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COMPAGNI DA OSCAR - BOLOGNA LA ROSSA IN SOCCORSO DI FARINETTI: IL COMUNE CAMBIA LA DESTINAZIONE D’USO DI UN TERRENO, E L’AMICO DI RENZI POTRA’ COSTRUIRE UN HOTEL DA 200 CAMERE ALL’INGRESSO DI “FICO”, LA NUOVA DISNEYLAND DEL CIBO - UN ALTRO TERRENO PUBBLICO MESSO A DISPOSIZIONE DEI PRIVATI PER I PROSSIMI 40 ANNI. SENZA BANDI O GARE

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Alessia Pedrielli per “la Verità”

 

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Era un magazzino per fiori e diventerà un hotel da duecento camere. Sorgerà all' ingresso di Fico Eataly World, il salone del gusto che dovrebbe cambiare le sorti dell'agroalimentare italiano. Il terreno è pubblico e il Comune lo ha ceduto a costo zero. Anche se in quella zona un albergo non potrebbe starci.

 

Ma l' idea di costruire la «Disneyland del sapore», con «le mucche al pascolo, i 40 ristoranti e la fontana di Nutella», arriva da Oscar Farinetti. E questo, a Bologna, basta e avanza. E il fatto che in gioco ci siano beni e terreni pubblici diventa un dettaglio.

 

Partiamo dall' inizio. Ad inventare il nome Fico (Fabbrica Italiana Contadina) fu il paladino renziano della lotta allo spreco, Andrea Segrè, ideatore dei last minute market nonché presidente del Caab di Bologna, uno dei centri agroalimentari tra i più importanti d' Italia.

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Ma l' idea di trasformare i padiglioni usati dai rivenditori di frutta in una kermesse permanente del gusto la lanciò Farinetti in persona, nel 2013, ad un incontro degli imprenditori dove l' atmosfera, a causa dell' Imu alle stelle sui capannoni produttivi, si era fatta pesante.

 

«Ci vogliono 100 milioni, ma sarà stupendo» buttò là Farinetti dal palco vagheggiando frutteti, giardini e pascoli dimostrativi accanto a centinaia di tavole imbandite in una cittadella della buona tavola, da «6 milioni di turisti all' anno».

E fu subito gloria. Ancor prima che l' idea diventasse un piano imprenditoriale il Comune di Bologna aveva già pronto il primo regalo.

 

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Con una semplice delibera, il sindaco Virginio Merola diede il suo benestare alla cessione delle aree pubbliche necessarie a sviluppare l' impresa. In un batter d' occhio, gli 80.000 metri quadrati del mercato ortofrutticolo di proprietà Caab (partecipato all' 80% dal Comune di Bologna ) vennero svincolati dagli obblighi di convenzione che prevedevano (proprio per evitare speculazioni) che, nell' area, ad edificare potesse essere solo la società consortile a maggioranza pubblica. Segrè ebbe mano libera e il Caab cedette per 40 anni il diritto di superficie di tutto il comparto al fondo Pai (Fondo Parchi Agroalimentari Italiani) creato ad hoc per il progetto.

 

 

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In cambio la partecipata pubblica ottenne quote per un valore corrispondente di 55 milioni. Messa in cassa la cosa più importante (i terreni appunto) Prelios, la società di gestione del risparmio a cui il fondo nel frattempo era stato affidato, cominciò a cercare investitori. Ed ecco arrivare, tra i primi, oltre a Eataly, Coop Adriatica, Coop Reno, Unindustria, la Camera di Commercio, Intesa Sanpaolo alcuni enti di previdenza, ma anche Monrif Group, Unendo Energia spa, EmilBanca, Fibo, Gsa, Cooperativa Saca e altri.

 

Per tutti, a quanto risulta, la promessa fu una remunerazione del capitale dal 5 al 7%.

Poi vennero le coop. Nell' agosto 2014 Prelios mette a gara la costruzione della cittadella con un bando da 40 milioni di euro. Se lo aggiudica il Ccc (Consorzio cooperative costruzioni) di cui fanno parte, nella cordata, Coop Costruzioni, Cmb, il raggruppamento di imprese Unifica e altri piccoli imprenditori.

 

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Nel novembre dello stesso anno viene creata Eataly World, una srl con due soci: Eataly srl (già partecipata da Coop Alleanza 3.0) e Fico.op srl controllata da Coop Alleanza 3.0 (80%) e Coop Reno (20%). Fu allora che dalla Regione arrivarono in dono i mezzi di trasporto. Con un investimento da 4,3 milioni l' ente acquista una flotta di bus ecologici che, nei progetti, serviranno la cittadella di Oscar.

Appena sarà pronta.

 

Nel 2015 la cavalcata bolognese di Farinetti sembra rallentare. Pochi utili, quell' anno, nel bilancio di Eataly, l' allontanarsi della quotazione in borsa e le date di inaugurazione di Fico, fissate più di una volta, che slittano misteriosamente in avanti. I lavori rallentano e qualcuno comincia a mettere in dubbio la tenuta dei numeri. A partire dai 6 milioni di visitatori all' anno.

 

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È il momento di un altro aiutino, che, di nuovo, arriva dal Comune. Due settimane fa, con un atto consiliare a firma Pd, il sindaco Merola concede, di fatto, al Caab un' altra deroga: edificare, o meglio, far edificare nell' area un hotel da 200 stanze nonostante il comparto non prevedesse alcuna struttura ricettiva. Il Comune si impegna a cambiare il piano regolatore per rendere possibile la costruzione e il Caab conferisce il diritto di superficie del comparto al fondo Pai.

 

Un altro terreno pubblico messo a disposizione dei privati per i prossimi 40 anni, senza nemmeno passare dal via. Nessun bando, nessuna gara: solo accordi tra l' amministrazione e la sua partecipata per un terreno diventato, ora, molto prezioso. L' hotel sorgerà su quello che era il comparto florovivaistico da tempo inutilizzato. Caab aveva tentato più volte di venderlo, inutilmente.

 

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Ma allora si trattava di una base logistica per vendere fiori. Ora con i cantieri di Fico in stato di avanzamento, e con l' apertura prevista per il 2017, ci sarebbe stata la fila per acquistare i diritti di superficie che invece sono stati concessi gratis.

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