DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Aldo Fontanarosa e Alessandro Longo per âLa Repubblica'
Nell'Italia che tenta una stretta sul digitale (con la Web tax), un altro focolaio di polemica si accende sulla delibera del Garante delle Comunicazioni (AgCom) che protegge il diritto di autore in Rete. Oggi il testo del regolamento - votato il 12 dicembre - sarà ufficializzato dal Garante. Giusto in tempo per incassare una pioggia di ricorsi davanti al Tar del Lazio che saranno firmati, dicono, dalle associazioni degli utenti (in testa Altroconsumo).
Dentro i ricorsi, i legali dei consumatori metteranno anche le obiezioni che l'Europa ha mosso alla delibera quanto questa era solo una bozza di provvedimento, sottoposta a consultazione pubblica. La Commissione europea si è mossa con una lettera del vicepresidente Maros Sefcovic, commissario alle Relazioni inter-istituzionali, arrivata alla Rappresentanza diplomatica dell'Italia a Bruxelles il 2 dicembre.
La missiva - lunga 6 fitte cartelle - ha denunciato intanto la possibile lesione dei «diritti fondamentali» dei navigatori, che non è certo obiezione da poco. Il problema era tutto nella procedura ultra-rapida che avrebbe permesso al Garante italiano di chiudere in soli 12 giorni (invece dei canonici 35) il procedimento contro i pirati più aggressivi di Internet.
Interpellato da Repubblica, il Garante italiano assicura di aver recepito questa (grave) critica europea allungando i tempi entro i quali dovranno bloccare il contenuto illegittimo i "provider" (le società che materialmente permettono di navigare in Rete).
Ma l'Europa ha formulato anche un'altra obiezione alla delibera e su questo punto il Garante italiano non avrebbe accolto del tutto le riserve della Commissione. In pratica, il testo introduceva - e tuttora prevede - una figura particolare.
Si tratta del "gestore della pagina", un attore che pure rischia contestazioni in caso di violazione del copyright. Peccato - sottolineano i giuristi Fulvio Sarzana e Guido Scorza, tra i principali avversari della delibera italiana - che il "gestore" sia un'entità «sconosciuta alla direttiva Ue sul commercio elettronico», un'ideazione del nostro Garante.
A preoccupare Bruxelles, infine, qualche sciatteria nel testo che rischiava di mettere sott'accusa chi, ad esempio, diffonde un film in formato digitale (attraverso un file elettronico) mentre salvava chi lo diffondeva in "carne e ossa". Cioè come cd reale contraffatto.
Il Garante italiano, ancora una volta, sdrammatizza. Ora che la delibera diventa ufficiale, il suo testo sarà nuovamente spedito alla Commissione europea, come gesto di cortesia istituzionale. L'ultima formulazione ha accolto i dubbi di Bruxelles - ripete il Garante - e corretto tutte le imperfezioni. «Non riceverà , dunque, altre obiezioni».
AGCOMANGELO CARDANISTEFANO FASSINA E FRANCESCO BOCCIAil palazzo della commissione europea a bruxelles
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