armi sequestrate a un meccanico a milano

ARANCIA MECCANICO - COSA CI FACEVA A MILANO UN MECCANICO 50ENNE CON PISTOLE, GRANATE E CINQUE KALASHNIKOV? LA POLIZIA HA SCOPERTO QUESTO ARSENALE DA GUERRA NEL SUO BAGAGLIAIO DURANTE UN NORMALE CONTROLLO - L'UOMO, ORAZIO NASCA, È STATO ARRESTATO E HA DEI PRECEDENTI: NEL 1998 PRESE PARTE A UNA RAPINA IN CUI RESTÒ UCCISO UN CARABINIERE - LE MICIDIALI ARMI ARRIVEREBBERO DALL'EST EUROPA E HANNO REGOLARE MATRICOLA, MA...

Dal "Corriere della Sera - Edizione Milano"

 

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Sono quasi le 11 di martedì sera. Via Comasina all'altezza della rotonda con via Senigallia. Una volante della polizia vede una Lancia Y con una targa prova, quelle che vengono usate dalle officine per testare le macchine dopo le riparazioni. A quell'ora però è insolito. Così i poliziotti decidono di mostrare la paletta all'autista e danno il via a un controllo.

 

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Alla guida c'è Orazio Nasca, 50 anni compiuti lo scorso 21 ottobre, casa a Garbagnate. Lavora come meccanico ed è titolare della «Nasca cars» di via Monte Generoso a Caronno Pertusella (Varese).

 

Il 50enne però ha un passato molto pesante. Nel 1998, quando aveva 27 anni e faceva la guardia giurata all'istituto «La vedetta» era stato arrestato e processato (11 anni in primo grado) per aver partecipato a una rapina nella quale morì un appuntato dei carabinieri di 35 anni, Giovanni Palermo.

 

Ha anche un precedente più recente e gli agenti decidono di perquisire la sua Lancia. Appena aprono il bagagliaio la scoperta: dentro ci sono decine di involucri avvolti nel cellophane. Hanno forme strane.

 

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Gli investigatori pensano a droga o soldi, ma basta aprirne un paio per capire che sono davanti a uno dei più importanti sequestri di armi da guerra avvenuti negli ultimi anni a Milano.

 

Sono cinque fucili mitragliatori Ak-47 Kalashnikov, arma micidiale impiegata da decenni nei più importanti scenari di conflitto. Insieme ci sono dieci caricatori lunghi e cinque corti, tre pistole semiautomatiche, un silenziatore e quasi 800 munizioni di vario calibro (9 Makarov, 9 Luger e 7.62). Ma soprattutto una scatola con 6 granate tipo «ananas», due libere e quattro ancora nel loro contenitore logistico.

 

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Nasca è stato arrestato per porto e detenzione illecito di armi da guerra e detenzione di armi clandestine. Tutte le armi sono perfettamente funzionanti, ben conservate e i mitra, a un primo esame degli esperti di balistica della polizia Scientifica, risultano essere stati modificati per ridurre la raffica di fuoco.

 

Un accorgimento frequente tra i carichi di armi che vengono venduti dai trafficanti: aiuta ad avere un maggiore controllo dei colpi e una più elevata precisione di tiro. Le pistole sono una P9 Makarov sovietica, una Php Mv Imp croata calibro 9 parabellum, e una M57 c 7.62.

 

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Gli investigatori della squadra Mobile, diretti da Marco Calì, stanno cercando di ricostruire la rete criminale dietro al sequestro. Tutte le armi arriverebbero dall'Est Europa e hanno regolare matricola. Potrebbero però non essere mai state censite nel circuito ufficiale.

 

Nel '98 Nasca lavorava da due anni come guardia giurata. Secondo gli investigatori era stato lui a indicare ai due complici il capannone dismesso della Codelca di Caronno Pertusella dove la banda aveva in programma di derubare della pistola un «collega» di Nasca per procurarsi armi nell'attesa di organizzare colpi su obiettivi più consistenti.

 

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Quella notte Raffaello Bottillo s'era nascosto, armato, nella ditta in attesa del vigilante impegnato in un controllo di routine. Un vicino però aveva dato l'allarme ai carabinieri. All'arrivo della pattuglia, Giovanni Palermo era stato il primo ad entrare ed era stato freddato dal rapinatore preso dal panico.