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STESSA SPIAGGIA, STESSO MARE PER GIORGIA – IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA VARATO IL DECRETO PER LA MAPPATURA DELLE CONCESSIONI BALNEARI – L'OBIETTIVO DELLA MELONI E LA SPERANZA DI CHI OGGI GESTISCE GLI STABILIMENTI (PAGANDO PER LO PIU' CIFRE IRRISORIE ALLO STATO) È DIMOSTRARE LA “NON SCARSITÀ DELLA RISORSA”. E QUINDI EVITARE DI DOVER METTERE AL BANDO LE CONCESSIONI, COME INVECE PRETENDE DA TEMPO L'EUROPA (PASSAGGIO NECESSARIO ANCHE PER SBLOCCARE I FONDI PNRR)
Estratto dell'articolo di www.repubblica.it
Un decreto per avviare la mappatura delle concessioni, incluse quelle assai discusse dei balneari, sulle quali si sono incrociati moniti della Ue e bocciature del Consiglio di Stato. Sul tavolo del Consiglio dei Ministri è passato il testo che avvia il sistema per la mappature.
E’ una delega che il Governo ha ricevuto dalla legge del 5 agosto 2022, quella sulla concorrenza per il 2021, all’articolo 2. Lì si indicava di adottare, entro undici mesi, un “decreto legislativo per la costituzione e il coordinamento di un sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza, anche in forma sintetica, dei principali dati e delle informazioni relativi a tutti i rapporti concessori, tenendo conto delle esigenze di difesa e sicurezza”.
GIORGIA MELONI CONSIGLIO DEI MINISTRI
Il decreto, una cui bozza è stata visionata da Repubblica, istituisce al Mef il SICONBEP, il sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici “al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza, anche in forma sintetica, dei principali dati e delle informazioni relativi alle concessioni di beni pubblici”. E autorizza una spesa di 2 milioni l’anno per aprirlo e gestirlo.
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mappa dei canoni demaniali degli stabilimento balneari in italia
Il tema della mappatura non è banale, perché a questo lavoro è affidata la definizione della “scarsità della risorsa naturale”, che è il presupposto dell’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali marittime – come sempre sottolineano i rappresentanti di categoria quando emerge qualche Corte o organismo europeo che intima all’Italia di smetterla con la proroga delle concessioni e andare a gara.
L’ultimo intervento sulle concessioni era arrivato con il decreto Milleproroghe che ha spostato al 31 dicembre 2024 il termine ultimo, per altro differibile di un ulteriore anno in caso di contenziosi o impedimenti per i Comuni che devono mettere a gara le coste.
A inizio giugno ha iniziato a riunirsi sotto la regia di Palazzo Chigi il tavolo tecnico con esponenti di ministeri, Regioni e associazioni di categoria nel quale era stato articolato il programma di lavoro: prima “acquisizione dei dati relativi ai rapporti concessori in essere e alla quantità e qualità delle risorse demaniali marittime, lacuali e fluviali disponibili”.
Poi “definizione dei criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale sia di quello disaggregato a livello regionale e della rilevanza economica transfrontaliera”. Il 4 luglio si è tenuta una nuova riunione, dalla quale è emerso che dai primi dati del Mit “non emergerebbe la scarsità della risorsa spiaggia”.
concessioni balneari
concessioni balneari
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