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        CIOCCOLATA AMARA – A PASQUA L’UNICA SORPRESA PER GLI ITALIANI È LA STANGATA SULLA CIOCCOLATA DI UOVA E CONIGLIETTI, MOLTO PIÙ COSTOSA DI QUELLA VENDUTA DURANTE IL RESTO DELL’ANNO: "LINDT" GUIDA I RINCARI CON UN +420%, SEGUITA DA "FERRERO" E DA "MILKA" – UN COSTO INGIUSTIFICATO VISTO CHE IL PREZZO DEL CACAO NON È AUMENTATO…
La sorpresa all’interno dell’uovo di Pasqua quest’anno non è tra e più gustose. Un’analisi di M&G Investment, condotta a livello europeo, rivela infatti che la cioccolata “pasquale” delle uova o dei coniglietti è molto più costosa di quella venduta durante il resto dell’anno: stando ai dati forniti dalla ricerca, Lindt guida i rincari (+420%), seguita da Ferrero (+135%) e da Milka (+94%).
Il bello è che sempre quest’anno il prezzo del cacao non ha riservato alcuna sorpresa: anzi secondo l’Organizzazione mondiale del cacao (Icco) la Costa d’Avorio, maggior produttore mondiale, sta per superare i record del 2016/17 (2.020 milioni di tonnellate di cacao).
L’abbondanza di offerta non è però riuscita a far scendere significativamente i prezzi per le preoccupazioni legate alle temperature superiori alla media e per i timori dei venti di Harmattan (venti secchi del deserto) in Africa occidentale, che hanno “raffreddato” le aspettative del mercato di possibili sorprese al rialzo della produzione.
Dal punto di vista climatico si sta infatti verificando ancora una volta El Niño, il fenomeno di riscaldamento del Pacifico. «Tuttavia, l'evento risulta troppo debole per impattare notevolmente il clima in Africa occidentale, la più grande area di produzione - spiega Nitesh Shah, direttore ricerca di WisdomTree - . All’inizio del periodo di metà stagione del raccolto di maggio, ci aspettiamo una minore volatilità dei prezzi rispetto agli ultimi mesi, data la minore entità del raccolto (il raccolto di metà stagione è pari al 15-20% del totale)».
L’Organizzazione internazionale del cacao ha comunque previsto un aumento del 3,2% nell’anno di produzione 2018/19, con le macinazioni a loro volta in crescita, il che lascerà il rapporto tra le scorte e la macinazione all’incirca invariato al 37,6%. Va peraltro sottolineato come il cacao non sia l’unico ingrediente di un uovo di Pasqua: il costo è probabilmente determinato più dai costi di marketing e di distribuzione che dagli ingredienti veri e propri.
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