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IL RUGGITO DEL LEONE PER NETANYAHU - NEL VOLO DA ISTANBUL A BEIRUT PAPA PREVOST SI E' CONCESSO ALLA STAMPA: AUSPICANDO LA SOLUZIONE "DUE POPOLI, DUE STATI", HA SOTTOLINEATO: "MA SAPPIAMO TUTTI CHE ISRAELE ANCORA NON ACCETTA QUESTA SOLUZIONE DEL CONFLITTO..." - IL PONTEFICE HA SCELTO LA TURCHIA PER IL PRIMO VIAGGIO INTERNAZIONALE NON SOLO PER LA RICONCILIAZIONE TRA CHIESA CATTOLICA E CHIESE ORTODOSSE:
ERDOGAN OGGI RAPPRESENTA ANCHE IL MEDIATORE IN PRIMA LINEA PER IL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA E PER LA PACE IN PALESTINA - VIDEO
Dall’account facebook di Cenap Aydin, Direttore Istituto Tevere - Centro per il dialogo Interreligioso
Il primo viaggio apostolico internazionale di Papa Leone XIV in Turchia ha rappresentato un evento di straordinaria importanza storica e simbolica. A distanza di quasi sessant’anni dalla visita di Papa Paolo VI nel 1967, la missione fondamentale è stata la riconciliazione tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse attraverso il dialogo ecumenico.
La coincidenza con il 1700° anniversario del Concilio di Nicea ha conferito un significato ancora più profondo alla visita. A Nicea, dove fu elaborato il Credo riconosciuto da tutti i cristiani, hanno partecipato alle commemorazioni rappresentanti ortodossi, armeni, siriaci e protestanti, testimoniando l’universalità di questo patrimonio comune.
Sostegno alle Minoranze e Libertà Religiosa
papa leone moschea blu istanbul
La presenza del Santo Padre ha assunto un duplice significato: rafforzare i legami tra le diverse famiglie cristiane e manifestare vicinanza alle piccole ma storicamente importantissime comunità cristiane in Turchia. Queste comunità, pur numericamente ridotte, custodiscono un patrimonio spirituale inestimabile come eredi delle prime comunità apostoliche.
La visita richiama l’attenzione sulla necessità di garantire a queste comunità il pieno riconoscimento dei diritti di libertà religiosa secondo gli standard internazionali, nel quadro di una cittadinanza pienamente uguale. È significativo che questa visita avvenga a pochi giorni dal 60° anniversario della Dignitatis Humanae (7 dicembre 1965), la Dichiarazione Conciliare sulla libertà religiosa che ha segnato una svolta decisiva, affermando questo diritto come fondamentale della persona umana.
La Dignitatis Humanae costituisce il fondamento teologico indispensabile non solo per il dialogo ecumenico, ma anche per quello interreligioso. Senza il pieno riconoscimento della libertà di coscienza e religione, non può esservi autentico incontro tra credenti di diverse tradizioni.
I Luoghi di Culto
L’itinerario ha posto particolare enfasi sulla visita ai luoghi di culto. Dalla Cattedrale Cattolica, il Papa si è recato alla Chiesa Siro-Ortodossa, alla Chiesa Apostolica Armena e alla Chiesa di San Giorgio del Patriarcato Ecumenico, lanciando in ciascun luogo messaggi di unità e fraternità.
La visita più attesa è stata quella alla Moschea Blu. Contrariamente al programma diffuso, il Presidente del Diyanet non ha partecipato; ad accompagnare il Santo Padre sono stati il Ministro del Turismo, il Mufti di Istanbul e l’imam della moschea. Sebbene non sia stato documentato un momento di preghiera come nelle visite precedenti, è stata mantenuta la tradizione inaugurata da Giovanni Paolo II nel 2001 a Damasco. Il leader di 1,4 miliardi di cattolici ha visitato con rispetto uno dei luoghi di culto più significativi del mondo islamico, inviando un messaggio simbolico di grande rilevanza. All’uscita, il Papa ha donato una medaglia commemorativa, erroneamente interpretata da alcuni come rosario.
L’Eredità di Roncalli e Nostra Aetate
Papa Leone XIV ha fatto ripetuti riferimenti a Mons. Roncalli, futuro Giovanni XXIII, che visse a Istanbul dal 1935 al 1944, citando le sue parole di amore per il popolo turco. Ha inoltre richiamato più volte la Nostra Aetate, che celebra quest’anno il 60° anniversario, documento che ha trasformato l’atteggiamento cattolico verso le altre religioni. Come i predecessori, il Papa ha incontrato il Rabbino Capo David Sevi,ribadendo l’impegno nel dialogo ebraico-cristiano.
Durante la conferenza stampa sull’aereo diretto in Libano, il Santo Padre ha sottolineato l’importanza del ruolo della Turchia come mediatore per la pace nei conflitti Russia-Ucraina e Israele-Palestina.
Tra Speranza e Realtà
La situazione attuale della Turchia presenta evidenti contraddizioni. Invece di progresso democratico e stato di diritto, si assiste a un accumulo di violazioni dei diritti umani. L’attuale governo, anziché incarnare i valori di Mevlana e Yunus Emre (i maestri mistici dell’Anatolia) citati nel discorso di benvenuto, mostra tendenze settarie e intolleranti, strumentalizzando la religione islamica in contraddizione con il messaggio di pace dell’Islam.
Tuttavia, esistono in Turchia persone che continuano a sognare un paese ponte tra Oriente e Occidente, dove diverse religioni convivano nel rispetto reciproco, dove la democrazia progredisca e la dignità umana sia pienamente riconosciuta. Anche nei momenti più bui, la speranza resta la luce che i regimi oppressivi temono di più. La collaborazione tra persone di buona volontà di diverse tradizioni religiose rappresenta una condizione necessaria per costruire pace e giustizia.
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