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ELENA CESTE E MICHELE BUONINCONTI
Massimo Numa per “la Stampa”
Michele Buoninconti, 47 anni, vigile del fuoco, in carcere dal 29 gennaio per l’omicidio e l’occultamento di cadavere della moglie Elena Ceste, sarà giudicato con rito immediato dalla Corte d’Assise di Asti il 1° luglio.
«Prove evidenti»
È la decisione, a sorpresa, del gip di Asti Giacomo Marson. Scrive, tra l’altro, nel provvedimento: «Rilevato che, non essendo trascorsi più di 180 giorni dall’esecuzione della misura... essendo la prova di tale reato evidente e l’indagato essendo stato interrogato sui fatti dai quali emerge l’evidenza della prova, possono dirsi integrate le condizioni per procedere con rito immediato». Il gip ha così accolto la richiesta del pm Laura Deodato.
Michele Buoninconti marito di Elena Ceste
Per la Procura «...avrebbe cagionato la morte del coniuge per causa asfittica, avendo agito con premeditazione rappresentata dall’avere programmato e pianificato il delitto con perdurante volontà omicida, frutto di ferma e irrevocabile risoluzione criminosa».
«Nascose il cadavere»
Ma il capitolo orribile riguarda l’occultamento di cadavere. Scrive il pm di Asti: «Per celare il delitto appena commesso, al fine di assicurarsene l’impunità, occultava il cadavere nascondendolo, sotto fango e arbusti nel rio Mersa a Costigliole, dove veniva occasionalmente rinvenuto, ormai scheletrizzato il 16 ottobre 2014, da alcuni cantonieri».
«Non abbiamo deciso»
Ora la contro-mossa spetta ai difensori di fiducia di Buoninconti, che si professa innocente: «Mia moglie in preda a una crisi di natura psicotica, s’è allontana di casa nuda, è accidentalmente caduta nel canale ed è morta di freddo», sostiene da sempre. I suoi avvocati, Chiara Girola e Massimo Tortoroglio, hanno 16 giorni di tempo per scegliere il giudizio abbreviato che comporta una riduzione della pena in caso di condanna. «Stiamo ancora esaminando la situazione - ha detto Chiara Girola - decideremo nei prossimi giorni se scegliere l’abbreviato, ci consulteremo con il nostro assistito».
«Decisione condivisa»
Gli avvocati di parte civile, Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia (tutelano i genitori e i figli di Elena Ceste) concordano in pieno con la decisione del gip: «E’ la conferma del valore e del peso delle indagini». «Non è stato trascurato alcun indizio, nessuna traccia. Aspettiamo sereni il processo», dice il colonnello Fabio Federici, comandante dei carabinieri di Asti.
«Mia madre? Era serena»
Dalle carte giudiziarie emergono altri flashback. Come la precisa testimonianza di uno dei figli del presunto assassino, in merito agli ultimi minuti di vita di Elena Ceste: «Mia madre quella mattina era assolutamente normale, ha preparato la colazione come tutte le mattine, ci ha aiutato a prepararci, serena: nè nervosa nè tesa». Pochi minuti dopo, secondo il marito, sarebbe scomparsa in preda a una crisi nervosa nelle campagne nebbiose e gelide. Nuda e senza occhiali, lei che era fortemente miope.
ELENA CESTE
ELENA CESTE
ELENA CESTE
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