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DEL DOMAN NON V’È CERTEZZA – IN AUMENTO LE RICHIESTE DI TESTAMENTO, I NOTAI: "CI CHIAMANO MOLTI PARENTI DI MALATI" - L'EPIDEMIA SPINGE SEMPRE PIÙ ITALIANI A LASCIARE AL PUBBLICO UFFICIALE LE PROPRIE ULTIME VOLONTÀ - IL CONSIGLIO DEI NOTAI: "AFFRONTIAMO SITUAZIONI COMPLICATE, CI CONTATTANO TANTE FAMIGLIE ALLARGATE..."

Flavia Amabile per “la Stampa”

 

testamento

Non ci sono cifre, c' è però una netta tendenza che i notai non hanno timori a confermare. L' epidemia sta mettendo a dura prova ogni certezza sul futuro, gli italiani che non sono mai stati troppo propensi a pensare alla morte ora chiamano i notai per chiedere informazioni su come fare testamento o comunque mettere ordine nelle proprie situazioni patrimoniali e giuridiche per evitare problemi successivi.

 

Giulio Biino, notaio di Torino, consigliere del Consiglio Nazionale del Notariato: «In genere il 15-20% degli italiani fanno testamento. È una percentuale molto bassa legata a fattori culturali: nei Paesi anglosassoni si arriva al 70%.

 

In questi giorni però stanno arrivando numerose richieste di informazioni per capire come fare, quali strumenti utilizzare e quali decisioni prendere». Gli italiani, quindi, non stanno solo prendendo in considerazione la tradizionale idea di redigere un testamento ma provano a programmare il futuro in un momento in cui l' orizzonte appare così nebuloso.

 

Dai sondaggi condotti in questi giorni emerge il senso di precarietà, la paura di perdere il lavoro, di non poter più assicurare un futuro ai propri figli. Le telefonate ai notai sono il volto concreto di questo inevitabile timore. «Il testamento andrebbe fatto quando si sta bene - spiega Giulio Biino - non in situazioni di emergenza. Chi ci sta chiamando esprime innanzitutto i propri timori.

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Alcuni vorrebbero cautelarsi da eventuali aumenti delle imposte sulle successioni. Oppure desiderano chiarire le complicazioni legate ai nuclei familiari allargati sempre più frequenti nelle famiglie italiane tra separazioni, figli di genitori diversi». Ma sono arrivate anche telefonate da parte di parenti di persone malate.

 

«Situazioni molto difficili da gestire - ammette Biino - sono necessarie precauzioni molto rigorose per effettuare l' atto in sicurezza».

 

Ma l' atto viene effettuato: i notai fanno parte delle categorie professionali che continuano a operare. «Con il decreto del 21 marzo non cambia la situazione degli studi notarili che restano aperti, il notaio è un pubblico ufficiale tenuto a prestare la sua attività quali che siano le circostanze, come previsto dalla legge notarile», spiega Cesare Felice Giuliani, presidente del Consiglio nazionale del notariato.

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«Un testamento da parte di un soggetto che si trovi nell' impossibilità di scrivere, una disposizione anticipata di trattamento sono negozi giuridici che non possono essere posticipati o rinviati neppure in caso di malattie epidemiche o contagiose. Si tratta di un' importante assunzione di responsabilità e una significativa rassicurazione per la cittadinanza preoccupata in un momento di grave incertezza, ma la diffusione del coronavirus impone al notaio di attenersi alle indicazioni impartite dal governo nello svolgimento della propria funzione pubblica».

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