L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA…
Carlo Macrì per il “Corriere della Sera” - Estratti
Era uno dei tanti omicidi irrisolti compiuti nella Locride negli anni Ottanta. A distanza di 39 anni, grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Cataldo (ex rampollo della famiglia di ‘ndrangheta di Locri), è stato possibile identificare gli autori dell’assassinio di Rocco Zoccali, studente 20enne, ucciso il 18 novembre 1986 nella piazza principale di Locri. Rocco era cugino dell’attore Raoul Bova: sua madre, la professoressa Giulia Bova, e il padre di Raoul erano primi cugini. Inoltre, il nonno di Rocco e il nonno dell’artista erano fratelli.
«A sparare al giovane locrese sarebbe stato — secondo il racconto del pentito —
Domenico Cordì che sedeva sul sellino posteriore di una Vespa 50 guidata da Antonio
Dieni, suo cugino». L’assassino (all’epoca minorenne), ha esploso contro lo studente
diversi colpi con una pistola calibro 7,65.
«Per attenuare gli spari, i due presunti assassini truccarono il mezzo dotandolo di una
marmitta maggiorata».
Cordì, oggi 56enne, in carcere per scontare altri reati, è figlio del defunto boss Antonio, detto «il ragioniere». Nel 1986 Domenico Cordì era minorenne: la nuova indagine sviluppata dai carabinieri di Locri, dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia è stata, infatti, coordinata dalla Procura dei minori di Reggio Calabria, guidata da Roberto Di Palma che ha contestato ad Antonio Cordì l’omicidio volontario.
Antonio Dieni, invece, non può essere giudicato perché per lo stesso reato, nel 1990, era
stato assolto «per insufficienza di prove» dalla Corte d’Assise di Locri. Dieni è figlio di
Agostino, assassinato a Locri nel 1988, nell’ambito della faida tra i Cordi e Cataldo: 30
morti ammazzati in vent’anni.
«Rocco fu ucciso per vendetta. Io ho visto tutta l’azione», ha raccontato Cataldo. «Il movente dell’omicidio ha origine da un dissidio tra i Dieni e la famiglia Zoccali. Il padre di Rocco, Stefano Zoccali, proprietario di un magazzino dato in affitto ad Agostino Dieni, intimò a quest’ultimo lo sfratto, per morosità» ha detto il collaboratore. Uno sgarbo per i Cordì. «Dissi a Rocco di stare attento perché quella offesa non se la sarebbero tenuta». Il
giovane fu picchiato più volte. Una volta reagì. «Sparò a una gamba di Giuseppe Alecce,
uno dei fedelissimi dei Cordì. Quel gesto fu la sua condanna a morte».
(…)
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE…
“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA…
DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…