DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1 - DA FIORELLO A CELENTANO L'IMBARAZZO DI CHI CI CREDEVA
R.M.
Tra entusiasti e possibilisti il metodo Stamina piaceva a tanti. Piaceva ad Adriano Celentano che chiedeva di «seppellire di messaggi il ministero della Sanità perché mi ha colpito profondamente la vicenda della piccola Sofia». Colpiva Fiorello che nella sua Edicola aveva voluto Davide Vannoni per poi chiosare, prima di cancellare il video: «Ci sono dei risultati sotto gli occhi di tutti».
Per non parlare dei 600 giudici che con 180 sentenze hanno obbligato strutture sanitarie pubbliche a sottoporre a infusioni di cellule 64 pazienti. Alla fine un gigantesco abbaglio che ha coinvolto tutti ma proprio tutti, lasciando spesso ai margini la comunità scientifica, l'unica che avrebbe avuto diritto di parola.
Davide Parenti, autore de «Le Iene», la trasmissione di Italia 1 accusata di avere fatto una campagna pro Vannoni, non si rimangia nulla: «Se questa cosa fa male, allora bisogna andare da quelle 64 famiglie e scusarsi. Ma queste famiglie che noi abbiamo incontrato dicono che quelle cure fanno bene. Io non so cosa ci sia dietro. Bastava testare il metodo, perché non è stato fatto?». Alla fine la domanda che si pongono tutti quelli che ci hanno creduto.
Se Davide Vannoni ha avuto un merito è stato quello di far cortocircuitare un intero Paese. Il Comitato di Bioetica di Brescia dava parere favorevole alle infusioni, in Regione Lombardia la maggioranza lo scorso ottobre presentava una mozione per far pressione sul governo.
Alla fine non si capiva niente tra il Senato che votava praticamente all'unanimità il protocollo di sperimentazione e il ministro Beatrice Lorenzin che oggi dice: «Si è speculato sul dolore delle famiglie. Ci ha costretto il Tar ad andare avanti». Cinzia Bonfrisco di Forza Italia aveva presentato una mozione in Senato e non si rimangia nulla: «Il cuore del problema è ancora irrisolto. Perché nessun incaricato è andato a visitare i bambini? Lo Stato aveva il dovere di verificare il metodo Stamina».
La stessa domanda che alla fine si fa il deputato 5 Stelle Andrea Cecconi: «Fino a quando non si fosse fatta la sperimentazione nessuno avrebbe potuto dire che il metodo non era corretto. Toccava alla scienza e non ai giudici dire se il metodo era efficace o meno». Come disse Maria Amato, relatrice per il Pd alla Camera, poco prima del voto che con 4 astenuti e 504 favorevoli dava il via alla sperimentazione: «Il dolore non ha colore nè può essere affrontato con retorica o spettacolarizzazione. Questa proposta di legge consente a Stamina una sperimentazione secondo le regole».
2 - LA DIFESA DE "LE IENE": "ERANO SOLO NOTIZIE"
Valeria Pacelli per il "Fatto quotidiano"
Sono stati tanti i servizi che Le Iene hanno mandato in onda nel 2013. Giulio Golia, l'inviato del programma in onda su Italia 1, ha incontrato i padri e le madri dei bambini affetti dalla Sma, la malattia delle cellule nervose delle corna anteriori del midollo spinale che limita o impedisce ogni attività , anche quelle più semplici come camminare. Ci sono stati decine di servizi sui casi dei malati, che sono costati al programma l'accusa di aver avvalorato un metodo come quello di Stamina che per la procura di Torino non è altro che il frutto di un'associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
"Siamo stati i primi a dire che Davide Vannoni era indagato", ci tiene a precisare Davide Parenti, autore del programma televisivo, attaccato anche da Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita. "Sul caso Stamina l'informazione-spettacolo è stata irresponsabile", aveva detto la Cattaneo in una lettera inviata insieme ad altri due scienziati alla Stampa.
"A nostro avviso - continua la senatrice - Le Iene hanno gravi colpe nell'avere concorso a costruire, insieme a Vannoni, l' âinganno Stamina'. Con una responsabilità morale forse equivalente a quella dello âstregone di Moncalieri' e con un impatto comunicativo sicuramente superiore a quello che âuno o più stregoni' avrebbero mai potuto avere". Accuse pesanti mosse a Davide Parenti, che, sentito dal Fatto , spiega: "Noi volevamo solo portare l'attenzione sulle famiglie. Abbiamo chiesto mille volte, anche alla Cattaneo di parlare con i parenti dei bambini malati. Nessuno lo ha fatto. La verità è che in Italia dei malati di Sma non frega nulla a nessuno".
E così Davide Parenti difende a denti stretti i servizi di Giulio Golia che più volte hanno portato sullo schermo le scene dei bambini, che a detta dei genitori, dopo aver provato la cura a Brescia, facevano piccoli miglioramenti. à stata data voce anche ai medici che confermavano i miglioramenti dei bambini affetti dalla malattia. Come Gaetano Villanova, "massimo esperto in Italia di Sma uno, - dice Giulio Golia in un servizio del novembre scorso - e che al contrario degli esperti del comitato scientifico del ministero, ha visitato bambini prima, durante e dopo che si sono sottoposti alle infusioni e ne ha certificato i miglioramenti".
Molti servizi si concludevano quindi con un appello del genitore che chiedeva di autorizzare il metodo Stamina. Come il papà di Noemi, la piccola che le telecamere di Italia Uno hanno immortalato in udienza dal Papa. "Noi abbiamo presentato il ricorso che la legge può farci accedere (alle cure staminali, ndr) - ha dichiarato il padre della piccola al Papa - ma non ce lo permette.
Padre se l'Italia condanna mia figlia voi, che siete il Vaticano, un altro Stato, datemela questa possibilità di fare le cellule staminali, perchè non deve?." Appelli come questi sono costati alle Iene pesanti accuse. E su questo Davide Parenti precisa: "Non sappiamo se questa cura funzioni o meno, probabilmente no. Ma le famiglie che hanno usato questo metodo sono convinte che faccia bene ai loro figli. E queste famiglie non avevano altro che la speranza, perchè per la Sma uno non c'è nulla da fare. O morire o provare a lottare".
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