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IL PAPÀ DI FACEBOOK IN CONGEDO PATERNITA’ - “MI PRENDERO’ DUE MESI PER L’ARRIVO DI MIA FIGLIA” - ED E' SUBITO DIBATTITO: ANCHE I PADRI HANNO I LORO DIRITTI. MA IN ITALIA IL CONGEDO É DI UN SOLO GIORNO. ORA SI DISCUTE UNA NUOVA LEGGE

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1. IL PAPÀ DI FACEBOOK: PRENDERÒ DUE MESI PER L' ARRIVO DI NOSTRA FIGLIA

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

Lui, Mark Zuckerberg, si prenderà due mesi di parternità. Perché può, naturalmente, ma anche perché vuole provocare e scuotere il sistema americano.
Nel luglio scorso il fondatore di Facebook e sua moglie, Priscilla Chan, avevano annunciato di aspettare una bambina.
 

Anche allora la scelta era stata quella di far riflettere, perché avevano rivelato di aver sofferto diverse interruzioni di gravidanza spontanee, attirando quindi l' attenzione su questo problema spesso dimenticato che colpisce molte coppie.
 

Ora che la nascita si avvicina, Zuckerberg e la moglie hanno deciso di sollevare un' altra questione seria nella società americana, e non solo: il tempo concesso ai genitori per dedicarsi ai figli neonati, e soprattutto la scarsa collaborazione offerta dai padri alle madri.

 

Per farlo, Mark ha ovviamente usato un messaggio su Facebook: «Priscilla e io ci stiamo preparando per l' arrivo di nostra figlia. Abbiamo scelto i libri e i giocattoli preferiti della nostra infanzia. Abbiamo pensato anche a come avere del tempo libero durante i primi mesi della sua vita. Questa è una scelta molto personale, e io ho deciso di prendere due mesi di paternità, quando nostra figlia arriverà».
 

zuckerberg jack ma tim cookzuckerberg jack ma tim cook

Fin qui l' annuncio familiare, con tanto di foto della carrozzina e del cane Beast, che naturalmente non avrà bisogno dell' approvazione del capo di Mark. Poi, però, il messaggio si fa più politico: «Gli studi dimostrano che, quando i genitori che lavorano prendono del tempo per stare con i loro neonati, i risultati sono migliori per i bambini e le famiglie. A Facebook offriamo ai nostri dipendenti fino a quattro mesi di maternità o paternità pagati, che possono essere presi nell' arco dell' anno».
 

Aldilà della pubblicità per le politiche generose della sua compagnia, Zuckerberg qui sta prendendo decisamente posizione in un dibattito annoso negli Usa. In America infatti il tempo concesso ai genitori per accudire i neonati non è obbligatorio, raramente supera le due settimane, e nel caso dei padri è spesso inesistente.

 

Una militante delle iniziative per cambiare politica è proprio Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook, che ha subito salutato con soddisfazione la scelta del suo boss: «Mark e Priscilla, sono molto eccitata per voi. Godetevi i preziosi primi mesi con vostra figlia. Non vedo l' ora di incontrarla». La Sandberg ripete che il primo passo per contrastare la discriminazione sul lavoro contro le donne è equilibrare il carico dei compiti nelle famiglie.

 

Infatti, secondo una ricerca del Center for Work & Family del Boston College, la maggior parte dei padri aspirerebbe a condividere con le madri le mansioni di casa, ma in genere non ci riesce perché il lavoro non lo consente. I democratici hanno presentato diverse proposte di legge per rendere obbligatorio il «family leave», ossia la maternità e paternità pagate, che gli Usa sono l' unico Paese industrializzato a non offrire.
Però lo Speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, ha già detto di essere contrario.

mark zuckerbergmark zuckerberg

 

 

2. MA IN ITALIA IL CONGEDO È DI UN SOLO GIORNO

Nadia Ferrigo per “la Stampa”

 

Papà per un giorno, giusto il tempo di accompagnare mamma e pargolo a casa, un giro di acquisti dell' ultimo minuto e - solo per chi si è organizzato bene - anche un brindisi con i parenti.

 

Poi subito al lavoro. Oggi in Italia il congedo di paternità obbligatorio, lanciato in forma sperimentale dalla legge Fornero e in scadenza entro la fine dell' anno, è poco più che simbolico: un solo giorno retribuito, con la possibilità di aggiungerne altri due facoltativi, da sottrarre però alla maternità.
 

Anche se può sembrare difficile, la situazione dei papà italiani potrebbe addirittura peggiorare: se non si cambia con la legge di stabilità, già approvata con fiducia al Senato e ora all' esame della Camera, non ci sarà più nemmeno quello.
 

zuckerberg su vanity fairzuckerberg su vanity fair

Il disegno di legge in discussione propone di introdurre un congedo di paternità obbligatorio di quindici giorni, da prendere nell' arco di trenta giorni dalla nascita del figlio e con un' indennità giornaliera a carico dell' Inps del cento per cento. Troppo o troppo poco? Dando una sbirciata a quel che succede nel resto del mondo, verrebbe da dire che siamo al minimo sindacale.

 

Il confronto è impietoso non solo rispetto alla sempre citata Norvegia - dove un papà può deliziarsi tra pappe e coccole per 112 giorni - ma al mondo interno: tra i paesi che si distinguono per la durata del congedo riservato ai padri ci sono anche Islanda (90 giorni), Stati Uniti (84 giorni) e Svezia (70 giorni).

 

A pesare sulla scelta di dedicarsi ai bimbi non sono tanto i cosiddetti fattori culturali - papà che non sanno nemmeno cambiare un pannolino se ne vedono ormai pochini -, ma soprattutto quelli economici.

 

mark zuckerberg con moglie priscilla chanmark zuckerberg con moglie priscilla chan

Prendiamo il congedo parentale, che dà a mamma e papà la possibilità di restare con i bimbi entro i primi sei anni per un massimo di 6 mesi, con il 30 per cento dello stipendio. Se in Italia dal 2009 al 2013 si è passati da poco più dell' otto al dodici per cento di padri che scelgono questa possibilità, in Svezia la percentuale è ben oltre il 90 per cento. La spiegazione è semplice: la retribuzione è piena.
 

Tra i sostenitori dell' introduzione del congedo parentale obbligatorio c' è anche il presidente dell' Inps Tito Boeri, che vede nel provvedimento anche l' occasione ideale per un passo avanti nella parità di genere sui luoghi di lavoro.
«I datori di lavoro sapranno d' ora in poi che assumere un uomo comporta gli stessi costi - ha commentato l' economista -. Con una conseguenza non banale: il provvedimento ridurrebbe le differenze tra uomini e donne nei "costi dei figli" che finiscono per gravare sulle imprese».

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Non è tutto. Nel disegno di legge, su cui si deciderà probabilmente entro la fine dell' anno, ci sono altri due emendamenti: il primo per aumentare l' indennità per i congedi parentali dal 30 al 50 per cento della retribuzione per i redditi bassi, il secondo per introdurre una detrazione contributiva dell' 80% del costo delle collaborazioni domestiche, cioè tate e baby sitter. Che se i nonni non ci sono, il papà lavora e la mamma pure, restano l' unica - e senza dubbio assai costosa - soluzione.

mark zuckerberg con priscilla chanmark zuckerberg con priscilla chan