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DANA SPIOTTA FA LA SPIA - “LE DONNE IN OCCIDENTE? SONO ANCORA SFRUTTATE” - “E’ L’INTERESSE DELLE MULTINAZIONALI A MUOVERE IL MONDO” - "LA TECNOLOGIA TRASFORMA LA REALTA’ IN UNA BALLA” – LA SCRITTRICE AMERICANA ALLA "MILANESIANA" HA PRESENTATO IL SUO ULTIMO ROMANZO, “INNOCENTI E GLI ALTRI”
Paolo Bianchi per Libero Quotidiano
Dana Spiotta, statunitense, 51 anni, può esibire lo status di scrittrice affermata, avendo pubblicato quattro libri in sedici anni, tutti insigniti di alti riconoscimenti, fin dal primo, L.A. Girl (Frassinelli) considerato dal New York Times come uno dei più rilevanti del 2001, e poi andando più volte in finale al National Book Award, fino a raggiungere l' Accademia americana delle arti e delle lettere ed essere definita dai critici e dall' autorevole collega stesso la nuova Don DeLillo.
Insegna scrittura all' università di Syracuse. Ha potuto dedicarsi a tempo pieno alla scrittura anche perché ha vinto diverse borse di studio (per esempio quella della Fondazione Guggenheim). Le borse di studio agli scrittori sono la norma negli Stati Uniti, e quando le riveliamo che in Italia non esistono si stupisce e domanda perché. Per fortuna non siamo noi a dover rispondere, ma lei, dato che la intervistiamo a margine del festival La milanesiana dove le è appena stato consegnato il Premio Fernanda Pivano e ha presentato il suo ultimo romanzo, Innocenti e gli altri (La nave di Teseo, pp. 352, euro 19,50, traduzione di Carlo Prosperi).
il libro innocenti e gli altri di dana spiotta
È la storia di due ragazze, Meadow e Carrie, studentesse di cinema e poi registe; una fa documentari impegnati, l' altra commedie. Il libro è un omaggio al cinema e una riflessione sull' uso della tecnologia. Un terzo personaggio, Jelly, è una professionista delle conversazioni telefoniche, attraverso le quali riesce sempre a irretire i maschi. Spiotta è una signora florida e radiosa, giovanile d' aspetto, e la sua è la voce che sentiamo appena varcato l' atrio dell' albergo di piazza della Repubblica a Milano dove il nostro incontro è fissato. Una voce che rimbomba al di sopra di tutto.
Se ragionassimo per cliché, diremmo che è una voce del Sud Italia, del resto lei, per quanto residente a New York Upstate, ha quattro nonni italiani, di un paese «a sud di Napoli - dice - Castelnuova, mi sembra». Potrebbe essere Castelnuovo Cilento o Castelnuovo di Conza in provincia di Salerno, in ogni caso lei è l' esempio di immigrati di terza generazione che non hanno più contatti con la terra degli avi: «Mio fratello sta facendo ricerche sulla nostra famiglia. Il che è insolito, perché spesso gli immigrati non vogliono più saperne del loro passato, quasi se ne vergognassero». Una domanda che noi italiani ci stiamo facendo è che cosa sarà degli immigrati che sbarcando qui.
Saranno fedeli alle loro radici o diventeranno italiani?
«Io non conosco una sola parola di italiano, e me ne vergogno. Il punto di vista più contemporaneo sarebbe di mantenere la cultura d' origine adeguandosi a un' altra. Negli Stati Uniti è un grosso motivo di discussione adesso che Trump vuole tenere fuori i profughi, soprattutto islamici».
Qual è la sua formazione?
«Prima volevo fare la regista. Poi mi sono interessata di politica come attivista nel movimento No global di Seattle. Ne ho scritto nel libro Vivere un segreto (Mondadori). Mi ci è voluto tanto per mettermi a scrivere davvero. Ho conosciuto Gordon Lish, l' editor del grande scrittore Raymond Carver, e ho seguito i suoi corsi».
È ancora No global?
«Mah. Viviamo in un mondo globale e interconnesso, e non si torna più indietro. Più che altro l' attivismo mondiale dovrebbe assicurare i diritti umani e i diritti sul lavoro e la protezione ambientale. Peccato che sia l' interesse delle multinazionali e non l' interesse per l' uomo a muovere il mondo. La globalizzazione è avvenuta molto velocemente e tanta gente è stata lasciata indietro».
Le protagoniste di Innocenti e gli altri sono due ragazze che da grandi fanno le registe. Come voleva essere lei?
«I dati autobiografici non prevalgono nel libro. Io ho girato un solo film alle scuole superiori. Ma ne ho visti tantissimi, imparando molto sulla scrittura. E sono interessata agli aspetti etici del riprendere la realtà attraverso il filtro della tecnologia.
Meadow nel libro smette di fare film quando si rende conto di aver danneggiato delle persone mettendole in scena. La tecnologia ci fa concentrare sulle cose, ma allo stesso tempo le distorce».
Nessuno è innocente?
«No, si può solo essere onesti riconoscendo i propri torti».
Jelly seduce gli uomini solo parlando al telefono. Non è quello che succede adesso con le varie applicazioni di incontri?
«Sì, e la gente mente su sé stessa».
Le voci umane rivelano qualcosa o lo nascondono?
«La voce isolata ha qualcosa di molto intimo, esclusivo».
Che cosa devono ottenere ancora le donne in Occidente?
«Le donne sono ancora sessualmente dominate e sfruttate. Ci vorrebbe meno ostilità tra i sessi».
Come si relaziona con i musulmani nel suo paese? Li frequenta?
«Ce ne sono molti nel mio quartiere e andiamo d' accordo. Il fondamentalismo può essere pericoloso per le donne tuttavia la diversità è sempre un arricchimento».
Sembrerebbe un' affermazione politicamente corretta, ma lei esce mai dal suo personaggio?
«Rifiuto questo tipo di classificazione. Negli Stati Uniti è soprattutto la destra a usarla».
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