DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per www.corriere.it
Alle 2,40 ora locale (le 23,40 in Italia) arriva finalmente la fumata bianca alla Conferenza sul clima dell’Onu, dopo tredici estenuanti giornate di negoziati. Il presidente della Cop29 Mukhtar Babayev, ex dirigente della compagnia petrolifera azera, sospira mentre dalla platea dei delegati scoppia un lungo applauso liberatorio.
I Paesi sviluppati — Ue, Gran Bretagna, Usa, Canada, Australia, Giappone, Nuova Zelanda — hanno messo sul tavolo un pacchetto da 300 miliardi di dollari all’anno, tra finanza pubblica e privata. Sino all’ultimo non sembrava abbastanza per i Paesi in via di sviluppo che ne chiedevano almeno 500 per affrontare gli effetti della crisi climatica e ridurre le proprie emissioni.
Alla fine, ha vinto il «prendere o lasciare»: l’anno prossimo, con Donald Trump presidente e gli Stati Uniti in uscita dall’Accordo di Parigi, trovare un compromesso sui soldi sarebbe stato ancora più difficile.
Il testo approvato include anche lo sviluppo di una «Roadmap da Baku a Belem», dove nel 2025 si terrà la Cop30, su come raggiungere 1,3 mila miliardi di dollari l’anno in finanza climatica che «tutti» i Paesi sono invitati a cercare di raggiungere attraverso «fonti pubbliche e private» entro il 2035.
È l’India a sollevare, poco dopo l’approvazione per consenso della Decisione di Baku, una violenta contestazione: «È un’illusione ottica. Ci opponiamo alla sua adozione», tuona Chandni Raina. Molti Paesi in via di sviluppo la seguono, esprimendo frustrazione e rabbia. «Questa decisione è un insulto, una barzelletta», dice l’inviata della Nigeria […]
Tocca al commissario europeo al clima Wopke Hopke, insolitamente spettinato, difendere «il risultato eccezionalmente importante: la Cop29 sarà ricordata come l’inizio di una nuova era per la finanza climatica e l’Unione europea e i suoi Stati membri continueranno ad avere un ruolo di primo piano».
Anche Hopke non è del tutto soddisfatto: «Volevamo qualcosa di più sulla riduzione delle emissioni. Ma siamo riusciti a salvaguardare la decisione di Dubai e a fare qualche passo avanti», ha aggiunto riferendosi al «transitioning away» (la transizione dai combustibili fossili) concordata lo scorso anno alla Cop28.
[…] La conferenza è riuscita ad approvare in fretta le norme che regoleranno il futuro mercato del carbonio controllato dall’Onu, un tema fermo da tempo, ma sul punto chiave di questa conferenza — la finanza climatica — si sono susseguite le fumate nere […]
Giorgia meloni - cop29 a bakucop29 - baku azerbaijani talebani alla cop29 di baku
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