
DAGOREPORT - L’ENNESIMA PROVA CHE LA TECNOLOGIA SIA OGGI UN‘ARMA ASSOLUTA SI CHIAMA ‘’RAFAEL…
CIRO GRILLO E I SUOI AMICI SONO AL BIVIO: CONTINUARE LA BATTAGLIA GIUDIZIARIA O PATTEGGIARE LA PENA? DOPO LA CONDANNA A PENE TRA I 6 E GLI 8 ANNI PER STUPRO DI GRUPPO (IL PM NE CHIEDEVA 9), IN APPELLO RISCHIANO DI VEDER CONFERMATA LA SENTENZA DI PRIMO GRADO. ACCORDANDOSI OTTERREBBERO UN FORTE SCONTO DI UN TERZO DELLA PENA, MA SENZA EVITARE IL CARCERE - L’IPOTESI DEGLI AVVOCATI È QUELLA DI ANDARE AD AFFRONTARE IL PROCESSO D’APPELLO RIBADENDO LA COMPLETA ESTRANEITÀ DEI QUATTRO GIOVANI. SENZA CONTARE CHE IL PROCESSO IN PRIMO GRADO HA ACCUMULATO OMBRE ED ERRORI COME LA...
Tommaso Fregatti per lastampa.it - Estratti
A settantadue ore dalla sentenza di primo grado che ha travolto Ciro Grillo e suoi amici genovesi - i giudici del tribunale di Tempio Pausania, ricordiamo, li hanno riconosciuti colpevoli di stupro di gruppo e condannati a otto anni di reclusione - ora si è arrivati di fronte ad un bivio.
Un nuovo dibattimento davanti ai giudici di secondo grado con il rischio della conferma di una pena altissima e tanti anni di carcere da scontare oppure patteggiamento in appello.
Una nuova formula - aperta dalla riforma Cartabia anche al reato di stupro di gruppo - che permette di ottenere, rinunciando al processo, un considerevole sconto di pena. Sconto che, è bene chiarirlo, non permetterebbe alla luce della pena comminata in Sardegna ai quattro imputati di evitare in alcun modo il carcere.
Francesco Corsiglia al tribunale di TEmpio Pausania
Il figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria sono chiamati, dunque, nei prossimi mesi a prendere una decisione chiave per il loro futuro e la loro professione. Diversa, invece, è la posizione di Francesco Corsiglia che, seppure a fronte di una condanna per lo stesso reato, ha strappato una pena più bassa di 6 anni e 6 mesi e dunque ha più margine di manovra.
I legali che rappresentano gli imputati (Enrico Grillo, Alessandro Vaccaro, Andrea Vernazza, Antonella Cuccureddu, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli) stanno ragionando in queste ore successive al verdetto di lunedì su come affrontare il prossimo grado di giudizio. E dopo la condanna severa inflitta dal collegio presieduto da Marco Contu hanno sostanzialmente due strade.
Edoardo Capitta e Vittorio Lauria
La prima è quella di continuare una battaglia giudiziaria già iniziata in primo grado quando hanno, di comune accordo, deciso di rinunciare al rito abbreviato che, in caso di condanna, avrebbe permesso di ottenere lo sconto di un terzo della pena. L’ipotesi degli avvocati è quella di andare ad affrontare il processo d’appello ribadendo la completa estraneità dei quattro giovani genovesi.
Che hanno sempre, e sin dal primo momento, respinto le accuse, non hanno mai avviato alcune trattative di risarcimento economico con le vittime e fornito una versione dei fatti completamente diversa da quella delle due ragazze.
Versione, però, a cui i giudici di Tempio Pausania non hanno creduto. Negando, nella loro sentenza che quello andato in scena sei anni fa sia stato un rapporto consenziente. I margini per un ricorso davanti alla corte d’Appello ci sono tutti.
E a dare forza alla speranza di ribaltare il primo grado e arrivare ad una riformulazione della sentenza, secondo gli avvocati difensori, ci sono diversi aspetti non secondari. Che partono anche e soprattutto da una richiesta di rinnovazione del processo che in primo grado ha accumulato ombre ed errori.
Come la mancata lettura dei verbali dei testimoni fino a quel momento sentiti come previsto in caso di cambio di giudice. Il rischio però - da non sottovalutare - è uno. Il processo di appello è più breve, si basa sugli stessi atti che hanno già portato alla condanna e le possibilità di ribaltare la sentenza non solo altissime secondo le statistiche.
ciro grillo in tribunale a tempio pausania con il suo avvocato andrea vernazza
C’è dunque la possibilità che la condanna a otto anni possa essere confermata. Uno scenario che metterebbe i tre giovani di fronte alla possibilità di dover scontare almeno 4 anni di carcere prima di poter aver accesso alle pene alternative come i domiciliari o i lavori socialmente utili. Per Corsiglia in caso di conferma della pena, invece, da scontare prima di poter usufruire i benefici di legge ci sarebbero due anni e sei mesi.
Il secondo scenario è quello di concordare la pena in appello. Si tratta di un istituto introdotto dall’ex ministra della Giustizia per snellire i tempi della giustizia e aperto anche ai reati di violenza sessuale e stupro di gruppo. Non è una formula automatica ma permette di ottenere un considerevole sconto di pena nel caso in cui si rinunci al dibattimento.
ciro grillo in tribunale a tempio pausania con il suo avvocato andrea vernazza
Questo scenario è regolato dalle motivazioni della sentenza che saranno depositate dai giudici prima di Natale. E però – a quanto risulta - viene preso in considerazione da alcuni legali del pool della difesa.
Per arrivare a questo patteggiamento e ottenere vantaggi è anche importante aver risarcito le due vittime delle violenze. E per questo se si dovesse scegliere questa strada le trattative con gli avvocati di parte civile dovrebbero cominciare nelle prossime settimane.
Ma quanto sconto e a quale pena si potrebbe arrivare? La speranza dei legali è quella di scendere di un po’ più del terzo della pena. Permetterebbe in questo modo di chiudere la partita a cinque anni di reclusione. Di cui almeno uno effettivo di carcere prima di poter chiedere l’accesso alle pene alternative. Per Corsiglia si potrebbe arrivare intorno ai quattro anni.
ciro grillo al tribunale di tempio pausania
francesco corsiglia
edoardo capitta
il video di ciro grillo e vittorio lauria con la ragazza che dorme 2
vittorio lauria
vittorio lauria scherza con la presunta vittima di stupro
il video di ciro grillo e vittorio lauria con la ragazza che dorme 3
beppe ciro grillo
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