DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
1. ROSBOCH, GIALLO ANCORA APERTO - SI CERCA UN QUARTO COMPLICE
Tratto dall’articolo di Massimo Numa e Giampiero Maggio per “la Stampa”
GABRIELE DEFILIPPI - GLORIA ROSBOCH
L' indagine sull' atroce morte di Gloria Rosboch è tutt' altro che conclusa… Due persone potrebbero avere aiutato Gabriele Defilippi e Roberto Obert a disfarsi dei vestiti di Gloria, dei suoi gioielli e orologio, infine degli abiti che avevano indossato durante il delitto. Una è Caterina Abbattista, la madre di Gabriele, in carcere per concorso in omicidio; la seconda potrebbe essere un'amica dello stesso Gabriele.
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le mille facce di gabriele defilippi
Gabriele e Obert hanno assunto droga (cocaina Gabriele, popper Obert); in via Romano Montalenghe c'è la casa dell' ultima fidanzata di Gabriele, Sofia Sabhou, sparita in Marocco subito dopo il delitto e non ancora rientrata in Italia. E solo alle 21 qualcuno - non Obert - riaccompagna Gabriele a Gassino con un' auto sconosciuta. Chi? Efisia Rossignoli, 44 anni, alle 11,02 del 13 gennaio chiama Gabriele per «chiedergli un piacere».
le mille facce di gabriele defilippi
Ma lui è dal veterinario e non può. Efisia è colei che compie la falsa telefonata alla banca, da giovedì indagata per truffa. Dice di essere stata innamorata di Gabriele anche se gay. Il suo telefono è stato sequestrato, ma le chat sono state cancellate.
Minacce a fratello e madre Gabriele e sua madre sono già intercettati, il 12 febbraio.
Ed è grazie a queste intercettazioni che emergono le minacce del ragazzo ai suoi familiari. Gabriele vuole andare a tutti i costi in auto a Castellamonte a ritirare la posta; la madre no, teme i giornalisti.
Litigano furiosamente, tra insulti e bestemmie: «Puttana ignorante - le urla - dammi le chiavi di casa mia (Silvio Chiappino, l' ex compagno della madre l' ha intestata a lui, ndr) non mi fare alzare la voce! Devi imparare a fare come ti dico io (bestemmia, ndr), fallita, ignorante».
Altro drammatico frame: l' assassino vede il fratellino di 13 anni, due giorni prima del delitto, guardare dentro una borsa piena di banconote da 500 euro-facsimile: «Se dici qualcosa ti ammazzo». E punta alla testa del piccolo - ora al sicuro nella casa del padre naturale - una pistola. Un quadro di violenza familiare di cui avevano parlato i legali della difesa, Pierpaolo Bertolino e Matteo Grognardi.
2. GLORIA ALL’AMICA: CON GABRIELE SONO A MIO AGIO, CI SIAMO BACIATI
Tratto dall’articolo di Massimo Numa per “la Stampa”
«Io, quando esco con Gabriele, mi sento a mio agio, parlo di qualsiasi cosa, senza problemi, cosa che non ho mai fatto prima… ma certo non con altri. Inoltre sino ad ora, con Gabriele, oltre a qualche bacio, chiacchierate e cene, non c' è stato altro… Perché qui non vogliano che appaia nulla, ecco perché io vorrei provare questo lavoro accanto a lui ma anche provare a vivere la sua amicizia e stima che ha sempre avuto nei miei confronti…».
È Gloria Rosboch, l'insegnante di Castellamonte uccisa dal suo ex allievo e amante, che scrive alla sua amica Anna. È il febbraio 2014. Da qualche tempo Gabriele Defilippi, il suo assassino, sa che lei ha risparmi per 200 mila euro. E ha deciso di impadronirsene. Studia la psicologia, le debolezze, le fragilità di questa solitaria professoressa di 49 anni amica della madre e del fratellino. Scopre che ha voglia di evadere dalla casa di Castellamonte, dal suo lavoro. Desidera una vita nuova. Gabriele lavora su quello. Le fa intendere di provare per lei qualcosa di più di un amore platonico. La corteggia. La bacia.
2. SESSO, TRUFFE E POLITICA NEL PICCOLO MONDO DEL RAGAZZO DI PROVINCIA CHE SOGNAVA IL SUCCESSO
Paolo Griseri per “la Repubblica”
All’ingresso, sotto la torretta che vorrebbe ricordare un antico maniero, c’è anche un pupazzo vestito da cavaliere di Malta. Niente di sofisticato, per carità. Solo un accenno che serve a «entrare nel mondo delle favole», come promette il dépliant dell’Esedra convivium, cremeria, teeria, cioccolateria e ristorante sulla statale, a Torre Canavese.
Per entrare nell’atmosfera delle meraviglie basta una siepe alta che tenga lontano il rumore dei tir, un giardino con le panchine bianche in ferro battuto e anche un separé, nella grande sala, per proteggere il romanticismo delle coppie clandestine. «Qui venivano spesso – dice il proprietario - e andavano là, nel salotto appartato».
gabriele defilippi gloria rosboch
«Lui sarà stato anche stravagante ma quando veniva con la professoressa era vestito come si deve », ricorda Jessica, la figlia. Gabriele e Gloria, il carnefice e la vittima, avevano un buen retiro, un luogo distante dal mondo in cui lei vagheggiava la fuga con lui e lui smetteva per un attimo i suoi mille travestimenti virtuali per indossare quello più imprevedibile: la normalità.
C’è anche questo ristorante nei luoghi del delitto che fa discutere l’Italia. Ci sono i castelli veri, quelli del Canavese, l’ambiente un po’ fané della signorina Felicita di Guido Gozzano («tu m’hai amato, nei tuoi occhi fermi lucea una blandizie femminina»). C’è l’aria umida dell’inverno al Caffé Ronco, sulla piazza di Castellamonte. L’ordine del giorno è scontato: «Gabriele si vestiva da donna ed era meglio di tante donne», è la sintesi di Massimo, professione rappresentante.
«In questo bar è venuto una o due volte», testimonia la signora dietro il bancone. Che aggiunge lavando una tazza: «Più spesso andava alla sede della lista civica, tre portoni più in là». Il mostro faceva politica? «È venuto due o tre volte a manifestazioni pubbliche », conferma Giuliana Reano, consigliera comunale. «Veniva con una ragazza che all’epoca, parlo del 2012, era la sua fidanzata. Era un tipo eccentrico certamente. Ha anche dato una mano al centro giovanile del Comune», dall’altra parte della piazza.
Insomma, c’è stato anche un momento di impegno pubblico nella vita tormentata del futuro assassino di Gloria. Un momento da ragazzo di paese come tanti, che va ai concerti in piazza per fare due chiacchiere. A Castellamonte le occasioni non sono tante. Mohammed è egiziano. Frigge la carne di pecora all’Orgada Kebab di via Botta, proprio di fronte alla casa che un tempo era abitata da Gabriele e dalla madre.
Una catapecchia in un cortile che dimostra come anche un paese piccolo possa aver una periferia, per di più degradata. «Quel ragazzo l’avrò visto due o tre volte - dice Mohammed - ma si capiva subito chi era». Chi era? «Era uno di quelli che a noi in Egitto non piacciono troppo». Non ci sono omosessuali in Egitto? «Certo ma io mi tengo alla larga. Veniva ogni tanto qui il fratello più piccolo. La madre non si vedeva mai. Poi io alla sera chiudo e torno a Torino. Ho provato a vivere in questo paese per sei mesi. Ma anche i ragazzi alla sera vanno a Torino o a Ivrea. Qui non c’è niente da fare».
Un cortile fatto di ringhiere arrugginite, finestre sprangate, muri ammuffiti. Qui si è consumata l’infanzia di Gabriele e del fratello. Qui ancora oggi suonando il campanello può capitare di suscitare l’ira degli inquilini: «Che cosa volete? Andate via. Ci stiamo divertendo». «In quella casa succedeva di tutto», dice chi oggi conduce le indagini. Arrivavano personaggi ambigui, avventurieri del turismo in Thailandia. Nessuno si stupirebbe di trovare foto compromettenti nel computer di Gabriele.
Che cosa lega un luogo tanto sordido all’aula della scuola elementare di Ceresole, alla favola bella dell’istituto più piccolo d’Italia sotto la casa degli stambecchi? Nulla se non il fatto che la povera maestra Marzia, anni fa, è caduta per un periodo nella rete da pesca degli affetti lanciata dal ragazzo di Castellamonte.
Più semplice trovare un collegamento, che si sta ancora cercando di provare, tra l’assassinio di Gloria e quello, avvenuto quattro giorni dopo nella zona, di un balordo di paese, Pierangelo Pomatto. Trovato in un campo, ucciso con un colpo alla nuca e con il corpo cosparso di fac simile di banconote. Di Gabriele e del suo complice Roberto Obert si cercano da tempo una pistola e un pacco di banconote false.
Basta tutto questo a fare del ragazzo di Castellamonte un esempio negativo? Non basta. Sulla rete c’è, anzi, chi tradisce una certa ammirazione. Nasce la pagina facebook “Gabriele Defilippi assassino”. Accanto a una valanga di insulti c’è chi scrive «Poverino, lui si che ci sapeva fare a togliere i soldi agli stupidi». L’anonimo autore della pagina commenta: «Ci sono persone che mi scrivono in privato credendo che sia Gabriele dicendomi cose del tipo: ‘Sei bellissimo. Fregatene di quel che dice la gente’».
Nella canonica don Angelo, il parroco, non si stupisce: «Quale modello proponiamo ai nostri ragazzi? Io li vedo all’oratorio. E vedo che la scuola passa nozioni e non principi. Che le famiglie non educano al sacrificio. Che in fondo Gabriele rischia di diventare un eroe. Un eroe negativo, certamente, ma uno che comunque è diventato famoso».
GABRIELE DEFILIPPI CON LA MADRE
Che cosa resterà in questi paesi tra un mese, quando anche l’ultima regia mobile sarà stata dirottata su un altro delitto della cronaca nazionale? «Io posso parlare per me», dice la signora dietro il bancone dell’Esedra. Chiude gli occhi: «Mi sembra di vederla ancora lì, la professoressa. Mentre fa capolino dal separé e sorride. Non lo faceva mai. Ma quella sera era finalmente felice ».
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