DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Michele Brambilla per “QN - Quotidiano Nazionale”
La storia che state per leggere è incredibile. Ma è vera. Il 14 ottobre scorso a Roma, quartiere don Bosco, un uomo di 86 anni - celibe, senza figli, vive da solo - è uscito di casa per andare a fare alcuni esami medici.
Quando è tornato ha provato a infilare la chiave nella serratura, ma si è reso conto che non girava. Ha pensato di essere sopra pensiero e di aver sbagliato piano, così ha guardato il nome sul campanello: in effetti non era il suo, c'era il nome di una donna. Eppure, l'appartamento era proprio il suo.
IL CASO DI ENNIO DI LALLA NELLA PRIMA PAGINA DEL QUOTIDIANO NAZIONALE
Mentre era fuori casa, una donna gli aveva cambiato la serratura e si era piazzata lì, in casa sua, insieme con la figlia e un cane.
Pazzesco. Ma molto meno pazzesco di quello che sarebbe accaduto poco dopo, e che purtroppo accade ancora. Infatti. Sentitosi dire dalla donna «qui ora ci abito io, faccia quello che vuole», l'uomo ha chiamato i carabinieri per ottenere un'elementare e immediata giustizia. Ma i carabinieri gli hanno risposto che, non essendoci un furto in corso, non potevano procedere a uno sfratto forzato.
«Con mio immenso stupore, forse anche per evitare problemi di ordine pubblico nei miei confronti - ha raccontato il malcapitato - i militari mi invitavano ad allontanarmi dalla mia abitazione, nonostante avessi rappresentato loro che vivo e ho sempre vissuto lì. Quindi sono dovuto andare via e quella donna è rimasta dentro senza che io potessi fare nulla».
E tutto questo perché la legge, che diamine, ha un suo iter da rispettare: l'occupazione abusiva prevede solo una denuncia a piede libero e per sfrattare la donna occorre l'ordine di un giudice. Così, da più di due settimane in quella casa ci sta l'usurpatrice (una rom, a quanto pare) fra arredi, quadri ed elettrodomestici di un anziano costretto a vivere dal fratello che l'ha ospitato. Ma la barzelletta non è finita.
Ieri le autorità competenti hanno fatto sapere, tramite un'agenzia di stampa, che l'occupazione «avrebbe le ore contate» in quanto «sarebbero già in atto contatti tra la Prefettura e la Procura per individuare soluzioni che possano portare a un intervento rapido ed efficace per restituire così l'appartamento al proprietario». Rapido????? Ma se è dal 14 ottobre che il poveraccio è fuori casa!
È una piccola storia ignobile, come cantava Guccini, ma racconta tanto di come funziona la giustizia in Italia: dei suoi tempi biblici, delle sue procedure cervellotiche, delle sue pastoie burocratiche concepite e tenute in vita solo per soddisfare le esigenze degli azzeccagarbugli, non certo quelle dei cittadini, che poi magari qualche volta hanno pure ragione di incazzarsi e di andare in piazza.
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