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UN CASO DI OMICIDIO-SUICIDIO CHE SI POTEVA EVITARE? - IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ANALIZZERÀ IL FASCICOLO DI EMANUELE DE MARIA, DETENUTO 35ENNE CHE HA UCCISO UNA SUA COLLEGA E POI SI È SUICIDATO GETTANDOSI DAL DUOMO DI MILANO - DE MARIA, GIA' CONDANNATO PER OMICIDIO NEL 2016, STAVA SCONTANDO LA PENA NEL CARCERE DI BOLLATE E DAL 2023 AVEVA OTTENUTO IL PERMESSO PER LAVORARE FUORI DALLA PRIGIONE - LE STATISTICHE SUI DETENUTI CHE, MENTRE SCONTANO LA PENA, SONO IMPIEGATI ALL'ESTERNO DEL CARCERE: SOLO IL 17% TORNA A DELINQUERE (A FRONTE DEL 69% DI CHI RIMANE TUTTO IL TEMPO IN GALERA)

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CASO CHOC, MA I NUMERI PREMIANO LE MISURE ALTERNATIVE

Estratto dell'articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

EMANUELE DE MARIA SUL DUOMO DI MILANO

Torna a delinquere il 69% di chi sconta la pena tutta e solo in carcere, ma, siccome non «si vede», neppure fa interrogare sul perché lo si accetti visto che nessun consumatore accetterebbe una fabbrica che rivendesse i suoi prodotti difettosi 7 su 10, o un ospedale che su cento malati dimessi ne rispedisse 70 di nuovo al Pronto soccorso.

 

Non «si vede» anche che torni a delinquere solo il 17% di chi al contrario sconta parte della pena in misura alternativa al carcere, e addirittura solo il 5% di chi lavora all’esterno. E non «si vede» che solo l’1,2% in 5 anni abbia commesso un reato durante i benefici e se li sia perciò visti revocare.

 

Invece «si vede», eccome, il detenuto che la sera non torna in carcere dal lavoro esterno diurno, e si getta dalle terrazze del Duomo dopo aver ucciso una collega e quasi ucciso un collega nell’hotel che l’aveva assunto: specie se nel 2018, per l’assassinio nel 2016 di una 23enne tunisina, a Santa Maria Capua a Vetere aveva avuto 14 anni e 3 mesi grazie soprattutto alla riduzione del rito abbreviato, rito che oggi (per legge dal 2019) non gli sarebbe stato più possibile su un’accusa in teoria da ergastolo. [...]

 

EMANUELE DE MARIA

Su 153.723 affidamenti in prova/detenzioni domiciliari/semilibertà tra il 2018 e il 2022, le revoche sono state 14.586 in 5 anni, pari al 9,4%. Ma le due ragioni più frequenti, ’«andamento negativo» e «cambio di status giuridico», significano che il sistema a fine misura ha ritenuto non superata la prova, o che sono nel frattempo maturate precedenti pendenze giudiziarie non più compatibili con i benefici. Invece le revoche per «commissione di altri reati» in 5 anni sono state un settimo di tutte le revoche: appunto solo l’1,2% del totale dei benefici.

 

IL MINISTERO INDAGA SUL PERMESSO ALL’EVASO IL PM: AVEVA UN PIANO

Estratto dell’articolo di Ilaria Carra e Massimo Pisa per "la Repubblica"

 

EMANUELE DE MARIA E CHAMILA WIJESURIYA

[…] Emanuele De Maria era uno degli oltre 700 (su 1.380) detenuti di Bollate che lavorano. Nel caso specifico uno dei 200 “ventunisti”, che per l’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario avevano i requisiti per lavorare all’esterno. Il suo fascicolo è ora al vaglio del ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio, che ha chiesto gli atti sul suo percorso, sta studiando il suo dossier. E valuta un’eventuale ispezione. Quella che chiede, con un’interrogazione, il presidente dei senatori forzisti, Maurizio Gasparri.

 

Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, invoca «una necessaria riflessione » sull’accaduto e chiede «che venga fatta luce» sul perché De Maria «non fosse ritenuto socialmente pericoloso». Non entra nel merito delle leggi, il sindaco milanese Beppe Sala, ma «capisco lo sgomento, è difficile spiegare ai cittadini come, dopo un omicidio, la condanna sia di 14 anni e dopo non molti anni il condannato possa uscire».

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