SECONDO LA “BILD” A BORDO C’ERA UN’ASCIA E IL COMANDANTE HA PROVATO A USARLA PER SFASCIARE LA PORTA DELLA CABINA DI PILOTAGGIO DOVE LUBITZ SI ERA CHIUSO – MANCA ANCORA ALL’APPELLO LA SECONDA SCATOLA NERA

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Anais Ginori per “la Repubblica

 

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Manca ancora un tassello fondamentale nella ricostruzione minuziosa del volo 4U9525 portato a schiantarsi contro le Alpi dal copilota Andreas Lubitz. La seconda scatola nera, Flight Data Recorder (Fdr), non è stata ancora trovata. Se la dinamica e il responsabile sono ormai stati appurati, grazie al recupero del Cockpit Voice Recorder (Cvr), dentro al Fdr sono contenuti tutti i dati del volo: centinaia di informazioni tecniche che potranno chiarire alcuni importanti dettagli. Si potrà sapere con precisione quali manovre Lubitz ha effettuato quando era solo nella cabina di pilotaggio.

 

Secondo il sito web Flightradar24 , tra le 10.30: 52 e le 10.30: 55 di martedì, il copilota ha riprogrammato l’altitudine dell’aereo da 11.582 metri a 30 metri. Ma è un calcolo di deduzione, in base alle rilevazioni dei radar, che potrebbe essere confermato o modificato dal contenuto della seconda scatola nera, che gli investigatori stanno ancora cercando sul luogo dell’impatto. La trascrizione del Cvr, trovata poche ore dopo il disastro, ha permesso una svolta rapida delle indagini, restituendo il racconto agghiacciante di come Lubitz si sia barricato dentro alla cabina di pilotaggio.

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Secondo la Bild, il comandante dell’A320 Patrick Sonderheimer ha cercato di buttare giù la porta blindata con un’ascia per cercare disperatamente di riprendere la guida dell’aereo. Un portavoce di Germanwings ha confermato che a bordo c’era anche un’ascia: «Fa parte delle apparecchiature di sicurezza in caso di emergenza».

 

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La Fdr permetterà di ricostruire le azioni di Lubitz all’interno della cabina. Si potrà capire quali tasti ha schiacciato e se a un certo punto ha manovrato per aumentare la velocità in modo eccessivo, e se il computer è intervenuto per rallentarla. Altre risposte importanti arriveranno dalla sincronizzazione delle due scatole nere. È un’operazione che richiede in media una settimana. Si potrà capire esattamente quando il copilota ha impostato la manovra di discesa: se lo ha fatto subito dopo che il comandante ha lasciato la cabina o se ha avuto delle esitazioni. Si potrà sapere poi se ha riprogrammato la manovra più volte e se, negli ultimi minuti prima dell’impatto, abbia deciso di virare verso la montagna.