
DAGOREPORT - CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE CLAUDIA CONTE, LA “GIORNALISTA, SCRITTRICE,…
UN LETTORE SCRIVE AL "MATTINO" PER RIBADIRE L'IMPORTANZA DI NON AVERE FAVORITISMI NELLA CAMPAGNA VACCINALE E IL DIRETTORE FEDERICO MONGA NE APPROFITTA PER DARE UN CEFFONE AL PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA CAMPANIA, OTTAVIO LUCARELLI: "HA PROVATO, GRAZIE AL PRESIDENTE DE LUCA INVANO, A FAR SALTARE LA FILA ALLA CATEGORIA DEI GIORNALISTI IN NOME NON SI CAPISCE DI QUALE DIRITTO O MAGGIOR RISCHIO. TANTI LAVORATORI HANNO CONTATTI RAVVICINATI CON ALTRE PERSONE" - MA I CRONISTI CHE RACCONTANO IL VIRUS DAI REPARTI COVID O DALLE TERAPIE INTENSIVE FANNO UN LAVORO PER LA COLLETTIVITA'…
VACCINO E DEMOCRAZIA, ASPETTIAMO TUTTI IN FILA
Gentile Direttore Monga, il maledetto Coronavirus ha portato via anche Raoul Casadei, il re del liscio, a 83 anni. Una persona splendida e con la musica nel suo Dna. Casadei è l’ultimo personaggio noto rapito alla vita. Ma penso, in precedenza, a Lucia Bosé, l’architetto Vittorio Gregotti, al giornalista Pino Scaccia, al vescovo di Caserta monsignor D’Alise, a Stefano D’Orazio dei Pooh, allo scrittore cileno Luis Sepulveda, al regista coreano Kim Ki-Duk. Insomma, il virus non fa differenze di casta, età, condizione. Gli oltre centomila decessi in Italia sono la dimostrazione della forza di questa pandemia, che si sta combattendo con il vaccino. È importante è non mollare e fare discriminazioni. Tutti insieme torneremo a sorridere.
Franco Petraglia
Cervinara
Risposta del direttore Federico Monga
Caro Franco, se, come ricorda lei, la letalità del Coronavirus è democratica, ovvero colpisce indipendentemente dallo stato sociale, economico o culturale altrettanto deve essere la campagna vaccinale per combattere l’epidemia. In questi giorni abbiamo assistito, invece, a una vergognosa e goffa corsa al privilegio da parte di alcuni rappresentanti delle corporazioni.
Purtroppo tra questi si è distinto anche Ottavio Lucarelli, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania che ha provato, grazie al presidente De Luca invano, a far saltare la fila alla categoria in nome non si capisce di quale diritto o maggior rischio. Tanti lavoratori hanno contatti quotidiani e ravvicinati con altre persone.
Non vedo una vera ragione, se non la difesa di casta, perché i giornalisti debbano venire prima delle cassiere dei supermercati o di un conducente di autobus o degli operai di un’industria metalmeccanica. Gli unici criteri da seguire, invece, sono la fragilità sanitaria e l’età. Solo per queste due variabili è dimostrato un legame con la letalità da Covid. Allora insistiamo, e battiamoci, perché si faccia in fretta ma aspettiamo tutti il nostro turno. In fila. Democraticamente. Come hanno fatto il virus e il presidente degli italiani Sergio Mattarella.
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