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CHIUDONO LE DISCOTECHE? ECCO I BEACH PARTY E LE FESTE PRIVATE - AGGIRARE I DIVIETI E’ FACILE: CENTINAIA DI PERSONE SI RITROVANO A BALLARE IN SPIAGGIA, SENZA MASCHERINA, O NELLE VILLE CON PISCINA - A GALLIPOLI UNA STRISCIA DI SPIAGGIA SOTTO SEQUESTRO E’ STATA OCCUPATA PER UNA FESTA CON MUSICA, ALCOL E ASSEMBRAMENTI - A ROMA SPUNTANO LE “CENE SPETTACOLO”, I “LIVE SHOW”, LE “SELEZIONI MUSICALI” CHE SONO UN MODO PER…
L. De Cic. per “il Messaggero”
In centinaia a ballare in spiaggia, da Bisceglie a Gallipoli, a distanza di bracciolo gonfiabile, altro che di un metro, senza la mascherina nemmeno sul gomito, tanto per sfoggiarla tra un passo di danza e l'altro. Feste private nelle ville con piscina in Sicilia. «Serate musicali» negli stabilimenti sul lungomare di Roma abituati al dj-set, parola tabù dal 16 agosto, quando il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha chiuso le discoteche del Belpaese. Ma fatta la legge, anzi l'ordinanza, ecco la corsa ad aggirare i divieti, per assicurarsi che la giostra dello sballo notturno continui a girare, come prima più di prima. Cambia soltanto la forma.
«Vietato il ballo, via libera agli assembramenti», dicono inviperiti i gestori dei locali notturni. Un loro sindacato, il Silb-Fipe (associazione italiana imprese di intrattenimento di ballo e spettacolo), addirittura promette di sguinzagliare detective a caccia di affollamenti musicali alternativi, i raduni che le norme d'urgenza non sono riuscite a vietare. Per provare a dimostrare che mentre loro, i gestori delle disco coi cancelli sbarrati, azzerano gli incassi, le comitive dei vacanzieri danzano, senza mascherina, comunque.
BEACH PARTY
Dove? A Gallipoli questo weekend decine di giovani hanno occupato, senza lo straccio di un'autorizzazione, una striscia di spiaggia, peraltro sotto sequestro: festa con musica, alcol, assembramenti vari. Su un altro tratto di costa pugliese, a Bisceglie, sulla litoranea di Levante, altro lido, altro beach party: reggae sparato dalle casse portate sul bagnasciuga fin dalla tarda serata di sabato, sono dovuti intervenire i carabinieri per fermare musica e assiepamenti pericolosi.
A Roma invece, mentre gli stabilimenti sul lungomare di Ostia chiudono in successione per i contagi, alcuni tra l'altro avvenuti in scia alle feste balneari di Ferragosto, ci si sta già attrezzando per non spegnere le casse (quelle dei decibel e quelle dei contanti): ecco spuntare in rete e fuori dai cancelli i primi poster con le «cene spettacolo», i «live show», le «selezioni musicali». Spettacoli che il pubblico, c'è da scommetterci, seguirà seduto ai tavoli, a distanza, in buon ordine. O no?
«STRETTA AMBIGUA»
Nella Capitale i vigili urbani, appena letti i documenti che annotavano la stretta, hanno ammesso di non averla capita. Troppo «ambigua». La «sospensione delle attività del ballo» per i caschi bianchi sarebbe un «divieto difficile da comprendere nella sua delimitazione oggettiva» e «ancor più difficile da far eseguire», si legge in una circolare del 17 agosto spedita a tutti i gruppi. Lo stop, ricorda la Municipale, vale, oltre che per le discoteche, per i «locali assimilati all'intrattenimento», una «espressione vaga», che dovrebbe identificare anche gli «esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, dove si svolga, autorizzata o meno, l'attività del ballo».
Quindi bar e ristoranti. Proprio qui, nei ristoranti - altra regola Covid largamente ignorata - i gestori dovrebbero registrare i clienti che prenotano, per permettere alle Asl di ricontattarli in caso di contagio tra chi si è attovagliato nei paraggi. E invece, secondo i dati diffusi a inizio estate dalla Fipe-Confesercenti, a Roma solo il 10% dei commensali viene effettivamente memorizzato nei registri di sala.
«Questione di privacy», dicono i gestori. A Napoli il governatore De Luca, a fine luglio, ha raccontato che molti clienti hanno l'abitudine di lasciare ai camerieri nomi falsi. Spiagge, rave party in campagna, come nel Cremonese, stabilimenti balneari riconvertiti. E ville private, perfette per i bagordi pool view, con la speranza di rimanere fuori dal radar dei controlli. Ma non sempre va così: a Filicudi, Eolie, le forze dell'ordine hanno messo fine a un mega party in un cottage mercoledì; a Panarea, altra festa in villa, centinaia di partecipanti. Otto ragazzi tra i 20 e i 22 anni sono stati segnalati in Procura. Festa finita, almeno per loro.
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