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LA GUERRA DELLO STREAMING PARLA AMERICANO - DISCOVERY HA COMPLETATO L'ACQUISIZIONE DI WARNER E HA DATO VITA A "WARNER BROS. DISCOVERY", NUOVO GIGANTE PRONTO A SFIDARE DISNEY, NETFLIX E ANCHE AMAZON, CHE HA DA POCO RILEVATO LA CASA DI PRODUZIONE MGM - IL GRUPPO SBARCHERA' A WALL STREET L'11 APRILE E PUNTA A 54 MILIARDI DI RICAVI NEL 2023...
Discovery completa l'acquisizione di WarnerMedia e dà vita a «Warner Bros. Discovery», il nuovo gigante dello streaming pronto a sfidare Disney, Netflix e la stessa Amazon che di recente ha rilevato la casa di produzione cinematografica Mgm investendo 8,45 miliardi.
Ma torniamo a «Warner Bros. Discovery»: il nuovo gruppo, frutto di una operazione da 43 miliardi di dollari, sbarcherà a Wall Street l'11 aprile con il ticker 'Wbd' e punta a 54 miliardi di ricavi nel 2023. Nella sua pancia ci sono asset di primo piano come Cnn, Hbo e Warner Bros.
«Ho fiducia nell'energia, nell'amore e nei nostri marchi: creeremo la società media e di intrattenimento più dinamica al mondo», ha affermato l'ad David Zaslav definendo l'operazione una «pietra miliare non solo per Warner Bros Discovery ma per tutti i nostri azionisti, distributori, inserzionisti, partner creativi e soprattutto per i consumatori».
Il nuovo gruppo gestisce ora un imponente portafoglio di asset - dai canali via cavo agli studios Warner Bros - e le decisioni del suo vertice sono destinate a farsi sentire in modo forte su Hollywood in termini di posti di lavoro, marketing e budget.
«Grazie a tutti i nostri asset e al modello di business diversificato, Warner Bros Discovery offre il più ampio completo portfolio di contenuti al mondo con film, brand televisivi e streaming», ha proseguito Zaslav.
La transazione da 43 miliardi di dollari, con la separazione delle sue attività media confluite in Warner Bros Discovery, consente ad At&t un ritorno alle origini. Il big delle comunicazioni intende usare la maggior parte dei 39 miliardi ricevuti dalla vendita a Discovery per pagare parte del suo debito e probabilmente per investire sulla rete 5G.
All'orizzonte per At&t si profila, dice l'ad John Stankey in un'intervista al Wall Street Journal, un aumento dei prezzi dei suoi servizi in seguito alla corsa dell'inflazione. E in caso di rallentamento economico, spiega, At&t potrebbe rivelarsi molto attraente per gli investitori visto che i servizi cellulari sono considerati dai consumatori un bene quasi irrinunciabile. Attesa poi una riduzione dei costi: At&t ha già ridotto la sua forza lavoro portandola a 173mila addetti dai 253mila del 2015.
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