissenso a accampamenti notturni nelle piazze della città », chiarisce da giorni.
Sarà . Ma Marco, uno dei manifestanti, racconta di aver ricevuto la tenda in cui vive da cinque mesi proprio grazie all'autorizzazione di Marino. E le piazze romane sono sempre più piene. A un certo punto lunedì 16 dicembre a Roma si contavano quattro accampamenti di protesta. Due sono stati smobilitati ma gli altri restano operativi mentre altri ancora potrebbero nascere oggi dopo la manifestazione dei forconi.
Un loro presidio è già presente dall'8 dicembre davanti alla stazione Ostiense, da sempre luogo di rifugio di senzatetto e profughi. Da dieci giorni ci sono anche loro, quelli del Comitato 9 dicembre, che su alcuni cartoni precisano: «Siamo italiani, non forconi».
Ci sono tricolori ovunque, infatti, e molti movimenti di destra nel curriculum della decina di persone che dormono lì stabilmente.
Perché sono lì? «Siamo stanchi di uno Stato che ci ha portati alla disperazione e alla fame», risponde Barbara De Propris, una delle coordinatrici del comitato. Dopo la manifestazione di oggi decideranno come proseguire la protesta.
L'accampamento più antico è quello dei fratelli Biviano, Sandro e Marco, 35 e 31 anni. Era il 23 luglio quando sbarcarono a Roma da Lipari, in Sicilia, e iniziarono a dormire davanti a Montecitorio. Entrambi affetti da distrofia muscolare, in una famiglia dove la malattia del padre si era trasmessa a tutti i figli. «Io sono già morto», dice Sandro con un'espressione che non ha più nemmeno disperazione. «Posso solo scegliere se tornare a Lipari e morire al silenzio fra le quattro mura della mia casa o se lottare qui e dare una speranza a tutti».
Ha scelto la lotta e la sta pagando cara. Dopo un mese di protesta dormendo sui sampietrini lui e il fratello hanno ottenuto una tenda della Protezione Civile. «Con l'autorizzazione del sindaco Marino e della Questura», sottolinea Marco.
Di fronte a questo fiorire di accampamenti hanno provato a far qualcosa di simile anche un centinaio di persone del Movimento Sociale Europeo, una delle tante formazioni di estrema destra. Avevano montato tende e striscioni lunedì al Circo Massimo e si erano battezzati «Campo Roma» per protestare per l'emergenza casa e per il trattamento di favore riservato ai rom. Dopo un pomeriggio di canti e slogan, sono stati mandati via.
Più o meno la stessa sorte hanno subito i precari e i vincitori di concorso. Hanno minacciato di montare le tende da qualche parte sul Campidoglio per chiedere la proroga dei contratti in scadenza il 31 dicembre e una sistemazione per oltre 400 persone che hanno vinto un regolare concorso. Hanno avuto rassicurazioni su un incontro istituzionale e alla fine sono tornati a dormire a casa.
LE PROTESTE A ROMA MONTECITORIO
LE PROTESTE A ROMA CIRCO MASSIMO
LE PROTESTE A ROMA CAMPIDOGLIO
LE PROTESTE A ROMA STAZIONE OSTIENSE
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