DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Felice Cavallaro per il “Corriere della Sera”
Che si tratti davvero di una spia internazionale o di uno spregiudicato faccendiere pronto ad offrire a Donald Trump le mail rubate dai russi a Hillary Clinton, ad Agrigento nessuno può confermarlo. Ma che Joseph Mifsud, il misterioso professore al centro del Russiagate, sia «una sorta di truffatore seriale con l'alea del Mister X» lo sospetta il suo successore alla presidenza del Consorzio universitario, Giovanni Di Maida, che a tre mesi dall'insediamento sta scoperchiando la pentola delle spese pazze di questo impostore arrivato nella città dei Templi nel 2009 come possibile prolifico contatto con gli altri atenei del Mediterraneo.
E questo diceva di se stesso Mifsud appena incaricato e presentato al pianeta agrigentino da un ex presidente della Provincia, Giuseppe D'Orsi, esponente di un centro destra adesso imbarazzato e diviso. Ma forse nessuno poteva immaginare anche al vertice del Consorzio che il presidente approdato dalla sua Malta avrebbe utilizzato la carica per attivare e moltiplicare la sua rete privata internazionale con viaggi continui in Libia, Libano, Siria, Bulgari, Iran, Russia e Stati Uniti «senza alcun ritorno, senza alcun vantaggio per studenti e dipartimenti universitari, senza mai depositare una relazione di servizio, un documento per spiegare le ragioni delle lunghe e costose trasferte», insiste Di Maida, sorpreso soprattutto dall'uso disinvolto della carta di credito interna.
Mifsud avrebbe infatti utilizzato i fondi del suo ufficio per acquistare biglietti aerei relativi a viaggi personali, pagare conti salati in grandi alberghi, comprare capi in negozio di intimo, addirittura alcuni giocattoli, farsi sostituire dai tecnici del consorzio cinque telefonini, cinque Blackberry, senza mai restituire quelli ufficialmente andati in tilt. Spesso circondato da una sfilza di signore come ospiti a cena, con nomi top secret per indagini adesso avviate dalla Procura di Agrigento che valuta un danno immediato di almeno 60 mila euro e accertamenti della Guardia di finanza su conteggi che sfiorano il milione e mezzo di euro.
È stato Di Maida ad aver passato tutte le carte al procuratore Luigi Patronaggio, all'aggiunto Salvatore Vella e alla pm Chiara Bisso che hanno aperto un fascicolo contro ignoti per abuso di ufficio e truffa. Ma quando hanno provato ad attivare le procedure per la notifica del provvedimento gli ufficiali delle Fiamme Gialle si sono imbattuti nel muro da tempo elevato dalla presunta spia, forse ormai ricercata da diversi servizi segreti stranieri, forse rifugiatasi in Svizzera.
Patronaggio, il procuratore poco amato da Salvini per le inchieste su Mediterraneo e ong, avrebbe voluto mettere le mani soprattutto su alcuni di quei cinque telefonini. Ma i tecnici non si facevano mai restituire quello che ogni volta Mifsud diceva di dover cambiare per un guasto. La memoria di quei cellulari avrebbe potuto raccontare alcuni segreti. Ma si lavora ai tabulati del traffico telefonico.
E dalle carte tirate fuori da Di Maida ecco venir fuori le bollette con le chiamate in uscita per Libia, Inghilterra, Russia e così via, con numeri in parte identificabili. Sono bollette da capogiro. Quella dell'ottobre 2010 ammonta a 3.143 euro. A novembre e dicembre supera i 4 mila euro. Come nel marzo 2011 quando raggiunge quota 4.204 euro. Di Maida spulcia e commenta stupito: «Tutte chiamate a Paesi esteri estranei alla vita della nostra università. A cominciare da Russia, Libia, Siria e Libano».
Forse qualche dubbio avrebbe potuto averlo già qualche anno fa anche lo stesso Di Maida che all'epoca stava nel consiglio di amministrazione con i professori Maria Immordino e Gianfranco Tuzzolino, ma ai magistrati assicura che «tutto passava attraverso due funzionari del Consorzio che nulla dicevano, una signora oggi in pensione e un impiegato che fecero trasferire dalla vicina Licata».
Ecco le coperture assicurate a Mifsud che tanti ricordano spesso in contatto con D'Orsi, con l'altro esponente del centro destra Roberto Di Mauro e con l'ex governatore Raffaele Lombardo. Tutti esponenti di un mondo politico in subbuglio nella vecchia Girgenti già da tempo in campagna elettorale per il nuovo sindaco che si eleggerà a maggio.
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