bangkok

SÌ VIAGGIARE, MA DOVE? A CAUSA DI ATTENTATI E TERRORISMO, LE METE DISPONIBILI PER I TURISTI SONO SEMPRE MENO - I TOUR OPERATOR SONO COSTRETTI A CAMBIARE ROTTE E RIDURRE I PREZZI - CHE MAZZATE PER TUNISIA E THAILANDIA

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Stefano Rizzato per “la Stampa”

 

ATTENTATO BANGKOKATTENTATO BANGKOK

Sempre più viaggiatori e viaggi. Ma sempre meno destinazioni da poter chiamare sicure. Il turismo globale cresce, senza sosta: più che raddoppiato rispetto a vent' anni fa, nel 2012 ha superato il miliardo di arrivi e partenze annui, e anche nel 2015 è in aumento. Ma al tempo stesso si espande, come un virus, anche la mappa dei Paesi a rischio. Quelli da evitare o sconsigliati, quasi sempre per via del terrorismo.

 

È un virus molto mediterraneo, che ha quasi cancellato dalle rotte turistiche nazioni come Tunisia, Egitto, Libano, oltre a Siria e Libia. Oggi anche la Turchia rischia, con gli attentati recenti. Ma le bombe sono arrivate fino a Bangkok. E off limits restano le tante bellezze di Yemen e Iraq, Afghanistan e Pakistan, Corno d' Africa, Sudan, Congo.

ATTENTATO BANGKOKATTENTATO BANGKOK

 

ATTACCO AI TURISTI

Non è un caso che succeda. La bomba nel tempio di Bangkok e la strage in spiaggia a Sousse sono capitoli scritti dentro una storia che ne ha già visti parecchi altri. Il turismo genera il nove per cento del Pil globale e un posto di lavoro ogni undici.

 

Ma per alcuni Paesi - Thailandia e Tunisia comprese - è il perno intorno al quale tutto ruota. Uccidere chi viaggia e seminare il terrore può mettere in ginocchio un' economia e rendere vulnerabile un popolo. L’Isis ha questi obiettivi e per questo continua a farlo.

 

«Proprio per l' Isis oggi c' è una preoccupazione più diffusa, non localizzata su uno o due Paesi», conferma Enrico Ducrot, amministratore delegato del tour operator Viaggi dell' Elefante, tra quelli specializzati in itinerari esotici e avventurosi. «Non possiamo snaturarci - dice oggi - ma negli ultimi anni abbiamo dovuto togliere più di un Paese dai nostri programmi. Però rimangono per fortuna luoghi simili dove non ci sono stati problemi: nazioni come Iran, Giordania, Armenia e Marocco, che teniamo nella nostra offerta».

attacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 9ec05cattacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 9ec05c

 

QUESTIONE DI FIDUCIA

Il turismo, insomma, va avanti. Nonostante tutto. Ma deve continuamente ridisegnare le sue rotte, come si è visto anche nei primi quattro mesi del 2015. Da gennaio ad aprile spicca il calo dell' Africa, che è scesa del sei per cento per numero di turisti, tra l' epidemia di ebola e il terrore. Crescono bene invece le Americhe, l' Oceania e l' Europa. «In pochi l' hanno detto - osserva Ducrot - ma i dati positivi sull' Italia dipendono anche dalle difficoltà che attraversano altre destinazioni del Mediterraneo».

 

attacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 70dc3bfattacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 70dc3bf

Secondo il World Travel & Tourism Council, è tra gli 8 e i 26 mesi il tempo che serve a una destinazione per riprendersi da una bomba o da un disastro naturale. «Ma alla Thailandia - spiegano - potrebbero bastare due o tre mesi, perché già in passato si è dimostrata capace di rialzarsi. In genere il terrorismo richiede più tempo, perché la percezione pubblica è fondamentale. I turisti tornano se hanno fiducia nella capacità del governo di riportare la sicurezza».