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COSA CI FANNO MIGLIAIA DI TESLA PARCHEGGIATE IN SITI INDUSTRIALI DEGLI STATI UNITI? A SCOPRIRE LE VETTURE SONO STATI I DRONI DI ‘SHORTY AIR FORCE’, UN GRUPPO DI INVESTIGATORI AMATORIALI (I CUI SOLDI SONO INVESTITI IN AZIONI TESLA) CHE VOLEVA SCOPRIRE SE GLI OBIETTIVI DI VENDITA POMPATI DA MUSK FOSSERO REALI – IL PORTAVOCE DI TESLA: 'SONO CENTRI DI TRANSITO', MA RESTA IL DUBBIO CHE SIANO AUTO RIMASTE INVENDUTE O DIFETTOSE…
Sono pochi quelli già in possesso di una Tesla, eppure le automobili non mancano. Ne esistono in migliaia, ma sono tutte parcheggiate in periferici siti industriali in giro per gli Stati Uniti.
Lo hanno scoperto gli Shorty Air Force, un gruppo di investigatori amatoriali (i cui soldi sono investiti in azioni Tesla) che, armatisi di droni e persino elicotteri, hanno cercato di capire se gli obiettivi di vendita millantati da Elon Musk abbiano effettivo riscontro nella realtà.
Le foto postate su Twitter (social con cui Musk è solito comunicare ai propri acquirenti), mostrano circa 400 modelli Tesla in uno stabilimento di Burbank, altrettanti poco fuori la città di San Francisco, centinaia a Antioch e altri a Bellevue, più depositi più piccoli a Chicago, Dallas, Las Vegas e Salt Lake City.
Il portavoce Tesla Dave Arnold ha spiegato al Nytche i siti fotografati non sono che «centri di transito», ma le auto immortalate con i cofani aperti fanno più pensare a centri di riparazione. Forse, le Tesla sono invendute perché difettose.
Oppure il problema potrebbe riguardare la logistica. Lo stesso Musk ha ammesso (sempre su Twitter) di trovarsi dentro «l’inferno della produzione».
Pare che Tesla non si sia ancora accordata con nessuna compagnia di logistica e che stia invece pensando di produrre propri tir per il trasporto merci.
Stando alle parole di Mark B. Spiegel di Stanphyl Capital, però, il problema è che Tesla non ha i soldi per pagare i trasportatori.
O, forse, le macchine stanno ferme perché l’offerta supera la domanda. La compagnia ha dichiarato che in 40 mila hanno ordinato un’auto Tesla, pagando un acconto di mille dollari.
Il modello ordinato sarebbe dovuto costare 35 mila dollari, ma nel corso della produzione, il suo costo è salito a un minimo di 49 mila.
Molti dei clienti in lista d’attesa hanno quindi optato per un modello più economico che, però, stanno ancora aspettando.
La maggior parte delle macchine nei depositi, infatti, è il terzo modello della linea Tesla S, la più costosa della gamma.
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ELON MUSK TESLA PRIVATA
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