COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Paolo Conti per il Corriere della Sera - Estratti
«Quella casa non poteva andare dispersa. Lì Pier Paolo Pasolini, un grande protagonista della nostra cultura, dalla letteratura al cinema al pensiero critico, ha scritto Ragazzi di vita.
E per certe periferie romane, dove purtroppo la malavita arruola la manovalanza giovanile soprattutto per il traffico di droga, non basta la polizia, non bastano dieci, cento arresti. Occorre creare punti di aggregazione. E questa casa vuole accendere un faro di speranza diventando un luogo aperto a tutti gli artisti, a tutti gli intellettuali del mondo che si ritroveranno a parlare, a confrontarsi, a studiare nel nome di Pasolini».
Il produttore Pietro Valsecchi spiega così la sua decisione di acquistare all’asta e poi donare al ministero della Cultura la casa al primo piano di via Giovanni Tagliere 3, a pochi metri dal carcere di Rebibbia, a Ponte Mammolo, nella periferia nord-est di Roma.
Poco più di 70 metri quadrati, la prima residenza romana del regista, poeta e scrittore: lì Pasolini abitò dal 1951 al 1954 con sua madre Susanna, pagando un affitto di 13.000 lire mentre insegnava Lettere alla scuola media Francesco Petrarca di Ciampino (tra i suoi studenti ci fu un altro futuro scrittore, Vincenzo Cerami, che poi sposò la cugina di Pasolini, Graziella Chiarcossi). E lì scrisse non solo Ragazzi di vita ma anche la raccolta poetica Le ceneri di Gramsci.
Domani, al ministero della Cultura, avverrà la consegna formale della casa da parte di Pietro Valsecchi (che l’ha acquistata all’asta nel maggio 2022 per 170.000 euro) alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano e del direttore generale dei Musei, Massimo Osanna. Si conclude così una lunga storia: gli abitanti della zona si sono mobilitati per anni proprio per fare di quell’appartamento un luogo pubblico, un punto di riferimento culturale in una zona socialmente difficile della capitale.
Già nel 2013 il Comune di Roma progettò una Casa internazionale della Poesia, ma non se ne fece nulla. E anche ora, dopo l’acquisto da parte di Valsecchi, l’assemblea capitolina aveva approvato all’unanimità la proposta di acquisizione il 29 maggio 2023 (se ne trova ancora traccia sul sito ufficiale del Campidoglio). Ma poi l’atto non è mai stato perfezionato.
casa romana di pasolini via tagliere
E così l’ufficio di gabinetto del ministero della Cultura, dopo i contatti con Valsecchi (legato alla figura di Pasolini dal 1975, quando collaborò con Laura Betti per la raccolta del materiale d’archivio del poeta e regista) il 15 febbraio 2024 ha comunicato ai paralleli uffici del Campidoglio l’intenzione di acquisire l’immobile.
Rapida e positiva la risposta del Comune di Roma che ha visto nell’inserimento della casa nella Rete museale nazionale la soluzione migliore per la sua valorizzazione. Dopo il via libera dell’Agenzia del Demanio, ecco la cerimonia di domani. Commenta il ministro Sangiuliano: «Pier Paolo Pasolini è stato un grande intellettuale del Novecento, che ha scavato meglio di altri nelle contraddizioni della società italiana.
(...)
La Casa di Pasolini farà parte della Direzione Musei Nazionali della Città di Roma — Istituto Pantheon e Castel sant’Angelo: di quel circuito fanno parte già le case-museo Mario Praz, Boncompagni Ludovisi e Hendrik Christian Andersen. Entro un anno il ministero realizzerà i necessari lavori di adeguamento, ristrutturazione e valorizzazione. Come spiega una nota del dicastero si pensa «a una casa per poeti, scrittori, cineasti e luogo di sviluppo della creatività dei giovani talenti col coinvolgimento del Municipio IV del Comune di Roma e delle associazioni di base del territorio».
casa pasolini roma via tagliere 2
La casa viene così descritta da Pasolini in Poeta delle ceneri del 1966: «Abitammo in una casa senza tetto e senza intonaco,/ una casa di poveri, all’estrema periferia, vicino a un carcere./ C’era un palmo di polvere d’estate, e la palude d’inverno./ Ma era l’Italia, l’Italia nuda e formicolante,/ coi suoi ragazzi, le sue donne,/ i suoi “odori di gelsomini e minestre povere”,/ i tramonti sui campi dell’Aniene, i mucchi di spazzature:/ e, quanto a me, i miei sogni integri di poesia». Ora molto è cambiato in quella zona, ma il dono di Valsecchi e la trasformazione della casa in museo-spazio pubblico può veramente accendere una luce, nel segno della cultura, in una periferia ancora molto problematica.
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