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IL DIVANO DEI GIUSTI - E IN CHIARO CHE VEDIAMO? SU RAI MOVIE PASSA “C’ERA UNA VOLTA IL WEST” DI SERGIO LEONE. SECONDO CHRISTOPHER FRAYLING È IL CAPOLAVORO DI LEONE. PIÙ DI “IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO”. LA7 PUNTA SUL LEGAL THRILLER “L’UOMO DELLA PIOGGIA”, SU CANALE20 PIACERÀ SOLO AI FAN DI SCARLETT JOHANSSON LA VERSIONE LIVE ACTION DEL CAPOLAVORO MANGA “GHOST IN THE SHELL” - IN SECONDA SERATA SU RAI5 C’È “IL PECCATO – IL FURORE DI MICHELANGELO”, BIOPIC CON UN MICHELANGELO REALISTICO E FIGLIO DI MIGNOTTA. RAI MOVIE MANDA L’OPERA PRIMA DI MATTEO ROVERE, “UN GIOCO DA RAGAZZE”: UN FILM CHE NON VENNE TROPPO CAPITO E SOFFRÌ UN ASSURDO DIVIETO AI MINORI… VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
E in chiaro stasera che vediamo? Intanto su Rai Movie alle 21, 10 passa “C’era una volta il West” di Sergio Leone con Claudia Cardinale, Charles Bronson, Henry Fonda, Jason Robards, Gabriele Ferzetti, Jack Elam, Woody Strode. Soggetto di Bernardo Bertolucci e Dario Argento… Secondo Christopher Frayling è il capolavoro di Leone. Più di “Il buono, il brutto, il cattivo”. Ne possiamo parlare. Su Cine 34 alle 21 torna, lo so non potete più, “La casa stregata” di Bruno Corbucci con Renato Pozzetto, Gloria Guida, Lia Zoppelli, Yorgo Voyagis, Marilda Donà e il cane parlante.
Allora meglio, Tv2000 alle 21, 10 , il Bibbia movie “Tommaso” diretto da Raffaele Mertes con Ricky Tognazzi, Hannes Jaenicke, Maria Grazia Cucinotta. Cielo alle 21, 15 ci porta nell’Inghilterra del tempo di guerra, con una giovane scrittrice che si apre a un ragazzino scappato dai blitz tedeschi sulla città, “Giorni d’estate” o “Summerland” diretto da Jessica Swale con Gemma Arterton, Gugu Mbatha-Raw, Penelope Wilton, Tom Courtenay, Bernardo Santos. Piuttosto buono. La7 alle 21, 15 punta sul legal thriller “L’uomo della pioggia” diretto da Francis Ford Coppola, tratto da un romanzo di John Grisham con Matt Damon, Danny De Vito, Claire Danes, Jon Voight, Mickey Rourke.
Matt Damon è un giovane avvocato finito nelle mani di un trafficone simpatico, Danny De Vito, alle prese con una causa sociale difficile e molto politica. Su Canale 20 alle 21, 15 piacerà solo ai fan di Scarlett Johansson la versione live action del capolavoro manga “Ghost in the Shell” diretto dal modesto Rupert Sanders con Scarlett Johansson, Pilou Asbæk, Takeshi Kitano, Juliette Binoche, Michael Pitt. La cosa più sorprendente, scrivevo, è la costruzione di Scarlett Johansson come Motoko Kusanagi, il Maggiore, killer cibernetico della Sezione 9, l’eroina animata che di umano ha solo la mente, di uno dei manga più famosi di ogni tempo, Ghost in the Shell o Kokaru Kidotai, ideato e disegnato nel 1989 da Masamune Shirow e portato al cinema con estremo successo nel 1995 da Mamoru Oshii.
Un classico insuperabile. Film e personaggio vengono riproposti in questa nuova versione ricca e internazionale dal vivo diretta dal Rupert Sanders buon illustratore di Biancaneve e il cacciatore, prodotta da Avi Arad e Steven Paul per la Dreamworks (la Disney si è defilata) e scritta da un esercito di sceneggiatori che ci hanno lavorato fin dal 2008, cioè da quando Steven Spielberg pensò al progetto. Proprio il via vai di sceneggiatori dimostra quanto non sia stato facile portare al cinema il progetto e una certa sofferenza produttiva.
Inoltre le scene più riuscite sono proprio quelle ricostruite paro paro dal vecchio film di Mamoru Oshii che non credo abbiano avuto bisogno di grande lavoro di sceneggiatura. Ma Scarlett, meravigliosa, nuda ma senza sesso, coi capelli neri tagliati corti come la vecchia Motoko, gli occhioni sempre aperti, che si butta nel vuoto con le pistole in mano, già nel trailer spaccava di brutto. E anche se non è né cinese né giapponese, e questo ha causato un bel casino per il cosiddetto whitewashing del personaggio, spacca ancor di più se pensiamo che è stata l’eroina aliena di Under the Skin di Jonathan Glazer, o la killer Lucy per Luc Besson, o Black Widow, o la voce di Her di Spike Jonze, o solo la Scarlett anti-Trump coi capelli corti del web.
Magari anche Margo Robbie sarebbe stata perfetta, ma Scarlett aggiunge al personaggio una sua memoria di film che ci piacciono parecchio. Così la sua ricerca di identità, una volta che scopre, nel non così distante 2029, che il passato che pensa di ricordare non è vero, ma le è stato imposto, mentre quello vero le è stato rubato assieme alla sua giovinezza, per costruire il primo soldato cibernetico del suo genere, diventa ancor più complessa e interessante. Perché il Maggiore si porta dietro anche tutto il cinema di Scarlett.
il peccato – il furore di michelangelo di andrei konchalowsky 11
I fan ritroveranno nel film anche molti dei personaggi storici del manga, da Batou, fedele soldato del Maggiore, interpretato dal danese Pilou Asbaek, Kuze, capo dei terroristi, interpretato da Michael Pitt, ma ci sono anche Michael Wincott in un cameo, Juliette Binoche come dottoressa e Takeshi Kitano come buffo maestro. Su Iris alle 21, 20 la prima di una buona commedia francese, “Employee of the Month”, che traduce chissà perché inglese il titolo francese “Irréductible”, diretto da Jérôme Commandeur con Valérie Lemercier, Jérôme Commandeur, Christian Clavier, Gérard Darmon. Rai4 alle 21, 20 propone l’action per supermaschi “Nella tana dei lupi” di Christian Gudegast con Pablo Schreiber, Gerard Butler, 50 Cent, Evan Jones, O'Shea Jackson Jr.
La7D alle 21, 20 propone la commedia scritta e diretta da Simona Izzo con Luca Zingaretti, Vanessa Incontrada, Michela Cescon, Lisa Gastoni, Ricky Tognazzi e Elena Bouryka, che all’epoca faceva Stracult su Rai Due. Passiamo alla seconda serata con uno dei film che preferisco di Andrey Konchalovskiy, “Il peccato – Il furore di Michelangelo”, ricchissimo biopic su Michelangelo interpretato dallo sconosciuto ma perfetto Alberto Testone, Rai5 alle 22, 50.
E’ un Michelangelo realistico e figlio di mignotta quello che ci presenta il regista russo. Usuraio, attaccato al denaro, bugiardo, traditore, sodomita, doppiogiochista, invidioso. Non l’avete mai visto un Michelangelo così, che si muove tra le strade di Roma (“ci incontri sempre un prete, un pellegrino, una puttana”), di Firenze e di Carrara tra bettole fetenti e continue vagonate di piscio e merda che piovono dall’alto, ma è capace anche di innamorarsi di un gigantesco pezzo di marmo bianco, un mostro che vuole portare nel suo studio a ogni costo, di dialogare con Dante nei deliri creativi, di far continui conti di ducati e zecchini.
Il film lo dirige Andrei Konchalowsky, il grande regista di Siberiade e Runaway Train, che lo ha scritto assieme a Elena Kiseleva, e lo ha girato per 14 settimane in gran parte sui monti delle Apuane con veri cavatori e scalpellini grazie al ricco oligarca russo Alisher Usmanov, che ha praticamente sovvenzionato quasi tutto il ricco budget. Rapporto curioso quello tra Konchalowsky e il suo commitente-benefattore utraputiniano, Usmanov. Tema fondamentale del film è proprio la difficoltà di Michelangelo nel cercare di esprimersi come artista in mezzo ai potenti committenti del tempo, cioè i Della Rovere e i Medici.
Ricostruito con assoluta precisione, al punto che lo scenografo Maurizio Sabbattini non solo costruisce un gigantesco masso di marmo bianco il cui spostamento dalle montagne di Carrara sarà il perno del film, ma anche la Cappella Sistina dipinta da Michelangelo per Giulio II, il film segue un preciso momento della vita dell’artista, che va appunto dalla fine della Sistina e del papato di un Della Rovere, all’arrivo di un papa Medici con i rovesci di fortuna che ne seguirono. Da una parte così Michelangelo si ritrova a dover portare a termine il grande monumento funebre per Giulio II per i Della Rovere, da un’altra ha sul collo il fiato dei Medici e il nuovo papa che gli chiedono di lavorare per loro a Firenze.
Michelangelo, che in cuor suo ama il denaro ma odia i potenti, non sa come uscire da questo impasse che può portare per lui, il suo piccolo gruppo di assistenti-schiavi e la famiglia anche più attaccato al denaro di lui, solo danni. LA7D alle 23, 10 ripropone un classico come “Va dove ti porta il cuore” diretto da Cristina Comencini con Virna Lisi, Margherita Buy, Massimo Ghini, Galatea Ranzi. Iris alle 23, 10 gioca sul titolo ma presenta un giallo con tre ragazze turche assassinate nel X° Arrondissement parigino, “L’impero dei lupi” diretto da Chris Nahon con Jean Reno, Arly Jover, Jocelyn Quivrin, Laura Morante, Philippe Bas, Didier Sauvegrain. Non male.
Cielo alle 23, 20 propone un triangolo amoroso particolare, lui&lui + lei, con “Passages” di Ira Sachs con Franz Rogowski, regista di successo, che vive con Ben Whishaw, quando entra nella sua vita Adèle Exarchopoulos. Non diventa etero, ma si innamora di lei. Confesso che le scene d’amore tra Ben Whishaw e Franz Rogowski, che per questo film vinse il New York Film Critic Circle Awards, le ho trovate molto spinte e molto realistiche. Il personaggio di Rogowski è quasi insopportabile, narciso, egoriferito. Come sono tanti registi di oggi. Assolutamente da vedere. Almeno è qualcosa di nuovo.
Per i fan di Tom Hardy è imperdibile “Warrior”, storia di pugni e di famiglia complicata diretta da Gavin O'Connor con Tom Hardy, Jennifer Morrison, Joel Edgerton, Nick Nolte, Bryan Callen, Noah Emmerich. Rai Movie alle 0, 10 passa il western australiano con Kirk Douglas in doppia parte “L’uomo del fiume nevoso” diretto da George Miller (non quello di Mad Max, l’altro) con Tom Burlinson, Kirk Douglas, Jack Thompson, Sigrid Thormton. Rete 4 all’1 passa il film più celebre di Franco Amurri, “Da Grande” con Renato Pozzetto, Giulia Boschi, Ottavia Piccolo, Alessandro Haber, Joska Versari, dove un bambino di sette anni si trasforma misteriosamente in un quarantenne. Ma con la testa del bambino di sette anni.
claudia cardinale c'era una volta il west 2
A Hollywood ne fecero una versione americana con Tom Hanks diretta da Penny Marshall. Cine 34 all’1, 15 passa il curioso “Oh Serafina!”, favola moderna con molto sesso diretta da Alberto Lattuada dove Pozzetto, ricco ma svalvolato rampollo del capitalismo lombardo, perde la testa per la bella Serafina, più svalvolata di lui, ma sempre nuda. Ci sono anche Lilla Brignone e Angelica Ippolito come moglie cattiva di Pozzetto. Scritto da Giuseppe Berto come soggetto cinematografico, che nessun produttore voleva fare, e solo dopo, nel 1974, diventato un libro con lo stesso titolo.
Una volta che il libro ha successo, ritorna a essere un film nelle mani di Lattuada. Lo sceneggia lo stesso Berto con Enrico Vanzina e Lattuada quando il regista riesce a montare il film. Lattuada stesso, presentando alla stampa il progetto, lancia i protagonisti. Dalida Di Lazzaro, a soli 22 anni, appena uscito da ruoli minori in Il mostro è in tavola, barone Frankenstein e La pupa del gangster, è Serafina, mentre Angelica Ippolito, che ha il ruolo della moglie Palmira, ha lavorato quattro anni con Eduardo e poi con Carlo Cecchi e per questo film ha rinunciato al teatro con Strehler.
Entrambe, si legge nell’articolo del “Corriere della Sera”, dicono che “non saranno mai del gruppo delle cuginette e delle cognatine”. Dalila Di Lazzaro ricorda oggi che per il ruolo di Serafina disse a Lattuada e a Giuseppe Berto che non c’era bisogno di provino, “Io ero Serafina!”. Iris all’1, 50 passa il film che lanciò definitivamente Javier Bardem, “Prima che sia notte”, diretto da Julian Schnabel, dove Bardem è Reynaldo Arenas, scrittore cubano che ha lsfortuna di essere gay ai tempi di Fidel. Grande biopic letterario.
Ci sono anche Olivier Martinez, Sean Penn, Hector Babenco e Johnny Depp in un clamoroso cammeo di “regina” delle carceri. Ricordo che a Venezia, dove il film venne presentato, c’era chi pensava che Javier Bardem fosse gay, ma si sbagliava di grosso. Bardem fece molte interviste a bordo piscina in costume da bagno…
il peccato – il furore di michelangelo di andrei konchalowsky 12
Rai Movie all’1, 50° ripropone il fantascientifico “Runaway” di Michael Crichton con Tom Selleck, Cynthia Rhodes, Gene Simmons, Kirstie Alley. Rai Movie alle 3, 30 passa l’opera prima di Matteo Rovere, all’epoca molto difeso da Enrico Lucherini che molto si spese epr il giovane regista, “un gioco da ragazze” con Filippo Nigro, Chiara Chiti, Nadir Caselli, Desirèe Noferini, Valentina Carnelutti.
Un film che non venne troppo capito e soffrì un assurdo divieto ai minori. Chiudo con “Fronte del porto” di Elia Kazan con Marlon Brando nel ruolo dello scaricatore del porto, ex pugile Terry Malloy, Lee J. Cobb, Rod Steiger, Karl Malden, Eva Marie Saint, Pat Henning, Rai Movie alle 5. Vinse 8 Oscar, miglior film, regia, sceneggiatura, protagonista, attrice non protagonista, Eva Marie Saint, montaggio e scenografia.
In un primo tempo protagonista doveva essere John Garfield, che morì misteriosamente. Brando non voleva farlo. Perché Kazan, durante il Maccartismo fece i nomi, si comportò malissimo. E lo stesso fece Budd Schulberg, lo sceneggiatore. Quando venne dato a Kazan, ormai vecchio, un Oscar alla carriera, Rod Steiger si oppose violentemente al premio.
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