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“IL LAVORO È STATO FATTO BENE” - CI SONO SEMPRE MENO SPERANZE DI RITROVARE SAMAN ABBAS, LA RAGAZZA SCOMPARSA IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA: LO ZIO DANISH HASNAIN, CHE L'AVREBBE MATERIALMENTE UCCISA, SI È LASCIATO SFUGGIRE UNA FRASE IN UN MESSAGGIO. E POI C’È UN AUDIO DELLA VITTIMA, CHE SENTE PARLARE DI OMICIDIO E AL FIDANZATO DICE: “PARLANO DI ME” – LE FOTO CON PALA E PIEDE DI PORCO E IL RACCONTO DEL FRATELLO DELLA RAGAZZA: QUANDO IL PADRE VIENE A SAPERE CHE LA FIGLIA È STATA UCCISA SCOPPIA A PIANGERE E…

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1 - LO ZIO DI SAMAN: «UN LAVORO FATTO BENE» NELLA CHAT IL MESSAGGIO CHE LO ACCUSA

Claudia Guasco per "il Messaggero"

 

Saman sapeva di essere una vittima designata. Perché a casa, un giorno, sente parlare di omicidio considerato l' unica «soluzione» per le donne che non si attengono alle regole di vita del Pakistan. Il presentimento sorge nitido: «Parlano di me», rivela al fidanzato. La fine, terribile, è rivelata da una frase dello zio in un messaggio a un amico: «Il lavoro è stato fatto bene».

 

IL SUPER TESTIMONE

Il quadro della scomparsa nel reggiano della diciottenne pachistana Saman Abbas lascia sempre meno spazio alla speranza di ritrovarla in vita: dopo le immagini di una videocamera di sorveglianza, è dai dettagli di alcune chat che arrivano nuovi tasselli che rafforzano l' ipotesi di omicidio.

 

SAMAN ABBAS PADRE

Un messaggio è quello dello zio Danish Hasnain, 33 anni, che si lascia sfuggire la confidenza di un «lavoro ben fatto», l' altro è un audio della stessa Saman riferito dal fidanzato ai carabinieri. La ragazza gli avrebbe confidato di aver sentito la madre parlare dell' omicidio come unica «soluzione» per una donna che non si adegua alle abitudini pachistane: «L' ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me», racconta terrorizzata. Saman avrebbe anche affrontato direttamente la madre chiedendo spiegazioni, ma la donna ha negato.

 

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È il 30 aprile e Saman, stando a quanto trapela dalle dichiarazioni del suo ragazzo, è sconvolta e ha paura. Non è una data qualunque perché secondo ipotesi investigative sarebbe stata uccisa proprio quella sera. I genitori di Saman, lo zio Danish e due cugini sono indagati dalla Procura di Reggio Emilia per omicidio.

 

Sono tutti irreperibili tranne un cugino, Ikram Ijaz, fermato nei giorni scorsi a Nimes, in Francia, e del quale si attende l' estradizione. I coniugi Abbas sono volati in Pakistan a inizio maggio. Lo zio e l' altro cugino della ragazza sono in fuga, si presume in Europa.

Datato 30 aprile è uno dei video al vaglio degli inquirenti estrapolati dalla telecamera di videosorveglianza nei pressi dell' abitazione della famiglia Abbas.

 

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I filmati decisivi sono due: uno in cui si vede Saman uscire di casa con uno zaino insieme ai familiari, senza fare ritorno. A oggi è l' ultimo suo avvistamento. Poi ci sono altre due immagini in cui il padre rientra a casa e con sé ha lo zaino che prima era in spalla alla figlia. Un altro filmato chiave risale alla sera del giorno prima, il 29 aprile: tre persone, poi identificate in zio e cugini indagati, si dirigono nei campi sul retro della casa con due pale, un secchio con un sacco azzurro e un piede di porco.

 

SAMAN ABBAS CHI L'HA VISTO

Fanno rientro dopo due ore. I carabinieri pensano che i tre abbiano preparato la fossa per l' occultamento del cadavere. Il giorno dopo Saman sarebbe stata accompagnata con una scusa o false rassicurazioni dallo zio, che poi l' avrebbe ammazzata. Decisive saranno la testimonianza del cugino fermato in Francia e l' audizione di un minore informato dei fatti, attualmente in una comunità protetta.

 

È lui che avrebbe puntato il dito contro lo zio di Saman come esecutore materiale del delitto. I carabinieri del Nucleo investigativo e dei colleghi della stazione di Novellara stanno cercando ormai da giorni, senza sosta, il corpo di Saman nelle campagne della bassa reggiana.

Ricerche Saman Abbas

 

Stanno passando al setaccio i campi dietro la casa e l' azienda agricola dove lavorava la famiglia Abbas. Una zona di pozzi e canali vasta e difficile, presto gli strumenti tecnologici sostituiranno i cani molecolari.

 

 

2 - SAMAN ABBAS, L’IPOTESI DELLO STRANGOLAMENTO. IL FRATELLO: «PAPÀ IN LACRIME QUANDO LO ZIO È TORNATO A CASA»

Alessandro Fulloni per www.corriere.it

 

il video del funerale senza salma pubblicato dal padre di saman abbas

L’ipotesi assai concreta dello strangolamento, il padre che dopo che viene a sapere che la figlia Saman è stata uccisa quasi sviene e e scoppia a piangere, la spietatezza dello zio Danish che pianifica il feroce delitto ma che poi anche lui ha un cedimento, e piange nei giorni successivi.

 

Il racconto che il fratello sedicenne della ragazza sparita nel nulla a Novellara fece ai carabinieri il giorno dopo essere fermato ad Imperia è sconvolgente. Parole che fanno quasi sembrare di assistere in presa diretta all’omicidio. È la Gazzetta di Reggio a pubblicare nell’edizione odierna il riassunto del verbale.

 

La freddezza spietata di Hasnain

Danish Hasnain, l’uomo di 33 anni accusato dalla Procura di avere ammazzato Saman, in quella terribile notte tra il 30 aprile e il 1° maggio si muove con freddezza, facendo attenzione a non farsi riprendere dalle telecamere.

 

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«Ora andate a casa, ora ci penso io» dice a un tratto ai genitori della diciottenne, Shabbar, 46 anni, e Nazia Shaheen, 47. «Tutto avviene sotto gli occhi del minorenne» scrive il cronista Tiziano Soresina. Il padre si sente male, ma al tempo stesso non può permettersi pentimenti, perché ritiene Danish capace di sterminare la famiglia.

 

Del resto proprio a lui si erano affidati per risolvere il problema della figlia — «cocciuta e grintosa» secondo le assistenti sociali —, determinata a opporsi al matrimonio combinato da Shabbar in famiglia. Quando Danish rientra in casa, non ha nulla in mano, da questo il sedicenne deduce che la sorella sia stata uccisa con lo strangolamento.

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Anche lo zio piange, ma non rivela dove sia seppellita

Dopo che i genitori spariscono, rientrando in Pakistan, il sedicenne resta per qualche giorno solo con lo zio a Novellara. Anche Hasnain avrebbe mostrato segni di cedimento, arrivano a piangere e cercando — scrive sempre la Gazzetta — di rincuorare il ragazzo disperato per l’uccisione della sorella. Ma Danish sfodera anche la minaccia.

 

E gli ricorda che non deve dire nulla ai carabinieri sennò ammazza pure lui. E non gli dice nulla nemmeno quando il ragazzino gli chiede dove sia seppellita Saman, perché vorrebbe andare a trovarla un’ultima volta prima di fuggire.

 

Le minacce anche

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Ma poi c’è anche l’altro racconto, quello che fa il fidanzato di Saman agli investigatori del Reparto operativo diretto da Stefano Bove. Si è già detto che poco prima che la ragazza venga uccisa lei messaggia con lui con il cellulare della madre, preso a sua insaputa.

 

Saman la ascolta mentre parlano di lei, della sua uccisione. Esce allora della sua camerette, chiede spiegazioni direttamente a Nazia, che ovviamente nega, replica di essersi riferita a un episodio simile avvenuto in Pakistan tempo prima. La ragazza non ci crede.

il video del funerale senza salma pubblicato dal padre di saman abbas 2

 

«L’ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me», prosegue con il fidanzato. Al quale aggiunge: «Non sono fiduciosa», «se non mi senti per 48 ore avverti le forze dell’ordine». Dalle carte si scopre anche che il ragazzo era stato minacciato dal clan Abbas. Addirittura l’atteggianento intimidatorio era rimbalzato anche ai suoi familiari in Pakistan. E anche il fratello sedicenne si era scatenato a parole contro di lui.

 

L’estradizione del cugino

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Sul fronte giudiziario, è attesa l’estradizione di Ikram Ijaz, preso a Nimes dalla polizia francese su indicazione dei carabinieri. Sa dov’è il cadavere della povera Saman? Dovrà chiarirlo, dato che il fratello della 18enne dice che il giorno precedente alla terribile notte affiancarono Hasnain nei preparativi del delitto, quelli ripresi dalle telecamere di sorveglianza mentre si dirigevano in campagna con degli attrezzi. Servivano per scavare la buca dove seppellire Saman.

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