DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
STRAGE SUVIANA, LA VERITÀ DELLA CENTRALE DI BARGI DALLA SCATOLA NERA: LA TURBINA HA SURRISCALDATO GLI OLII
Estratto dell’articolo di Claudia Guasco per “Il Messaggero”
LE RICERCHE DEI SOMMOZZATORI - CENTRALE IDROELETTRICA DI BARGI - DIGA DI SUVIANA
I due operai che lavoravano accanto alla turbina al nono piano interrato erano consci che stava accadendo qualcosa di grave, gli altri due compagni trovati nei pressi delle vie di fuga forse sono scesi per aiutarli o sono stati proiettati verso il basso dall’esplosione. Tutti, è il pensiero che angoscia i soccorritori, hanno probabilmente avuto il tempo di capire che non sarebbero usciti vivi dalla centrale di Bargi.
Enel Green Power ha consegnato alla Procura la scatola nera che registra tutti i dati dell’impianto, da qui potranno essere estrapolate informazioni preziose su ciò che è accaduto. Ma già ora dalla posizione delle vittime, dalle immagini dei vani crollati e allagati registrate dai droni subacquei e dai sommozzatori, gli investigatori hanno un’ipotesi circostanziata del disastro. E su ciò che ha provocato la fiammata letale.
LE VITTIME DELL ESPLOSIONE DELLA CENTRALE IDROELETTRICA ALLA DIGA DI SUVIANA
Nell’impianto che si affaccia sul bacino di Suviana sono da poco passate le 14 di martedì, si lavora al programma di efficientamento arrivato alla fase finale, il collaudo del primo gruppo di generazione è stato effettuato qualche giorno prima e manca solo il secondo. La turbina è collocata al meno nove. Si tratta di un pezzo unico, sale in verticale nel pozzo di aspirazione centrale che collega i vari piani e arriva al meno otto.
ricostruzione dell esplosione alla centrale idroelettrica di bargi - lago di suviana
Qui, in cima, è montato l’alternatore. Per consentire il movimento rotatorio della turbina, nel punto di collegamento con l’alternatore ci sono dei cuscinetti contenenti oli lubrificanti. «Sulla turbina di Bargi ce n’erano almeno due, molto grandi - spiega un investigatore - Ciascuno contiene circa tremila litri di olio».
È questo il materiale che fa da innesco. In base alla ricostruzione, la turbina sarebbe andata fuori giri, troppo veloce, e ciò avrebbe aumentato a dismisura il calore dell’olio. Per effetto dell’incontrollata accelerazione subita, la turbina va in pezzi provocando scintille che danno fuoco agli oli. Da qui sarebbe partito l’incendio, seguito dal crollo e dall’allagamento. Le ultime fasi prima dell’incidente, così come vengono delineate dagli investigatori, danno un senso a quanto riferito dai sopravvissuti: c’è chi parla di uno scoppio, chi di un’esplosione, quindi la fiammata. […]
Quello che al momento per gli inquirenti non ha una spiegazione è: come mai la turbina avrebbe accelerato? La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo, senza iscrizioni nel registro degli indagati, nei prossimi giorni verranno nominati i tecnici incaricati della perizia. Intanto magistrati hanno posto le basi dell’inchiesta. Enel Green Power ha fornito la scatola nera, il cosiddetto sistema Scada, una sim che contiene tutte le informazioni sul funzionamento dell’impianto. Messa a disposizione dalla società anche la documentazione. […]
HO GRIDATO AGLI ALTRI: SCAPPATE E MENTRE RISALIVO IN SUPERFICIE IN BASSO È SCOPPIATO TUTTO»
Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per “Il Corriere della Sera”
sommozzatori nella centrale idroelettrica al lago di suviana 1
«Quando sono arrivato loro stavano già lavorando. Ho l’abitudine di scendere e andare a salutarli tutti, lo faccio sempre. Qualche volta porto giù anche un caffè. Così sono sceso mentre stavano facendo il collaudo. Ho sentito l’alternatore che faceva questo rumore un po’ anomalo e all’inizio non gli ho dato troppo peso. Poi è andato fuori giri...».
L’orecchio allenato di chi lavora in una centrale coglie le irregolarità. Emanuele Santi, dipendente dell’Enel Green Power, l’ha colta appena ha messo piede sulla scala che portava giù, verso i piani dov’erano in corso le prove. Non ha raccontato di odori strani. Ma quello che sentiva non era il solito frastuono, appunto.
Un gradino, un altro, un altro ancora e quel rumore — per dirla con le sue parole — è diventato «assurdo», come se qualcuno stesse «scuotendo» la macchina. Quel «fuori giri» invece di diminuire cresceva. «Diventava sempre più forte, non si fermava più», è il ricordo di quest’uomo che è ancora lì, alla centrale, anche quando torna a casa dalla sua compagna e da sua figlia, una bambina di 10 anni.
sommozzatori al lago di suviana
Lui è lì con la memoria, con le voci dei colleghi, con il fumo nero e denso che riempie l’aria. C’è stato un momento in cui Emanuele Santi ha intuito che da quel rumore non si tornava indietro, che quel «fuori giri» era portatore di un disastro. Chi ha parlato con lui dice che a quel punto si trovava al piano -4: «Quando ho capito che non si sarebbe fermato ho cominciato a gridare: via, via tutti, fuori! E sono scappato su», mentre al piano -8 «è scoppiato tutto», mentre il solaio del -7 crollava, mentre l’acqua si prendeva il -9.
Nessuno scampo per chi si trovava al livello dell’esplosione (erano in tre), niente da fare nemmeno più giù, vicino alla turbina del -9 (lì erano in quattro). Gli altri, ustionati, feriti o intossicati, sono riusciti a raggiungere l’uscita. Il racconto di Emanuele Santi sarà fra le prime testimonianze ad arrivare in procura. […]
RICERCHE DEI DISPERSI - CENTRALE IDROELETTRICA DI BARGI - DIGA DI SUVIANAalessandro dandrea ricerche dei dispersi esplosione alla centrale elettrica alla diga di suviana 2ricerche dei dispersi esplosione alla centrale elettrica alla diga di suvianavincenzo garzillo bologna sciopero per l incidente alla diga di suviana centrale idroelettrica di bargi incidente alla centrale del lago di suviana pavel taneseil cartello dei lavori alla diga di suviana ricerche dei dispersi esplosione alla centrale elettrica alla diga di suviana. giuseppe petrone - capo della squadra sommozzatori al lago di suviana
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