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Davide Frattini per il "Corriere della Sera"
Schmuel Peleg entra in tribunale
Dalla mattina alla sera. Tanto è bastato ai giudici della corte di appello per confermare la prima sentenza: Eitan Biran deve ritornare in Italia. Il tribunale a Tel Aviv ha respinto il ricorso del nonno materno Shmuel Peleg e ha stabilito ancora una volta che il bambino di sei anni «è stato rapito dal suo luogo abituale di residenza»: ordina che debba rientrare in provincia di Pavia «entro quindici giorni».
I genitori di Tal, la madre scomparsa nella tragedia sul Mottarone, possono contestare davanti al tribunale italiano, come hanno già deciso di fare, la decisione di affidarlo alla zia paterna Aya Biran. I legali israeliani dei Peleg - Shmuel e l'ex moglie Eshter - stanno ancora valutando la sentenza pubblicata nella notte per decidere se andare alla Corte Suprema, hanno sette giorni per presentare l'appello.
I giudici del tribunale distrettuale riconoscono «tutto il dolore dei due nonni», ma ribadiscono che il minore è stato allontanato illegalmente. Alla zia Aya - sorella di Amit, il padre di Eitan, anche lui scomparso il 23 maggio - chiedono di fare il possibile perché i parenti dell'altra famiglia non perdano i contatti con il bambino e di garantire la possibilità che possano vederlo a Travacò Siccomario dove vive e dove si erano trasferiti da Israele anche i suoi genitori.
Nel ricorso gli avvocati di Shmuel e Esther contestavano anche il comportamento di Aya che dopo la prima sentenza non aveva permesso loro di vedere Eitan senza supervisione. «Non ci fidiamo più», avevano replicato i suoi legali. Erano stati loro a presentare a Tel Aviv la petizione per violazione della Convenzione de L'Aia e di quello che prevede sul sequestro di minori. L'11 settembre il nonno aveva incontrato il piccolo a casa della zia in Italia ed erano usciti per fare un giro.
eitan unico sopravvissuto del mottarone
Che si è rivelato lungo. Aiutato da un altro israeliano - per entrambi la Procura di Pavia ha emesso un mandato di cattura internazionale - lo aveva portato in auto a Lugano e dalla Svizzera erano decollati su un jet privato verso Tel Aviv. Da allora Eitan è in Israele, ha passato i giorni in attesa della prima sentenza in condivisione tra le due famiglie, adesso è con Aya. I giudici d'appello hanno fissato il termine dei quindici giorni e allo stesso tempo sospeso l'esecutività della sentenza per una settimana in attesa dell'eventuale passaggio all'Alta Corte.
I Peleg ripetono che «Eitan è un bambino ebreo e deve crescere in Israele secondo la tradizione del suo popolo». I nonni materni hanno accusato Aya di averlo iscritto in una scuola cattolica anche se - confermano gli amici di Amit e Tal - erano stati il padre e la madre a scegliere l'istituto prima della tragedia sulla funivia del Mottarone. Esther ha rilasciato interviste alle televisioni locali, ha detto di sentirsi tradita dallo Stato israeliano dopo la prima sentenza, ha accusato l'Italia di averle ucciso la figlia e di volerle sottrarre il nipote.
eitanla famiglia di eitan 2LA ZIA DI EITANstriscioni per eitanLA FAMIGLIA DISTRUTTA SULLA FUNIVIASHMUEL E TAL PELEGShmuel Peleg, nonno di Eitan Biran, Etty Peleg, la nonna materna di eitangali peleg 3
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