DOMNICA È SEMPRE DOMNICA - LA BALLERINA MOLDAVA MANDA UN ULTIMATUM A SCHETTINO: “TI DO SEI GIORNI PER DIRE LA VERITÀ SU QUELLO CHE È SUCCESSO SULLA CONCORDIA”, OPPURE LO RIVELERÀ LEI

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Francesco Fumagalli per www.oggi.it

 

DOMNICA CEMORTAN NEL VIDEO DIFFUSO DALLA _BILD_ IN CUI SI ESIBISCE IN UN BALLETTO DI DANZA CLASSICADOMNICA CEMORTAN NEL VIDEO DIFFUSO DALLA _BILD_ IN CUI SI ESIBISCE IN UN BALLETTO DI DANZA CLASSICA

Domnica Cemortan torna a farsi viva. La moldava che era in plancia di comando nella maledetta notte del naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio lancia un ultimatum al comandante Francesco Schettino. Promettendo nuove scottanti rivelazioni in caso il comandante della Concordia non risponda alla sua provocazione.

 

Domnica Cemortan e il Comandante Schettino da CHI jpegDomnica Cemortan e il Comandante Schettino da CHI jpeg

LA BALLERINA MOLDAVA – Si riaccendono i riflettori sulla notte del 13 gennaio 2012 e l’affondamento della Concordia. Dopo le polemiche sollevate dal trasferimento di Gregorio de Falco che aveva intimato al comandante Francesco Schettino di tornare a bordo della nave, torna a farsi sentire, minacciando rivelazioni scottanti, anche Domnica Cemortan. La moldava che nei mesi scorsi, messa alle strette dai magistrati ha ammesso una relazione col comandante della Concordia, alle 10,27 del 24 settembre è riemersa da un lungo silenzio lanciando un ultimatum dalla sua pagina Facebook: «Francesco Schettino», ha scritto in inglese, « ti do sei giorni per dire la verità su quello che è successo immediatamente dopo aver dato l’annuncio di abbandono della nave. Solo sei giorni!».

Domnica Cemortan su CHI jpegDomnica Cemortan su CHI jpeg

 

LE ZONE GRIGIE – Domnica non aggiunge altro. Ma il tono del suo intervento non lascia dubbi. L’ex dipendente di Costa lascia intendere che al processo non è stato detto tutto. Nella ricostruzione dei fatti prima e dopo il naufragio esistono delle zone grigie. Per non dire nere. E se qualcuno, in particolare Schettino non si decide a vuotare il sacco, lo farà lei e di quella notte indimenticabile racconterà tutto quello che sa. Ma a cosa si riferisce Domnica?

 

DOMNICA CEMORTAN DOMNICA CEMORTAN

SUL PONTE 11… MA A FARE COSA? – Dopo aver dato l’annuncio di abbandono della nave Schettino sarebbe salito al ponte 11 della Concordia proprio con Domnica e il maitre Ciro Onorato, per controllare la dritta della nave.

 

DOMNICA CEMORTAN DOMNICA CEMORTAN

La circostanza, accennata di sfuggita in alcuni verbali di interrogatorio, viene confermata da Domnica, che contattata per telefono dichiara: «Certo che siamo saliti al ponte 11. Ma cosa siamo andati a fare lassù? Il comandante dice che doveva controllare il lato a dritta della nave, quello verso l’isola. Siamo sicuri che la racconti giusta? Per vedere le condizioni della Concordia non aveva bisogno di salire al ponte 11, percorrendo tra l’altro delle scale completamente buie, rischiando di cadere e scivolare a ogni scalino. Poteva farlo uscendo dalle alette sulla plancia comando, che sono fatte apposta per avere una visione sull’esterno della nave».

Domnica Cemortan, con una amica Domnica Cemortan, con una amica

 

L’ULTIMATUM SCADE IL 30 SETTEMBRE – E allora? Perché sono saliti lassù? Domnica vuol tener fede a quello che ha scritto su Facebook. Il suo ultimatum scadrà il 30 settembre e fino a quel giorno non intende parlare. Mancano ancora due giorni nei quali Schettino, se vuole, avrà tutto il tempo per spiegare quella strana spedizione sulla sommità del relitto. «Se davvero si trattava di una missione tecnica, per valutare le condizioni della nave», aggiunge Domnica, «perché il comandante non si fece accompagnare da altri ufficiali o sottufficiali. Perché chiese di seguirlo solo a me, che mi occupavo di accogliere gli ospiti russi e Ciro Onorato, il maitre, che a bordo si occupava di ristorazione? Cosa potevamo capire noi delle condizioni della nave?».

SCHETTINOSCHETTINO

 

LA VERITA’ – Domnica che sta raccogliendo i ricordi di quella notte in un libro, assicura che «di punti oscuri ce ne sono ancora tanti, ma ho l’impressione che non si voglia andare a fondo. In più di una occasione ho cercato di far capire com’erano andate le cose, ma ho visto che l’unica cosa che interessava era la mia relazione col comandante. Ma soprattutto tra i familiari delle vittime c’è chi non si arrende e anche di recente mi ha chiesto di fare il possibile affinché si possa conoscere tutta la verità su un disastro costato la vita a 32 persone». Al conto alla rovescia per le sue rivelazioni mancano solo due giorni.

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