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DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…
DAGOREPORT
Il Coniglio (coniglio, non consiglio) di amministrazione della Scala si è espresso all’unanimità per l’incarico, proposto dal sovrintendente Fortunato Ortombina, del maestro Chung come sostituto di Riccardo Chailly, il cui impegno si concluderà alla fine del 2026. Il board della Scala, presieduto dal sindaco Beppe Sala, cento ne dice e a nessuna riesce a tener fede.
Si sa che i consiglieri non sono scelti per competenze musicali o manageriali ma si pensava che, almeno, Lor Signori (Barbara Berlusconi, Diana Bracco, Melania Rizzoli, Marcello Foa, oltre a Descalzi e Bazoli…) fossero, almeno vagamente, in grado di tener fede alla loro parola. Invece niente, virano come tira il vento, cazzano la randa così come viene.
L’anno scorso si dicevano pronti alla morte per difendere il sovrintendente Dominique Meyer attaccato dal cattivo Governo delle destre ecc. attraverso la norma sui 70 anni. Invece, lo hanno fatto impallinare dal Governo che, un mese dopo il non rinnovo di Meyer ha cambiato la legge sui 70 anni - si dice per consentire al loro nominato, Nicola Colabianchi, di stare di più alla Fenice.
Dopodiché sindaco e consiglieri hanno dichiarato, “furbi et orbi”, che avrebbero sdoppiato tutte le cariche: un sovrintendente, un direttore artistico, un direttore musicale e financo un direttore generale. Pronti, via, tutto rimangiato: hanno nominato Fortunato Ortombina sovrintendente e anche direttore artistico e di direttori generali manco l’ombra.
Come direttore musicale hanno suggerito il nome del milanese di fama mondiale Daniele Gatti. La Cgil dell’orchestra, sottotraccia (non con dichiarazioni ufficiali, ovviamente) ha subito fatto capire che Gatti non era di suo gradimento. Il perché è interpretabile ma, al netto di elucubrazioni musicali a Gatti veniva “rimproverato” un atteggiamento un po’ severo verso gli orchestrali (poco inclini a non fare quel che vogliono, altrimenti “Prova d’orchestra” di Fellini e la cacciata di Muti restano un monito) e - questo non si può dire - di non essere sull’asse Abbado-Chailly ovvero della tradizione musicale che parte dal progressismo di Luigi Nono ecc.
Si è, così, incominciata a spargere la voce che Gatti non poteva fare trasferte finché era, contemporaneamente, direttore musicale della Staatskapelle di Dresda: cosa falsa, in quanto Gatti ne ha appena conclusa una con i Wiener nel settembre 2024. Che questo sarebbe stato il grimaldello servito agli ignari ‘’coniglieri’’ di amministrazione, più adatti ai cocktail che allo spartito, lo si è capito dallo scorso Consiglio quando il sindaco ha dichiarato che bisogna fare found-raising con tournée a pagamento (basta andare negli Emirati o in Giappone).
Così, al posto del suggerito Gatti, il Consiglio si è rimangiata pure questa è ha lasciato che il sovrintendente prolungasse il contratto a Chailly sino alla fine del 2026 e indicasse nel coreano Myung-Whun Chung il suo successore. Questo è curioso perché Chung, 72 anni (la legge dei 70 non comprendeva, però, i direttori musicali), pur essendo direttore ospite principale della Staatskapelle di Dresda non fu nemmeno preso in considerazione, due anni fa, per la sostituzione di Thielemann che se ne andava a Berlino: gli fu preferito proprio il milanese Gatti. A Milano, nemo profeta in Patria.
Ora li vedremo alla prova con l’elenco (una quindicina di voci) che i sindacati reclamano: vanno dall’aumento di personale (del resto, la Scala, ha solo mille dipendenti!), aumenti retributivi, scelta dell’ufficio stampa all’interno del teatro, basta con l’esternalizzazione del facchinaggio e chi più ne ha più ne metta financo la richiesta di parcheggiare i monopattini nel cortiletto interno.
Peggio, i sindacati contestano pure quel capolavoro di architettura, non ancora inaugurato e pagato in gran parte con soldi pubblici, della nuova sala prove dell’orchestra a meno diciotto metri e alta quattordici progettata da Mario Botta. Che Guevara vive alla Scala, dove l’unico bis ripetuto due volte è stato “Bella ciao” lo scorso 25 aprile.
daniele gatti
Myung Whun Chung
fortunato ortombina 3
riccardo chailly
Myung Whun Chung
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