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IL CINEMA DEI GIUSTI – “AMATA”, MÉLO SULLA MATERNITÀ, DIRETTO DA ELISA AMORUSO, È INTERPRETATO DA UN ESERCITO DI ATTRICI ITALIANE, DA MIRIAM LEONE A TECLA INSOLIA FINO A DONATELLA FINOCCHIARO, OLTRE CHE DAL POVERO MASCHIO STEFANO ACCORSI – L’ASPETTO PIÙ INTERESSANTE È IL FATTO CHE CERCA DI FORMARE, IN UNA INDUSTRIA CHE È SEMPRE STATA RIGIDAMENTE MASCHILE E CHE HA PRODOTTO SEMPRE O QUASI FILM PER UN PUBBLICO DI MASCHI, SPESSO ARRAPATI, UNA SORTA DI CONTRO-CINEMA FEMMINILE CHE TRATTA TEMI FEMMINILI PER UN PUBBLICO FEMMINILE…
Marco Giusti per Dagospia
amata di elisa amoruso - Stefano Accorsi Miriam Leone
L’aspetto più interessante di questo “Amata”, mélo sulla maternità e ultimo film diretto da Elisa Amoruso, attivissima sia nel cinema, “Maledetta primavera”, “Time Is Up”, che nel documentario, “Chiara Ferragni. Unposted”, che nelle serie, “The Good Mothers” e tre episodi di “Dept Q. Sezione casi irrisolti”, sceneggiato da Ilaria Bernardini, che l’ha tratto dal suo romanzo “10 giorni”, interpretato da un esercito di attrici di successo italiane, Miriam Leone, Tecla Insolia, Barbara Chichiarelli, Donatella Finocchiaro, oltre che dal povero maschio Stefano Accorsi, è proprio nella costruzione di un cinema al femminile, scritto e girato da donne che tratta di problemi femminili e che si presume venga visto da un pubblico principalmente femminile.
amata di elisa amoruso - Miriam Leone
Mi dispiace per i vecchi critici maschi, che, entrando in ritardo, ho visto all’anteprima romana mezzi addormentati sulle poltrone dell’Adriano, ma un film come “Amata”, esattamente come molta della produzione di Amoruso e di tante giovani autrici italiane, penso a Laura Bispuri, a Margherita Spampinato, a Maura Delpero, presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, va visto con un occhio diverso da quello del barbuto criticone.
Perché cerca di formare, in una industria che è sempre stato rigidamente maschile e super-patriarcale e che ha prodotto sempre o quasi film per un pubblico di maschi, spesso arrapati, una sorta di contro-cinema femminile che tratta temi femminili. Alla faccia di quel che pensano o vedono i maschi, sempre più in fuga dalle sale cinematografiche.
Sia la Amoruso, che negli anni si è specializzata nelle storie di donne, donne di mafia, immigrate, donne manager, sia la Bernardini, che ha scritto un paio d’anni fa con Chiara Barzini il film di Ginevra Elkann “Te l’avevo detto”, anche lì storia di donne diverse in una Roma fuori controllo, e con Ludovica Rampoldi “The Echo Chamber”, che avrebbe dovuto essere l’ultimo film di Bernardo Bertolucci e verrà diretto ora da Andrea Pallaoro, fanno parte di questo forte esercito che, pur con risultati alterni, stanno portando avanti per tutte un tipo di cinema lontano dagli schemi e dai cliché maschili.
amata di elisa amoruso - Tecla Insolia
Soprattutto per quel che riguardo la scrittura dei personaggi femminili. Abbiamo così una giovane ragazza siciliana a Roma, la Nunzia dell’emergente Tecla Insolia, che rimane incinta senza volerlo e porta avanti la gravidanza fino alla nascita di una bambina, Margherita, che dovrà decidere se accettare o no, e una donna più matura, la Maddalena di Miriam Leone, sposata con il musicista di successo Luca di Stefano Accorsi, che sa di non potere avere figli e si ritrova di fronte al problema se prenderne uno in affidamento, come vuole il marito, o no.
Donne di diversa età, insomma, che sceneggiatrice e regista spingono di fronte a scelte drastiche che ti possono cambiare per sempre la vita. Accanto a loro troviamo altre donne, la dottoressa di Barbara Chichiarelli, la assistente all’affido di Donatella Finocchiaro, che parleranno con loro spiegando, facendo capire cosa comporta ogni scelta.
amata di elisa amoruso - Tecla Insolia
Ovvio che il critico settantenne, ma anche quello cinquantenne, si addormenti di fronte a tutto questo, o si trinceri dietro a un “ah… ma il film dei Dardenne affronta in ben altro modo il problema delle giovani madri…”, ma è vero pure che stiamo vedendo un film un po’ didattico, sicuramente pensato come popolare, con attrici popolari come Miriam Leone o di (mezzo) culto giovanile come Tecla Insolia, e con dei temi che tante persone, anche giovani e inesperte, affrontano tutti i giorni.
Per quanto mi riguarda, insomma, va benissimo l’idea di un mélo educativo, girato come una buona fiction internazionale, su temi importanti che non sia rivolto a me, ma a chi quel problema lo vive. Inoltre le ragazze sono bravissime. Si piange. In sala dal 16 ottobre.
amata di elisa amoruso - Stefano Accorsi
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