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Cesare Giuzzi per il Corriere della Sera
La fuga di Gianco, il bandito con la sindrome di Priapo, è finita in una villa a El Vendrell, vicino a Tarragona, con il clima mite della costa spagnola. Era solo in casa, s' è arreso senza cercare di scappare. Francesco Castriotta, 43 anni, dalla Spagna aveva continuato a fare quello che gli riusciva meglio: trafficare chili di cocaina dal Sudamerica verso i mercati di spaccio di Milano. Quelli di Quarto Oggiaro e di piazza Prealpi, gli stessi luoghi dove già negli anni Novanta, ai tempi dell' operazione Terra Bruciata, Gianco e i suoi uomini vendevano quintali di eroina e coca.
Era latitante dal settembre 2010, scomparso mentre era ai domiciliari nella sua casa di via Laveno a Ospiate di Bollate, a Nord di Milano. Deve scontare una condanna a 21 anni e due mesi per narcotraffico. Castriotta era ai domiciliari dopo essere stato arrestato nel maggio del 2008 dal pm Marcello Musso. Il giudice del Tribunale di sorveglianza lo aveva scarcerato qualche tempo dopo per motivi di salute. E le ragioni di quel provvedimento avevano scatenato molte polemiche, anche se la decisione era stata motivata con tanto di pareri medici. Castriotta è infatti stato riconosciuto come affetto da priapismo, malattia (alquanto rara) che provoca erezioni dolorose e prolungate anche per quattro o cinque ore.
All' udienza davanti al giudice, una donna, s' era presentato insieme al suo legale con un contenitore di ghiaccio sul basso ventre. Una scena che i presenti ricordano ancora con grande imbarazzo. In ogni caso la patologia era stata giudicata incompatibile con la detenzione. A settembre 2010, il giorno dopo una condanna in primo grado a 31 anni di carcere, Castriotta era sparito. So che verranno a prendermi. All' idea di tornare dentro mi sale l' angoscia, preferisco farla finita ma da uomo libero, aveva scritto in un biglietto rivolto alla compagna.
I carabinieri dei Ros di Milano, guidati dal colonnello Paolo Storoni, lo hanno trovato seguendo i movimenti del fratello, della mamma e del papà che sono andati a trovarlo durante le vacanze di Natale. Gli investigatori hanno monitorato i loro spostamenti a distanza. Hanno capito che qualcosa di importante stava succedendo quando i familiari si sono procurati una macchina pulita, una Volkswagen Tiguan, intestata a un amico, e si sono messi in viaggio verso la Spagna. A quel punto hanno segnalato la targa ai mossos d' esquadra spagnoli che sono riusciti ad agganciare la macchina nella provincia di Tarragona e sono risaliti alla casa presa in affitto a El Vendrell.
IL BLITZ MARTEDÌ MATTINA
Decisiva è stata anche un' intercettazione telefonica registrata pochi giorni prima di Natale, dove un familiare del latitante diceva di dove comprare conserva di pomodoro da portate in Spagna: Lui voleva la salsa, da comprare all' Esselunga, lo sai?. Al rientro, alla frontiera di Ventimiglia, durante un finto controllo casuale, gli investigatori hanno sequestrato a bordo della vettura pc, tablet e pen drive che Castriotta aveva affidato al fratello e ai genitori. Tutto materiale prezioso che ora è nelle mani del pm Marcello Musso che a Castriotta e al gruppo di Quarto Oggiaro ha dato la caccia per più di dieci anni con oltre 200 arresti (e condanne) nell' indagine Pavone.
Un' inchiesta infinita che ruota attorno al padrino Biagio Crisafulli, detto Dentino , negli anni Novanta uno dei re del narcotraffico a Milano. Castriotta a quei tempi, seppur molto giovane, lavorava già nella batteria di Dentino. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 2006 un altro trafficante aveva tentato di uccidere a pistolettate il fratello Massimo, anche se il vero obiettivo era Gianco . E così da quel giorno Castriotta aveva iniziato a girare armato. Questo arresto è un grande successo dello Stato, un regalo di buon anno alla popolazione. La dedizione, il lavoro, i sacrifici e la determinazione hanno permesso di raggiungere questi risultati, ha spiegato il pm Musso.
Il sospetto degli investigatori è che Gianco continuasse a trafficare droga attraverso i suoi canali storici. Manovalanza delle cosche calabresi, e non solo, uomini che ancora controllano il mercato della coca di Quarto Oggiaro.
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