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Marzio Breda per il Corriere della Sera - Estratti
mattarella discorso ai vertici dello stato
Teme che si faccia largo «la tentazione di un progressivo svuotamento del potere pubblico... fino a intaccare la stessa idea di Stato per come l’abbiamo codificata e conosciuta». Gli sembrano il segno premonitore di un processo di cui misuriamo già gli effetti in una diffusa smania di destrutturare le società occidentali. Quasi che questo fosse il rimedio di ogni guaio.
Infatti, dice, «si insinua nelle nostre opinioni pubbliche il dubbio che il potere democratico sia debole, inefficiente, lento, inadeguato a governare realtà in veloce evoluzione. O che sia addirittura un fattore penalizzante nella competizione con sistemi non democratici».
Davanti alla prospettiva di un così subdolo esproprio di democrazia, fatto scattare da alcuni detentori di poteri che sfuggono alle istituzioni nazionali (per esempio sui fronti del controllo accentrato di dati e criptovalute, oltre che sul dominio dell’intelligenza artificiale), Sergio Mattarella decide di lanciare un forte appello a trovare «armonia e massima convergenza». Insomma, unità. Con l’invito a non dividerci almeno su tali questioni strategiche.
Ecco il cuore del messaggio che lancia alle Alte cariche dello Stato convocate al Quirinale per il rituale scambio di auguri, descrivendo quella che, per uno studioso dei sistemi democratici quale lui è, sarebbe una distopia.
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«Si registra ovunque un fenomeno di evidente polarizzazione, che tocca tanti aspetti della nostra convivenza». Si chiudono gli spazi del dialogo e della mediazione. Collaborare e condividere è sempre più arduo. E questo, sottolinea Mattarella, «non riguarda solo la politica, ma la precede e va molto oltre, e tocca ambiti sociali, economici, culturali, persino etici».
Basterebbe pensare ai dissidi sui cambiamenti climatici e sulle politiche ambientali. O alle prove di forza sul «valore della scienza e della ricerca, che ci ha dato i vaccini, ora culminate perfino in violenze». Conseguenze di un «uso distorto e irresponsabile dei social media... talvolta strumenti perversi di condizionamento acritico e travisamento della realtà».
Le «faglie di rottura sono molte, e toccano ambiti differenti». E hanno a che fare con «la concentrazione in pochissime mani di enormi capitali e del potere tecnologico». Pochi soggetti, i cosiddetti Over the Top, sottolinea, «non uno soltanto (cioè Musk, ndr ), come ci si azzarda a dire, che guadagnano ben più di 500 volte la retribuzione di un operaio o di un impiegato».
Grandi società «che dettano le loro condizioni ai mercati — al di sopra dei confini e dell’autorità degli Stati — e tendono a sottrarsi a qualsiasi regolamentazione, a cominciare dagli obblighi fiscali». Si persegue la ricchezza «come fine a sé stessa», mezzo per glissare qualunque «effettiva responsabilità pubblica».
Su questo snodo il presidente inserisce il rischio di veder «intaccata la stessa idea di Stato, fondato sul monopolio dell’uso della forza e della moneta». Pilastri posti in dubbio da una futuribile «privatizzazione del potere pubblico, dall’iniziativa di potenze finanziarie private, capaci di sfidare le prerogative statuali anche su quei fronti».
Per Mattarella «l’unico argine agli usurpatori di sovranità» sta nel «consolidamento delle istituzioni democratiche».
Non per caso invita tutti ad «amare la democrazia e prendersene cura». Ciò che compete in particolare «a chi ha responsabilità istituzionali», puntualizza, avendo di fronte tutti i vertici dello Stato. E qui l’allusione è all’«interesse nazionale», al bene comune.
SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI
Obiettivi di lungo periodo, da perseguire con «un impegno che va oltre le maggioranze e le opposizioni di turno». Con il senso del dovere e il rispetto dei limiti richiesti a tutti.
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