RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Luca Fraioli per “la Repubblica”
Samantha Cristoforetti nel 2015 dopo i 199 giorni trascorsi in orbita
Dunque AstroSamantha vola via dall' Aeronautica Militare: la Cristoforetti svestirà la divisa azzurra da aviatore e i gradi di capitano con una spartana cerimonia nella base di Istrana, in provincia di Treviso.
D' altra parte non c' è niente da festeggiare, perché è evidente come, pur nel silenzio dei diretti interessati, l' addio sia stato tutt' altro che indolore. L' Aeronautica Militare perde uno straordinario testimonial, un' astronauta che gode di una popolarità senza eguali.
E più in generale ci perde il nostro Paese: con la rinuncia alle stellette, Samantha Cristoforetti infatti non ha più alcun legame "istituzionale" con l' Italia, rimarrà una astronauta a disposizione dell' Esa, l' Agenzia spaziale europea, nelle cui basi si sta già addestrando per tornare in orbita entro il 2022.
AstroSamantha preferisce non rilasciare dichiarazioni. Sceglie il silenzio anche il presidente dell' Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia. Poco o nulla trapela anche dai vertici militari. E così finiscono per alimentarsi le voci più disparate. Ma se si parla con chi conosce bene la comunità spaziale italiana si ricostruisce uno scenario che, se non è all' origine dell' addio della Cristoforetti, certamente rende il gesto meno sorprendente.
Il punto di partenza della vicenda (o meglio di arrivo, visto che risale a poche settimane fa) è la "ministeriale" del 27-28 novembre scorso. Una riunione dei ministri europei che ogni due o tre anni individua gli obiettivi della politica spaziale del Vecchio continente nel quinquennio successivo e le risorse economiche con cui perseguirli.
La delegazione italiana si presenta alla "ministeriale 2019" di Siviglia con un assegno da 2,3 miliardi di euro. In cambio chiede all' Esa una nuova occasione di volo per un nostro astronauta. I candidati sono Samantha Cristoforetti, la donna dei record che è stata sulla Stazione spaziale internazionale per 199 giorni tra il novembre 2014 e il giugno 2015, e Walter Villadei. Chi era a Siviglia racconta di pressioni enormi da parte dei militari italiani perché a spuntarla fosse il secondo.
Quarantasei anni, tenente colonnello dell' Aeronautica Militare, Villadei viene definito, anche dai nostri vertici militari, un cosmonauta, mutuando la terminologia russa.
Perché in effetti l' ufficiale non ha mai superato il concorso dell' Agenzia spaziale europea (anni fa fu respinto in una fase molto preliminare delle selezioni). Tuttavia la Difesa ha continuato a investire (si parla di due milioni di euro) per la sua preparazione presso il Centro Addestramento Cosmonauti Yuri Gagarin di Mosca.
L' ultima sessione due mesi fa, come informa il sito dello Stato Maggiore dell' Aeronautica: «Concluso in Russia l' addestramento di sopravvivenza in mare del tenente colonnello Villadei». La fonte è l' Ufficio Generale per lo Spazio, costituito nel 2017 presso lo Stato Maggiore dell' Aeronautica.
Di cosa si occupa? «Di sviluppare la policy e le direttive per lo sviluppo delle capacità spaziali ed aerospaziali della Forza Armata. L' Aeronautica Militare, infatti, ambisce a divenire il principale abilitante per l' accesso allo spazio mediante lo sviluppo di competenze consolidate nel settore aerospaziale anche mediante la formazione e lo sviluppo di precorsi d' eccellenza del proprio personale».
Insomma, individuare gli astronauti italiani del futuro. E chi fa parte dell' Ufficio Generale per lo Spazio? Villadei, che così si ritrova a essere al tempo stesso candidato e selezionatore. Gode naturalmente di grande stima e appoggio tra i militari.
A cominciare da Roberto Vittori, astronauta che ha volato tre volte nello spazio tra il 2002 e il 2011, oggi generale dell' Aeronautica e addetto spaziale presso l' ambasciata italiana di Washington. E poi l' ammiraglio Carlo Massagli, segretario del Comitato interministeriale per lo spazio, istituito presso Palazzo Chigi quando il sottosegretario leghista Giorgetti era il playmaker della politica spaziale italiana.
All' epoca il pressing a favore di Villadei indusse il premier Conte, leader della ex maggioranza gialloverde, a sponsorizzare nel suo incontro con Vladimir Putin una missione spaziale ad hoc finanziata interamente dall' Italia. Ci si fermò di fronte ai costi decisamente proibitivi: 60 milioni di euro.
Dodici mesi dopo a Villadei e ai suoi sponsor militari è andata di nuovo male: l' Esa ha scelto ancora Samantha Cristoforetti. Sarà lei a volare sulla Stazione spaziale. E via dall' Aeronautica Militare.
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