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E CHE COZZA! – UN RISTORANTE DI RIMINI HA DOVUTO PAGARE 15MILA EURO A UNA CLIENTE CHE SCIVOLO' SU UNA CHIAZZA DI SUGO DI COZZE, COLATA DAL VASSOIO DI UN CAMERIERE – I FATTI RISALGONO AL 2018: LA DONNA CADDE RIPORTANDO UNA FERITA AL MENTO, CHE RICHIESE ALCUNI PUNTI DI SUTURA. SECONDO I GIUDICI DELLA CORTE D’APPELLO, NON FU UN CASO FORTUITO: “IL FATTO CHE IL LIQUIDO FOSSE CADUTO DA POCHI SECONDI NON RENDE IMPREVEDIBILE NÉ INEVITABILE L’EVENTO. ERA POSSIBILE E DOVEROSO INTERVENIRE PRONTAMENTE…”

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Estratto da https://www.chiamamicitta.it/

 

impepata di cozze 2

Era entrata in un noto ristorante di Rimini per una serata tranquilla, […] ne era uscita in ambulanza dopo essere finita a terra scivolando su una pozza di sugo colata da un vassoio di un cameriere.

 

A distanza di anni, quella caduta le vale un risarcimento ben più alto: la Corte d’Appello di Bologna ha condannato i gestori del locale a pagarle circa 15 mila euro, fra danni e spese legali.

 

La vicenda risale al 2018. Una giovane cliente, mentre si stava spostando tra i tavoli, perse l’equilibrio e cadde violentemente, riportando una ferita al mento che richiese punti di sutura al pronto soccorso. Tutto […] per una chiazza di sugo oleoso finita sul pavimento pochi istanti prima da un piatto contenente un’impepata di cozze servita da una dipendente.

 

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Gli stessi titolari […] erano perfettamente consapevoli della presenza della macchia, ma non avrebbero adottato alcuna misura immediata per mettere in sicurezza la zona: nessun avviso ai clienti, nessuna delimitazione dell’area scivolosa, nessun intervento tempestivo per asciugare il pavimento.

 

La Corte d’Appello (presidente Giuliano, estensori Iovino e Capano) ha escluso che si possa parlare di caso fortuito:

 

«Il fatto che il liquido fosse caduto da pochi secondi non rende imprevedibile né inevitabile l’evento. Era possibile e doveroso intervenire prontamente, anche nell’arco di un minuto», scrivono i magistrati.

 

impepata di cozze 1

Per i giudici, la cameriera avrebbe dovuto fermarsi immediatamente, avvisare gli avventori e richiedere l’aiuto dei colleghi, proprio per evitare il rischio – del tutto prevedibile – che qualcuno potesse scivolare.

 

Oltre ai danni fisici, alla ragazza sono stati riconosciuti anche i danni morali legati alla cicatrice rimasta sul volto: un segno lieve, ma evidente, che – sottolinea la Corte – in una persona giovane può determinare «disagio e sofferenza soggettiva».

 

[…]