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“ABBIAMO SOLO INIZIATO. DOBBIAMO USARE LE LORO ARMI. PROPAGANDA E VIOLENZA” – CARLOTTA VAGNOLI TEORIZZAVA LA LOTTA “ARMATA” PER PERSEGUITARE I MASCHI “ABUSER” E I “FASCISTI OMOTRANSFOBICI”: “DOBBIAMO FARE NOSTRA LA CANCEL CULTURE. RADICALIZZARE. ATTACCARE. ACCUSARE. E FARE PROPAGANDA” – ORA LEI E LE ALTRE “ATTIVISTE” FRIGNANO PERCHÉ SONO STATE PUBBLICATE LE LORO CHAT PRIVATE, MA LA RILEVANZA PUBBLICA C’È ECCOME: SONO INDAGATE PER STALKING PER AVER PERSEGUITATO UN POVERO CRISTO, SPINGENDOLO QUASI AL SUICIDIO, DIMOSTRAZIONE CHE VOLEVANO, E POTEVANO, METTERE IN PRATICA QUELLO CHE SCRIVEVANO – INOLTRE, EVOCAVANO IL METODO TERRORISTICO (“PER FARE GIUSTIZIA SERVONO LE MODALITÀ MANGIONE”, CIOÈ LUIGI, L'ASSASSINO DEL CEO DI UNITEDHEALTHCARE, BRIAN THOMPSON) E AUGURAVANO LA MORTE A SERGIO MATTARELLA (“VECCHIO DI MERDA, SPERO NON ARRIVI AL 2025”)

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LE «FEMMINISTE» INDAGATE: NESSUNA SCUSA PER GLI INSULTI LA LISTA NERA CON 14 UOMINI

Estratto dell’articolo di G.FAS. per il “Corriere della Sera”

 

CARLOTTA VAGNOLI A SOSTEGNO DELLA FLOTILLA - 1

Nessun passo indietro. Gli autori di «Fascistella» — la chat al veleno di cui fanno parte le femministe indagate a Monza per diffamazione e stalking — non hanno alcuna intenzione di arretrare. Al contrario. La notifica della chiusura indagini per Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene è una nuova occasione per ribadire che i pensieri espressi in quella chat di gruppo sono confermati.

 

Quindi per i cinque componenti del gruppo WhatsApp (fra loro sono indagate soltanto Fonte e Vagnoli) è tutto come si legge nei messaggi recuperati dalla Procura di Monza e depositati fra gli altri atti.

 

Mattarella «vecchio di merda» che «spero non arrivi al 2025»; Liliana Segre «vecchia nazi», Viola Carofalo «stronza»; Valentina Mira «pazza sfigata»; Antonio Scurati «pezzo di merda depensante»; Michela Murgia «evadeva il fisco. Poi quando si è ammalata santificava il Ssn». Cecilia Sala, «quella latrina» e via dicendo... Una infinità di «giudizi» di questo tenore, su tutto e tutti. E adesso anche la fierezza per averli scritti. Nessuna scusa.

Benedetta Sabene

 

Ieri Valeria Fonte ha pubblicato sul suo profilo Instagram un video per dire: «Rivendico ciò che ho detto sui sionisti, sui giornalisti italiani, sulle persone transfobiche e omofobiche, sugli uomini, sui politici». […]

 

[…] Ora Valeria Fonte ripete che «rivendico soprattutto ciò che penso della Lucarelli», che guarda «nel telefono di una persona senza consenso, come guardare nelle mutande».

Carlotta Vagnoli, dopo averle dato della fascista scrive, sempre su Instagram, che «siamo in un Paese in cui i ricchi con una piattaforma e nessun tesserino ci possono fare quello che vogliono».

 

Sono sempre per Lucarelli le parole del divulgatore Giuseppe Flavio Pagano, altro componente della chat: «Crede di aver trovato una miniera di gossip. È sbornia vendicativa». Mentre Flavia Carlini, altra iscritta al gruppo WhatsApp e vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti fondamentali della persona, si palesa con un video dopo «24 ore di flagellazione». È arrabbiatissima. «Ho detto di Mattarella è un vecchio di merda? Sì. Lo odio? No». E ricorda a chi la guarda che «io non sono indagata di niente in questa storia. Il fatto che voi abbiate capito questo è il segno di quella informazione bieca di cui parlo da anni».

 

[…]

 

UN SOBRIO POST DI VALERIA FONTE SU INSTAGRAM

"ECCO I NEMICI DA ANNIENTARE" LA LISTA NERA DELLE FEMMINISTE

Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”

 

La foto allo schermo del computer pubblicata su Instagram. E la frase: «Abbiamo solo iniziato. Io ve lo dico». Agli atti dell'inchiesta per stalking della procura di Monza c'è anche una «lista nera».

 

Così la chiama l'attivista Valeria Fonte, indagata con Carlotta Vagnoli e Benedetta Sabene. Rischiano il processo per i presunti atti persecutori nei confronti del giornalista A.S. e dell'esperta di social media Serena Mazzini.

CARLOTTA VAGNOLI

 

[…] La «lista» è composta da 14 nomi di uomini catalogati per città, professione, numero di follower. Dei bersagli, oggetto di segnalazioni per presunti comportamenti inappropriati di cui non si sa l'attendibilità. Tra i nomi, quello del politico Giuseppe Civati, dell'attivista e politico Iacopo Melio («Dobbiamo trovare come neutralizzarlo», «Va annientato», le frasi su di lui nelle chat), dei giornalisti Dino Giarrusso (ex parlamentare europeo), Emilio Mola, Valerio Nicolosi, del cantante Lodo Guenzi, dell'attore Cristiano Caccamo.

 

[…]  Non solo Sergio Mattarella, Liliana Segre, Michela Murgia. Dai messaggi in due gruppi Whatsapp di cui facevano parte alcune delle indagate — "Fascistella" e "Commando Transfemm" — emergono altre persone prese di mira per i più svariati motivi.

 

POST DI VALERIA FONTE PER LUIGI MANGIONE

Lo scrittore Antonio Scurati viene definito «pezzo di merda depensante» per un suo articolo e Vagnoli risponde: «È semplicemente leccare il culo a mezza editoria. Che è ebrea (…). Perché fai i miliardi così».

 

[…] L'attivista Karem Rohana definisce il Capo dello Stato «fascista bastardo vero» per un suo intervento pubblico. Vagnoli risponde: «Ormai è il circo. Spero sia demenza senile».

 

[…] Poi le allusioni nei confronti degli artisti Willie Peyote, Motta e Mario Biondi; sul filosofo Lorenzo Gasparrini («Se lo vedo gli sputo in faccia»), sugli scrittori Christian Raimo e Giulio Cavalli.

 

Oltre alle frasi contro Murgia o Cecilia Sala, ci sono gli insulti di donne ad altre donne. La saggista e attivista Vera Gheno diventa «Falsa Gheno». Viola Carofalo, ex portavoce di Potere al Popolo, «una scoppiata» come la scrittrice Valentina Mira.

 

flavia carlini

[…] «Io non ho chat di gruppo con nessuno — scandisce invece Sabene sui social –. E dopo mesi di analisi sul mio dispositivo non risultano agli atti mie condotte persecutorie» nei confronti del giornalista che l'ha denunciata.

 

[…]  Al centro di tutto ci sono appunto le presunte persecuzioni nei confronti del giornalista A.S. — per la vicenda relativa alla sua relazione parallela con la fidanzata e una delle attiviste — e dell'esperta di social media Serena Mazzini, accusata dalle indagate di aver pubblicato su una chat privata messaggi offensivi e omofobi che le riguardavano (ma un procedimento a suo carico, dopo la denuncia di Vagnoli, è stato archiviato il 29 agosto a Torino).

 

Il «metodo call out», come viene definito, consiste nel fare terra bruciata attorno alle persone prese di mira, evitare che partecipino a eventi pubblici, rovinare la loro reputazione, far perdere follower: «Voglio che sia mangiata dal panico», «gliela brucio questa finta credibilità», alcune delle chat contro Mazzini. Una gogna. Qualcosa che assomiglia molto alla giustizia fai da te.

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Nella chat "Fascistella" Vagnoli teorizza: «Ci serve un profilo anonimo con residenza nel Paese in cui si può dire tutto e che non risponde alla nostra giurisdizione», così «puoi fare call out a tutti». Ma esprime anche una strategia più ampia su come interpretare l'attivismo: «Dobbiamo usare le loro armi raga. Propaganda e violenza. E soprattutto fare davvero nostra la cancel culture. È l'arma più potente che il femminismo abbia avuto negli ultimi 25 anni. Radicalizzare. Attaccare. Accusare. E fare pura, cattiva, becera propaganda».

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