DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Marco Carta per “il Messaggero”
Viene in Italia per prendere i voti religiosi e diventare sacerdote. Ma quando viene respinto dalla Pontificia Università Teologica Marianum, ingaggia una vera e propria “guerra santa” contro l’ordine religioso dei servi di Maria che lo avevano bocciato per motivi caratteriali: «Se mi prende il diavolo faccio una strage». Anaele Chukwuma Philip, 41enne nigeriano, sperava con le maniere brusche di riconquistare l’agognato abito talare. Invece si è ritrovato con una condanna a 5 mesi per minaccia, violenza privata e appropriazione indebita.
I FATTI
La vicenda ha inizio nel novembre del 2016, quando Chukwuma viene allontanato dall’università per le sue intemperanze. Quell’interruzione del percorso di fede, che gli era costato scelte anche radicali (con i voti di povertà, castità e obbedienza), per il nigeriano diventa un incubo. E dal richiamo divino passa alla rabbia, dalla rabbia alle minacce. Inferocito, prima occupa una stanza del collegio di Sant’Alessio Falconieri, in via XXX Aprile: «Non me ne vado fino a quando non mi riammettete», dice.
La prima protesta, ancora non violenta, non porta a nulla. A quel punto Chukwuma passa alle maniere forti. Completare il percorso di studi teologici fino al sacerdozio si trasforma in una battaglia, o meglio in una crociata personale. Secondo la procura, infatti, l’aspirante prete «dopo non essere stato ammesso al rinnovo della professione ai voti temporanei», come si legge nel capo d’imputazione, arriva a «minacciare di percosse Andriotto Pietro e Avallone Claudio (rispettivamente priore provinciale e vice priore dell’ordine religioso dei servi di Santa Maria) se non lo avessero fatto tornare nell’ordine sino alla professione solenne».
A fare le spese della rabbia del 41enne è soprattutto Avallone, vittima di intimidazioni telefoniche. Il nigeriano, forse travisando l’esempio dell’arcangelo Michele – l’angelo che nell’Apocalisse di Giovanni conduce la battaglia contro i draghi (ossia il demonio) –, per ottenere il suo obiettivo è anche pronto ad armarsi di spada. E al telefono con il suo superiore è più che esplicito: «Se mi prende il diavolo, uso un ferro e faccio una strage».
Ma anche la minaccia, condita da citazione dotta, non sortisce alcun effetto. Chukwuma viene denunciato e va a processo per minacce, violenza privata emancata restituzione di un abito talare: ora per il nigeriano, difeso dall’avvocato Lamberto Gazzoli, è arrivata la condanna a 5 mesi. Una punizione terrena di sicuro inferiore a quella divina.
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