RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Massimo Sanvito per “Libero quotidiano”
Storia singolare, quella che vi raccontiamo. Storia di liti e tribunali, e con un verdetto che - come spesso accade - non chiarisce a noi "spettatori" da che parte sia davvero la ragione. Con il "colpevole" accusato di aver messo la madre malata davanti alla moglie nella gerarchia della priorità. E la consorre furiosa che lo cita in giudizio.
Succede che a Messina ci sia una famigliola composta da papà, mamma e figlioletta. La madre di lui, però, è gravemente malata e ha assoluto bisogno di cure. Dall' altra parte c' è una moglie, definita dall' uomo gelosa e possessiva. Proprio lui decide che non può mica fregarsene di chi l' ha messo al mondo, e dunque lascia casa sua per trasferirsi da lei ad assisterla. Allora scoppia il finimondo, con la moglie che si presenta in Tribunale per fargliela pagare: pretende la separazione, e che sia da addebitare solo la marito, ragion per cui è lui che dovrebbe pagare le spese di mantenimento a lei e alla bambina.
Succede poi che il Tribunale, la Corte d' Appello e pure la Cassazione diano ragione alla donna. La colpa è solo dell' uomo, perché ha violato il dovere di coabitazione coniugale. Poco importa che non se ne sia andato di casa per scappare con l' amante, ma per l' appunto per curare la mamma malata. Il colpevole della rottura del matrimonio è solo lui. E deve pure pagare gli alimenti, nonostante la (ex) moglie abbia una borsa di studio da 800 euro al mese.
Di fatto, secondo i giudici il marito avrebbe potuto prendersi cura dell' anziana anche senza venir meno ai doveri coniugali. Perché tra i principi del matrimonio, oltre alla fedeltà nella cattiva e nella buona sorte, c' è pure il dovere di vivere sotto lo stesso tetto.
In effetti, lasciare la casa coniugale è un reato previsto dal codice penale, che prevede anche la reclusione fino a un anno di galera o una multa compresa tra i 132 e 1.032 euro. Tutto comprensibile, ma - come detto - qui non si tratta di un fedifrago che abbandona moglie e figlia per scappare con la ventenne di turno. Possibile che, al netto di screzi forse precedenti di cui non siamo a conoscenza, non possa decidere di assistere la mamma malata?
Per andarsene da casa senza rischiare nulla, secondo la legge, il partner deve provare che ci siano stati "infedeltà, violenza fisica, verbale e psicologica, il venir meno dei rapporti sessuali, le inconciliabili incompatibilità caratteriali". Per tutto il resto non esistono giustificazioni.
Ma in tema di violazioni degli obblighi famigliari, i casi curiosi e a dir poco discutibili non mancano.
A inizio anno, per esempio, una donna di Sassari è stata condannata dalla Cassazione perché se n' era andata di casa per due giorni. Dopo vent' anni di matrimonio ha deciso di prendersi una pausa di riflessione e allontanarsi dal marito e dai due figli. Mai una scappatella, mai una sbandata, mai un tradimento. Il tempo di capire che voleva proseguire la sua vita insieme alla sua famiglia e si è ripresentata a casa.
Peccato che la serratura era già stata cambiata e il suo compagno di una vita si è rifiutato di darle una seconda possibilità. La magra consolazione è stato l' affidamento congiunto del figlio più piccolo, che ora vive con lei. Ma intanto la donna ha perso l' assegno di mantenimento e la casa coniugale, oltre a vedersi confermato l' addebito. I giudici non hanno fatto sconti: alla donna sono bastate 48 ore per rovinarsi.
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