DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
C’ è qualcosa che lascia disorientati per le strade di Minsk, come se mancasse un po’ d’aria o la forza di gravità agisse diversamente. Certo sono biondi, parlano a bassa voce, non gesticolano e ridono poco, ma non basta. Al principio si pensa all’asfalto perfetto, ai parchi senza una foglia per terra, a piazze, strade, marciapiedi sovradimensionati, agli autobus elettrici, puliti e silenziosi.
Aleksandr Lukashenko vladimir putin
Non fosse per il costruttivismo sovietico dei palazzi, sembrerebbe una Svezia senza mare. Il patto sociale con il potere qui si regge su stipendi bassi, ma buoni servizi pubblici e prezzi calmierati che permettono di vivere tranquilli. In Bielorussia non ci sono state le privatizzazioni selvagge della Russia degli Anni 90, qui le grandi imprese sono rimaste statali ed è sopravvissuto un egalitarismo sovietico, senza penurie e con in più le vacanze in Turchia.
proteste contro lukashenko in bielorussia 1
Ma c’è dell’altro, non tanto nelle cose, piuttosto nelle persone. [...] In un attimo capisci che sono tutti a due a due. [...]
Due, due, due. Non di più. Errore, là sono in quattro, ma sono una famiglia. La regola del due è rispettata anche ai tavolini dei ristoranti. Famiglie oppure coppie. Non ci sono gruppi di amici, compagnie niente. Ecco l’atmosfera irreale di Minsk: la gente non si mischia, non si avvicina, non fa gruppo. Non è carattere nazionale, c’è una legge che lo impedisce, una legge contro gli assembramenti per prevenire le rivolte.
alexander lukashenko con giubbotto antiproiettile e kalashnikov
[...] La Bielorussia è da trent’anni l’«ultima dittatura d’Europa», ora la deriva della Russia con l’elmetto di Putin ne contende il record, ma insomma l’aria resta quella.
«Gli arresti sono continui», ha dichiarato al New York Times mesi fa l’Ong premio Nobel 2021 Viasna. Ricontattati a Minsk nei giorni scorsi hanno risposto: «Troppo pericoloso incontrare giornalisti stranieri e anche inutile. Solo cancellando le sanzioni internazionali potrà riprendere il dialogo internazionale con il governo Lukashenko e quindi anche il nostro col regime».
proteste in bielorussia 23 agosto 2020 12
Il punto di svolta sono state le elezioni del 2020. Un gruppo di esponenti del sistema (un miliardario, un ex ambasciatore e, il più outsider, un blogger) aveva pensato che il padre padrone del Paese, Alexandr Lukashenko fosse pronto a farsi da parte e anche gli elettori ci hanno creduto.
Così, quando il risultato di Lukashenko è stato l’80% contro il 19 degli exit poll e il 21 dei sondaggi, i bielorussi hanno osato scendere in piazza, non più due a due, ma in massa. L’Occidente ha reagito con le sanzioni [...] Risultato: su neanche 10 milioni di abitanti, tra i 200 e i 500mila sono fuggiti all’estero. Un’emorragia che ha azzoppato il Pil.
alexander lukashenko con giubbotto antiproiettile e kalashnikov
Gli sfidanti originari del 2020 sono ancora in cella, i loro sostituti in esilio (tra loro il volto dell’opposizione Svetlana Thichanovskaya), mentre l’unica candidata ancora in libertà è Hanna Kanapackaja che ricavò (ufficialmente) dalle urne l’1,6%.
bielorusse bone in piazza contro lukashenko proteste in bielorussia 23 agosto 2020 13camion di polizia nelle strade di minsk proteste in bielorussia 23 agosto 2020 17proteste in bielorussia 23 agosto 2020 8proteste in bielorussia 23 agosto 2020 11
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