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“SE OCCUPI UN TERRITORIO ABITATO DEVI NUTRIRE GLI ESSERI UMANI CHE LO AFFOLLANO” – ANCHE GIULIANO FERRARA, STRENUO DIFENSORE DI ISRAELE, DEVE AMMETTERE CHE IL MASSACRO DI CIVILI A GAZA DA PARTE DI NETANYAHU NON È ACCETTABILE: “NON AVREMMO MAI PENSATO CHE LE COSE SI SAREBBERO DISPOSTE IN UN CIRCUITO INFERNALE, COME LA RIVIERA DI GAZA E UNA STRISCIANTE ANNESSIONE PER FAME. QUESTA INVERSIONE DELLE PARTI È UNA SCIAGURA INCOMMENSURABILE. METTERE FINE A QUESTO SCANDALO È PARTE DECISIVA DELLA AUTODIFESA DI ISRAELE, OLTRE CHE UN DOVERE DI UMANITÀ...”
Estratto dell’articolo di Giuliano Ferrara per “Il Foglio”
bambino di 18 mesi denutrito nella striscia di gaza
Il senso originario i torti e le ragioni, le analisi politiche cosiddette si volatilizzano e spariscono nella pura emozione, il controllo razionale sui dati è imprigionato nella passione, non ce la si fa quasi più a ragionare, a comporre i fatti con i fantasmi.
Israele non aveva alternativa al rigetto attivo, militante, bellico del nichilismo antisemita evidente nel pogrom che l’ha colpito al cuore il 7 ottobre. Ma fare quel che devi nel combattimento contro un piano diabolico, figlio del jihadismo, della più malvagia disperazione, mascherato da resistenza, può portare alla condizione di paria, a un isolamento della tua posizione nella coscienza del mondo e a una condanna che arriva a rovesciare, invertire il significato dello sterminio degli ebrei d’Europa nell’immagine dello sterminio dei palestinesi di Gaza.
[…] in questo ha vinto la sua battaglia, il programma dichiarato di Sinwar. Combattere uno stato che è una fortezza terrorista, in cui i predoni si rifugiano sottoterra, il paradiso di Hamas, e lasciano nell’inferno di superficie il popolo e gli ostaggi catturati dopo il massacro a sopportare le conseguenze della loro ferocia senza speranza, ha prodotto una maledetta inversione della colpa: uno stato e un popolo che dal 1948 si battono per sopravvivere diventano ora il centro psicologico di una delegittimazione etica che investe ebrei e gentili, nazione e diaspora, e che ha avuto sbocco nella messa in discussione di questa stessa ansia di sopravvivenza, identificata con l’annientamento e la cacciata di un altro popolo senza scarpe, senza acqua, senza farina.
Il gabinetto di guerra e il governo di Israele, la Knesset, il capo dello stato, le istituzioni libere e le voci di stampa e informazione libere, l’esercito dovrebbero discutere di questo materiale maledetto e strisciante, di questo serpente che è diventato il propulsore della guerra umanitaria contro Israele, della sua condanna e del suo confinamento nel male assoluto della malnutrizione, della perdita di controllo di una forza occupante sul territorio e su chi lo abita, vecchi donne e bambini.
Quello è il problema, se di problema si può parlare nel mezzo di una tragedia. Se occupi un territorio abitato devi nutrire gli esseri umani che lo affollano. […]
benjamin netanyahu nella striscia di gaza
Questa inversione delle parti è una sciagura incommensurabile. Mettere fine a questo scandalo è parte decisiva della autodifesa di Israele, oltre che un dovere di umanità che supera ogni formula ideologica di tipo umanitarista.
Subito dopo il 7 ottobre avevamo detto, facile previsione, che la solidarietà con Israele assalita era ovvia. Meno ovvio sarebbe stato essere solidali con un paese e una comunità che rispondono al fuoco e cercano la pace e la sicurezza nell’unico modo reso possibile dall’attacco di Hamas.
giuliano ferrara anselma dell'olio
Ma non avremmo mai pensato che le cose si sarebbero disposte in un circuito infernale, come la Riviera di Gaza e una strisciante annessione per fame. Un conto sono le vittime di guerra, il martirologio di ogni giorno amministrato dagli assassini terroristi, un conto è tollerare un universo concentrazionario senza scampo in un territorio di cui sei responsabile.
Il cinismo delle diplomazie che riconoscono come stato sovrano il pulviscolo di terrore in cui è caduto il popolo palestinese porta dove nessuna democrazia dovrebbe farsi portare: alla de legittimazione dello stato ebraico attraverso la sua mostrificazione.
A questa maledizione Israele in guerra ha il dovere di reagire.
carestia a gaza 3
carestia a gaza 4
bambino di 18 mesi denutrito nella striscia di gaza
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